Da Roma a Casagiove, Federica Santuccio indaga il mondo femminile e firma “La mia luce” con Francesco Marchina

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Sono nata a Roma e da pochi mesi mi sono trasferita qui a Casagiove, una città che sto imparando a conoscere, soprattutto dal punto di vista artistico e culturale”. Esordisce così la giovane Federica Santuccio, scrittrice, attrice e sceneggiatrice con una carriera artistica iniziata abbracciando il canto, che nel 2009 la vede ospite in RAI del programma per la Tv “Festa Italiana” condotto da Caterina Balivo.

Un’esperienza avvincente che, come ci descrive lei stessa, si è rivelata un approccio fondamentale con l’affascinante mondo della televisione vissuto nelle fasi di studio e progettazione prima della messa in onda. Nel 2017 arriva per Federica Santuccio il primo romanzo autobiografico dal titolo “La chiave blu”, un’opera prima che inaspettatamente le regala una grande soddisfazione, quale il secondo posto del “Premio Letterario della Città di Ladispoli” con un verdetto più che positivo per la sua scrittura giudicata eccellente sia sotto il profilo tecnico che creativo. Un riconoscimento importante che è servito all’autrice per abbandonarsi al suo estro e alle sue emozioni rinate in scrittura. “L’Arte, con la A maiuscola, è entrata così in modo dirompente nella mia vita. Le mie doti canore posso dire oggi che sono state lo stargate per sperimentarmi e per scoprire altre mie potenzialità umane ed artistiche”. Non si arresta il percorso di Federica Santuccio che nel frattempo si diploma come attrice di cinema e tv in “Accademia Artisti” a Roma, recitando in vari progetti. Alla fine del 2021 pubblica il secondo libro dal titolo “100 stanze mai aperte”, disponibile su Amazon anche in versione kindle. “Questo lavoro è stato scritto sulle note di uno smartphone, nei mesi più difficili durante la pandemia, quando la stanza era l’unico posto da vivere – dichiara Federica Santuccio -. Pensai di mettermi in connessione intima con gli altri domandando a chiunque la prima parola che gli venisse in mente. Questo è l’incipit di cento scritti costruiti partendo dalle parole che gli altri mi hanno donato. Nel libro, peró, resto anche fedele a me stessa. Infatti ho ideato una stanza segreta abitata dalle mie parole, cesellate da un grande dolore vissuto sulla mia pelle”.

Un dramma personale che nel tempo è servito per far riemergere Federica Santuccio, attraverso una dimensione intellettuale femminile immanente e spirituale. Sarà realizzato anche un cortometraggio a Napoli basato sulla sua opera bibliografica, che è arrivato in finale al Festival del Cinema di Spello, in Umbria, nella sezione “Agenda 2030. Un’escalation di traguardi e di nuove mete da raggiungere per la giovane attrice romana che aggiunge “Dopo Spello, sono stata contatta da Francesco Marchina, un bravissimo attore professionista e docente di recitazione all’Accademia Artisti di Milano, che dopo aver letto il mio libro “100 stanze aperte” ha siglato con me una collaborazione per la realizzazione di un film dal titolo “La mia luce”, un lungometraggio che mi ha visto nel ruolo di sceneggiatrice”. Dalla stesura del libro alla sceneggiatura, l’inarrestabile Federica Santuccio sa trasformare la passione, il talento e la caducità umana in un prodotto artistico di pregio. Dietro ogni successo la sua chiave di lettura è l’essenza della vita, ossia “sapersi donare agli altri con le nostre fragilità cercando di migliorare e, soprattutto, di accogliere i nostri limiti, perchè – come dice – bisogna ritornare a sentirsi umani”. Per Federica Santuccio la recitazione e la scrittura sono una sorta di catarsi in cui liberiamo le sensazioni e le emozioni della vita ed esorcizziamo le paure e le follie che ci appartengono. A questo si lega la trama del film “La mia luce”, definita molto intensa, ma la sceneggiatura, chiusa pochi mesi fa, resta per il pubblico ancora top secret. “Il lavoro sul piano progettuale è pronto” – afferma Federica Santuccio che lancia un appello – “ io e Francesco Marchina siamo ora alla ricerca di una produzione per la realizzazione del film”.

La stretta collaborazione con Francesco Marchina, a cui Federica Santuccio è grata, attraverso “La mia luce” è divenuta una simbiosi artistica che ha segnato un sodalizio tra professionisti incontrati nella purezza dell’arte. Ci auguriamo che presto si possa realizzare anche il secondo progetto filmografico e che sia proprio la città che la ospita, Casagiove, a portarle la fortuna.

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