Maddaloni. De Filippo ha giurato, parte il "secondo" mandato – VIDEO

Con una minoranza del genere, De Filippo dorme sogni tranquilli

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MADDALONI – Con il consiglio comunale che si è tenuto ieri pomeriggio è partito ufficialmente il governo De Filippo. Da oggi, finalmente, la città di Maddaloni ritrova e riafferma la propria autonomia politica ed amministrativa, affidandosi ad squadra di governo scelta oculatamente dai rappresentanti (sindaco e consiglieri) che il popolo maddalonese ha premiato alle elezioni del 10 giugno scorso.

Il nostro contributo però non vuole essere una rassegna; non vuole essere un resoconto dettagliato delle varie operazioni, azioni o dichiarazioni che sono state svolte ieri. Il nostro vuole essere un ragionamento di giornalismo politico che deve cogliere alcuni segnali, alcune sensazioni che magari possono essere essenziali per una comprensione dei fatti, partendo naturalmente dagli episodi che si sono succeduti.

Diciamo che il consiglio comunale di ieri è partito subito con un elemento di stacco rispetto alle amministrazioni passate. Prima di avviare i lavori, nella sala Chollet del Villaggio dei Ragazzi sono risuonate le note del nostro inno nazionale; un segno che ha riproposto e fatto rinascere nell’animo dei presenti quel senso d’appartenenza alla nostra comunità e alla Nazione italiana. Dopo la nomina del Presidente del Consiglio, che ha obbligato anche ad una sospensione per far riunire i gruppi consiliari, e la nomina degli assessori, De Filippo ha tracciato le linee programmatiche della sua azione politica. Un programma, il suo, che tende inevitabilmente a garantire il raggiungimento degli standard minimi di vivibilità della città e per creare le premesse per un futuro sviluppo. Tutto questo aprendo a tutte le forze del consiglio comunale di maggioranza ed opposizione. Con tale azione De Filippo inevitabilmente si è reso protagonista generoso di una stagione politica nuova, basata sulla collaborazione di tutte le forze, di tutti quegli uomini che abbiano a cuore le sorti della città.

I momenti successivi alle dichiarazioni programmatiche del sindaco, sono quelli che senza ombra di dubbio hanno non solo animato il dibattito consiliare, ma anche segnato un senso di profonda differenza fra i membri della maggioranza e quelli dell’opposizione.

La maggioranza – e non poteva essere altrimenti – si è compattata attorno al suo sindaco. Essa però trova consistenza e forte capacità politica non solo per la rappresentanza in giunta, ma anche e soprattutto per essere interprete di una visione politica, di un programma politico, a cui hanno non soltanto aderito, ma anche contribuito con idee e progettualità.

La minoranza al contrario si è inerpicata per sentieri pericolosi, discorsi su massime e pensieri universalmente condivisibili per nascondere due dati che, nonostante i tentativi, sono stati palesemente scoperti: mancanza di idee e programma condiviso e la divisione che vi regna. Cortese e Tontoli hanno criticato le linee programmatiche del sindaco, ritenendole mancanti di coraggio ed ambizione, senza però opporre proposte concrete o quanto meno esponibili. Il consigliere Tenneriello l’ha puntata sulla lotta alla mafia, alla camorra, alla Terra dei fuochi, agli scandali, puntando il dito anche contro i vecchi membri dell’amministrazione De Lucia, pur di strappare un applauso. Il consigliere (i titoli vanno al maschile) Imperia Tagliafierro si è appellata alla voglia di “visi nuovi”, come se stessa, contro il ristagno dei vecchi, dimenticandosi del fatto che in consiglio comunale ci si alza quando si prende la parola.

Se queste sono le direttive delle azioni della minoranza, è inutile dire che De Filippo e la sua giunta non vivranno grandi problemi. Già ieri i consiglieri di maggioranza hanno stravinto il dibattito contro i propri avversari: Antonio De Rosa ha difeso la moralità e l’operato di chi come lui ha fatto parte dell’amministrazione De Lucia e che non è stato minimamente “sfiorato da indagini giudiziarie”; il dott. Claudio Marone, leone maturo della politica maddalonese, ha ricordato i vent’anni d’amministrazione di sinistra, ruggendo contro Bassolino e chi lo spalleggiava in città. L’ultima parola l’ha avuta il sindaco che, oltre a definire mafia e camorra una “montagna di m…..”, ha difeso la voglia di rinascere della città, ricordando che l’azione amministrativa deve essere guidata da uomini di qualità, al di là dell’età anagrafica. Nonostante il discorso ed il richiamo alla collaborazione di De Filippo, gli interi gruppi della minoranza hanno votato senza alcun risultato contro le linee programmatiche.

In ultimi analisi possiamo sicuramente affermare che il governo di De Filippo, almeno per ora, non deve preoccuparsi della minoranza, non solo per il numero esiguo, ma anche e soprattutto per le idee che non ci sono. Puntare il dito, affermare e cercar di mettere in contrasto il vecchio marcio ed il nuovo puro è un gioco pericoloso: non sempre il vecchio è corrotto e incapace e non sempre il nuovo è puro e competente. La qualità è la discriminante per valutare un consiglio comunale. Quando l’opposizione ci arriverà forse nascerà una minoranza costruttiva e attenta. Per adesso c’è una massa informe di pensieri personali e vaghi, il vero e concreto nulla nel senso più politico del termine.

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