CASAGIOVE (Ce) – È stata denominata “MEMORIE IN ARGILLA” la piccola grande esposizione inaugurata sabato 21 gennaio 2023 e promossa dall’Area Cultura dell’amministrazione del sindaco Giuseppe Vozza. Un evento unico volto a celebrare il ritorno straordinario di antichi vasi figurati nella loro terra di origine.
L’Aula Consiliare del Comune di Casagiove è stata trasformata in uno spazio espositivo temporaneo ed esclusivo, allestito per accogliere tre reperti di grande valenza storica e archeologica. Una scoperta iconografica incredibile, utile agli studiosi per decodificare le relazioni che le popolazioni locali avevano con l’antica Capua.
L’iniziativa si è avvalsa del notevole contributo della Direzione regionale Musei Campania e della professoressa Ida Gennarelli, Direttrice del Museo archeologico dell’antica Capua, Anfiteatro campano e Mitreo. Quest’ultima, lieta di aver preso parte alla celebrazione del 150° anniversario dell’attuale denominazione del Comune di Casagiove, ha riferito a riguardo:
“L’occasione rappresenta una preziosa opportunità per espandere lo spazio museale e costruire accordi di promozione della conoscenza del patrimonio archeologico del nostro territorio. É con questo spirito – continua Ida Gennarelli – che si presentano per la prima volta i vasi dipinti a figure rosse rinvenuti a Casagiove ed esposti al Museo archeologico dell’antica Capua. La piccola ma considerevole mostra permette di raccontare ancor più da vicino alla comunità un frammento significativo della storia di Casagiove, e del suo rapporto con il territorio dell’antica Capua, il cui toponimo è strettamente legato alla presenza del tempio di Giove sul monte Tifata”.
L’onore della presentazione alla cittadinanza dei tre manufatti in argilla è stato affidato alla dr.ssa Daniela Maiorano, Archeologa MAAC Direzione regionale Musei Campania, che con grande entusiasmo ha offerto anche un interessante contributo tecnico.
“Da Casagiovese – afferma Daniela Maiorano- non posso che essere fiera di partecipare alla costruzione di questo progetto culturale e, soprattutto, di far leva sulle mie competenze per trasmettere ai giovani la conoscenza della storia del nostro territorio, lasciando cadere i veli su un passato misconosciuto a molti che, come ci dimostrano i reperti, affonda le radici in un periodo fertile per la genesi della nostra civiltà. Ovviamente ringrazio il sindaco Giuseppe Vozza e i referenti della sua amministrazione per aver condiviso questo traguardo”.
La dr.ssa Daniela Maiorano ha esplicato con notevole capacità comunicativa il valore dei tre vasi e l’origine della scoperta, di cui si ripropone un excursus, non senza ricordare che la mostra “Memorie di argilla” resterà aperta fino al 25 febbraio 2023 ed è visitabile tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 13.00 e il martedì ed il giovedì dalle ore 16.00 alle 18.30, secondo l’orario di apertura dell’ente comunale.
LA SCOPERTA
Nel 1993, in occasione di lavori per la realizzazione di un civile fabbricato in via Toscana a Casagiove, furono rinvenuti diversi contenitori ceramici deposti a corredo di quattro tombe a cassa di tufo: una infantile e tre di individui adulti. Le sepolture intercettate erano parte della vasta necropoli orientale, datata a partire dal IV sec. a.C. fino all’età romana, collocata al di fuori della porta urbica orientale dell’antica città di Capua che, partendo da Curti, interessava diversi centri prossimi all’antica via Appia estendendosi fino a Caserta.
Le tombe si collocano in un momento storico particolare (fine del IV sec. a.C.), in cui l’elemento campano-sannita, ormai già profondamente penetrato nel centro di Capua, aveva irrimediabilmente messo in crisi l’egemonia etrusca. Il nuovo assetto socio culturale traspare anche dalle tombe, in cui iniziano a ricorrere elementi nuovi: i corredi tombali di questo periodo esibiscono infatti, nei casi più significativi, cinturoni e punte di lancia, fibule e ceramica acroma, a vernice nera e a figure rosse, di produzione locale.
I TRE VASI
I tre pregevoli vasi sono nella fattispecie una hydria, una neck-amphora e una bail-amphora custoditi ed esposti nel Museo archeologico dell’antica Capua di S. Maria C.V.
Attribuiti ad atelier cumani, sono opere di ceramografi attivi negli ultimi decenni del IV sec. a.C., realizzati nella tecnica pittorica a figure rosse. Le scene figurate mostrano donne simili a dee, restano le signore eleganti che erano in vita, alla moda, capaci di esibire la bellezza del corpo ed ostentare ricchezza; accanto a queste immagini compare e domina la figura del guerriero, in partenza, come metafora del distacco dalla vita.
I tre vasi si contraddistinguono, tra l’altro, per l’uso della policromia resa attraverso suddipinture a definire ed esaltare abiti, gioielli e acconciature, armi ed armature, conferendo volume e vivacità alle figure e agli oggetti protagonisti della scena. Chi li osserva è inevitabilmente attratto dal nitore del disegno, dai motivi ornamentali, dagli elmi luccicanti, dal candore delle epidermidi femminili sapientemente svestite secondo i più recenti canoni ellenistici, o impeccabilmente, leziosamente coperte. L’abbondanza di ceramica figurata rinvenuta all’interno delle sepolture di questo periodo segnala in maniera inconfutabile il persistente apprezzamento delle élite locali per i vasi greci, o che di greco avessero almeno la patina, un fenomeno che generò sul mercato campano una grande richiesta di contenitori figurati, attraverso cui ostentare il proprio status sociale, esibire qualcosa di ellenico da tenere in casa o introdurre nel corredo delle tombe dei propri cari”.