Barbaro (FdI): «necessario chiarire il ruolo della Vigilanza Pesca dopo il rapimento dei pescatori di Mazara del Vallo»

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ROMA – Il caso dei pescatori di Mazzara del Vallo (sequestrati per oltre 3 mesi in Libia) ha acceso un faro sul ruolo della «Vigilanza Pesca» (Vi.Pe.) della Marina Militare che ha il compito di assicurare il libero esercizio dell’attività di pesca dei pescherecci nazionali in acque internazionali, nel pieno rispetto delle leggi nazionali vigenti. L’argomento è giunto all’attenzione del Governo con una nuova interrogazione parlamentare del sen. Claudio Barbaro (Fratelli d’Italia) indirizzata al ministro della difesa, Alfonso Guerini, ed al ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio.

«Il caso dei pescatori di Mazara del Vallo – scrive il sen. Barbaro – ha esasperato le legittime paure di tutti i pescatori italiani che svolgono la loro attività nel canale di Sicilia e che, ad oggi, non si sentono più protetti dalla Marina Militare Italiana e dal Vi.Pe. Proprio il caso citato non assicura i pescatori che il servizio di vigilanza della Marina Militare assolva le proprie funzioni con adeguatezza e congruità di uomini, mezzi ed ingaggi; all’uopo si rammenta che le varie associazioni dei pescatori hanno più volte segnalato e denunciato carenze e inefficienze, fra cui la Confsal Pesca, sindacato autonomo del settore ittico, all’indirizzo dell’amministrazione pubblica, senza però ricevere adeguate risposte in concreto».

«Il vice ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni – continua Barbaro – intervistata su Radio24, invece di condannare il sequestro da parte delle autorità nordafricane, si è incredibilmente spesa nel dichiarare come i pescatori fossero a conoscenza che quelle acque di pesca siano da considerarsi “non sicure”, non già per insidie marine o naturali, ma proprio per le attività, illegittime sotto il profilo del diritto internazionale e del mare, dei mezzi della marina libica e ciò nonostante l’ingaggio del Vi.Pe. e la presenza del naviglio militare italiano “Durand de la Penne”, che non è intervenuto pur dopo aver dato ampie rassicurazioni di azione».

Il Senatore conclude l’interrogazione chiedendo ai ministri Guerini e Di Maio «quali ragioni abbiano determinato il mancato monitoraggio e l’inefficace tutela dei pescherecci “Antartide” e “Medinea” e dei loro equipaggi, catturati a 42 miglia dalle coste libiche, in pieno tratto di mare internazionale e pertanto nel pieno diritto di pesca», «quanto e come l’Unione europea sia intervenuta nella vicenda della liberazione dei pescatori» e «quali interventi militari e diplomatici i Ministri in indirizzo intendano promuovere al fine di consentire la pratica del comparto ittico italiano nel canale di Sicilia, assunto che precludere gli spazi di pesca rappresenterebbe un ulteriore, devastante, danno ad un segmento già in forte affanno».

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