Rigenerazione urbana di piazza Cavour, si parte sabato 19. Cittadini stranieri in prima linea per la tutela dei beni comuni

Verranno piantati tre alberi, installati cestini, effettuati interventi di manutenzione. Al loro fianco il parroco, l’amministrazione e le famiglie residenti nel rione Tescione

0 809

Continua il tour dei cittadini stranieri nei beni comuni del territorio di Caserta. E in particolare nelle aree più a rischio, quelle lasciate spesso ai margini, lontano dai riflettori e che invece più di altre necessiterebbero di azioni mirate. Sabato 19 febbraio dalle ore 10 alle 13 i volontari, tra questi anche i minori non accompagnati ospiti delle strutture di accoglienza di Cidis onlus, saranno in piazza Cavour per un intervento di rigenerazione urbana. Al loro fianco don Gianmichele Marotta della chiesa di San Pietro in Cattedra, un referente dell’amministrazione comunale e i residenti del quartiere per un’opera collettiva di protezione ambientale e responsabilità sociale. I migranti, che da settimane ormai si prendono cura del verde pubblico attraverso iniziative di condivisione e collaborazione con associazioni e realtà del territorio, pianteranno tre alberi di Giuda, installeranno nuovi cestini, effettueranno piccoli interventi di manutenzione e provvederanno anche alla pulizia di questo spazio affinché possa tornare fruibile per i bambini e le famiglie. Gli abitanti del rione Tescione da tempo lamentano infatti che questa piazzetta è abbandonata al degrado e all’incuria ed è spesso oggetto anche di atti di vandalismo. Con l’iniziativa di sabato gli stranieri intendono però anche lanciare un messaggio di tipo sociale. La loro volontà di contribuire al miglioramento dei servizi pubblici e alla crescita della qualità di vita della comunità va infatti di pari passo con il desiderio di integrarsi e fare rete sul territorio. L’evento di sabato, promosso dalla cooperativa sociale ‘Credito senza confini’ – di cui è referente Hasnae Guettaya – nell’ambito del progetto ministeriale LGNet Assistenza emergenziale, finanziato dal Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione) dell’Unione europea, va proprio in questa direzione. Mostrare alla comunità i benefici dell’inclusione sociale e al contempo consentire ai cittadini stranieri di sentirsi parte integrante della comunità che li ha accolti.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Ho letto e accetto Privacy Policy

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.