Le irregolarità del servizio postale a Casagiove nel periodo della Grande Guerra (1916)

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I. Un’anonima denuncia

La situazione di irregolarità per quanto riguardava il servizio di distribuzione postale nel comune di Casagiove, si andò palesando nel periodo in cui l’Italia, e quindi tanti cittadini, molti dei quali di giovane età, si trovarono a dover fare i conti con la dura realtà della Prima Guerra Mondiale (1915 – 1918). Il contesto belligerante in cui la Penisola si trovava giustamente coinvolta, provocò in tante famiglie momenti di ansia, legati al fatto che dei propri cari al fronte, non si riuscivano ad avere notizie certe. Il servizio postale, fu quindi indispensabile a questo scopo. Per quanto riguardava la situazione della distribuzione postale a Casagiove, sul conto di quest’ ultima, venne inviata il 12 ottobre 1916 una missiva anonima al prefetto di Caserta, in cui si metteva  nero su bianco il disagio che i cittadini stavano vivendo in tal senso. In quel periodo si trovava a ricoprire la mansione di “spensare la posta” una donna, che però “non è(ra) il suo mestiere”. La donna poi, durante il suo lavoro veniva accompagnata da un ragazzo “che non sa(peva) neanche leggere, sicché tutta la posta è(ra) brogliata”. Per questa cattiva condotta infatti, riportava il redattore della denuncia anonima: “noi di Casagiove piangiamo tutti di vero cuore perché abbiamo figli, marito, ecc… alla guerra, e prima ricevevamo la posta tutti i giorni”. “Ora – continuava l’anonimo rivolgendosi al prefetto –  non possiamo avere notizie figuratevi che dolore e le lacrime a l’occhio abbiamo”. Pertanto, l’anonimo redattore incitava il prefetto di Caserta “di sbrigare questi fatti, a mettere la posta, come era una volta sezionata, sicché le lettere si portano a uno, per un altro, e si fa(ceva) tanto chiasso”.

II. Le informazioni raccolte dai Carabinieri Reali

Circa la denuncia anonima recapita al prefetto di Caserta, la Compagnia di Caserta dei Carabinieri Reali si adoperò appena otto giorni dopo, il 20 ottobre 1916, ad indagare sulla faccenda che aveva coinvolto il servizio postale casagiovese. I Carabinieri allora, evidenziavano in primo luogo e in virtù del ricorso anonimo che, “il servizio della distribuzione della posta nel Comune di Casagiove, per diversi giorni ha(veva) lasciato effettivamente molto a desiderare”, perché era stato affidato alla moglie del portalettere, un tal Giovanni Di Gennaro, il quale però risultava assente da Casagiove poiché era stato “richiamato alle armi quale guardia di finanza”. La donna però, essendo già impegnata nelle faccende domestiche, “non poteva certamente espletare il suo mandato con sollecitudine e precisione”. L’inconveniente doveva ad ogni modo attribuirsi al fatto che il titolare della mansione, il signor Giovanni Di Gennaro, era stato autorizzato a fare questa sostituzione di persona, “in base ad un Decreto Luogotenenziale esistente a nominare supplente durante la sua assenza, una persona della propria famiglia”, ciò che prontamente venne fatto “in persona della di lui moglie, senza che prima ne fosse stabilita, da chi ne aveva il dovere, la capacità di costei e se sapeva leggere e scrivere”. Nel giro di poco tempo però, a dire del comandante della divisione dei Carabinieri Reali, l’inconveniente che veniva lamentato dai cittadina “è(ra) ora cessato”, poiché la Direzione delle Poste di Caserta era stata costretta, “dopo il cattivo risultato della donna”, ad affidare nuovamente il servizio “al supplente postale” Saverio Scialla, prima però licenziando la donna. Il signor Saverio Scialla “essendo un ecs portalettere” adempieva in questo modo “il suo mandato con precisione ed esattezza”.

Fonti

  • Archivio di Stato di Caserta, Prefettura Gabinetto (II inventario), busta 454 – fascicolo 1763.
  • Domenico Squeglia (a cura di), 50esimo anniversario della riconquistata autonomia : i casagiovesi caduti nei due conflitti mondiali, Casagiove 1997.

 

 

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