Questa mattina, appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Castel Volturno (CE), unitamente a militari dell’Ufficio Locale Marittimo – Guardia Costiera di Castel Volturno (CE) e della Stazione Carabinieri Territoriale di Grazzanise (CE), hanno dato esecuzione al Decreto di sequestro preventivo, emesso in via d’urgenza, dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere del depuratore intercomunale di Vitulazio (CE), del by-pass e del collettore ad esso afferente, per il reato di inquinamento ambientale, con contestuale nomina di un Amministratore Giudiziario che dovrà garantire l’osservanza della normativa sulla gestione dei reflui in esso conferiti.
L’adozione di detto provvedimento si è reso necessario in quanto gli esami analitici dei campioni d’acqua prelevati alla foce del Canale Agnena, dall’ARPAC di Caserta, nella sera del 6 maggio u.s., in occasione della grave manifestazione di inquinamento che si era ivi evidenziata, hanno caratterizzato la predominante natura organica dello sversamento illecito arrecato in danno del Canale Agnena, con abnorme presenza nell’acqua di Escherichia coli pari a 380.000 UFC (Unità Formanti Colonie batteriche per millilitro), quando il limite ammesso per l’Escherichia coli in uno scarico in acque superficiale è pari a 5.000 UFC.
Gli stessi campioni di acque prelevati alla foce del Canale Agnena la sera del 6 maggio u.s. sono stati oggetto di successive analisi molecolare, per la ricerca qualitativa di markers di specie, da parte dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici (NA), che hanno evidenziato una prevalente contaminazione da DNA umano con deboli tracce per quanto riguarda il DNA animale. Tale responso analitico aveva sancito in maniera inequivocabile che la principale fonte del manifestato inquinamento del “palese piume di colore molto scuro che si protrae nel mare Tirreno per qualche chilometro dalla foce del Canale Agnena” è da attribuire a illeciti scarichi di acque reflue urbane non depurate.
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha fornito un utile contributo al riguardo attraverso un’analisi radiometrica e meteomarina dell’area alla foce del Canale Agnena nel periodo dal 2 al 10 maggio 2020 con la quale si è ipotizzato che, a causa della situazione meteomarina dei giorni precedenti l’evento, si sarebbe formato un effetto ed. “tappo” dal punto di vista idraulico dell’Agnena, dovuto alla risalita dell’acqua marina all’interno della foce e nel canale, mentre nei giorni seguenti la corrente avrebbe riportato verso il mare quanto accumulato nel canale nei giorni precedenti, spiegando così il vistoso fenomeno del ed. “piume” o “pennacchio” manifestatosi il 6 maggio 2020, ma in realtà già presente nel canale da tempo, come dimostrano, d’altronde, le foto satellitari del medesimo fenomeno avvenuto nel 2004, nel 2012, nel 2016 e nel 2019.
E’ seguita nei giorni successivi un’attività ricognitiva del bacino idrografico del Canale Agnena con ispezioni delle sponde, con mezzi natanti e sorvoli, al fine di vagliare ed individuare tutte le possibili fonti dell’inquinamento con l’acquisizione relativa di documentazione amministrative rilevante per le indagini. In tale contesto è stato individuato anche il grosso allevamento zootecnico bufalino, nel Comune di Capua (CE), che questa Procura ha sottoposto a sequestro preventivo nei giorni scorsi e che aveva deposito sul suolo nudo enormi cumuli di letame proprio lungo la sponda del canale Agnena, per una lunghezza di circa 250 metri ed una larghezza di 6 metri, i cui liquidi di sgrondo tracimavano all’interno dell’adiacente Canale Agnena ma a cui, per le ragioni sopra indicate circa il DNA analizzato, non è riconducibile il plumen del Mar Tirreno del 6 Maggio 2020. Il focus dell’indagine ha, quindi, avuto per oggetto l’individuazione degli scarichi di acque reflue urbane non depurati che vengono immessi illecitamente nel canale Agnena e che ne determinano il grave inquinamento registrato alla foce.
In tale contesto è stato sottoposto, in data 12/05/2020, a ispezione e controllo il principale impianto di depurazione intercomunale che convoglia nel Canale Agnena le acque reflue urbane prodotte dagli abitati di Vitulazio, Pastorano, Camigliano e Bellona.
Durante le fasi di verifica si rilevava in primis la presenza sul collettore fognario una vasca in cui è ubicato lo sfioratore di piena, attivo al momento dell’ispezione nonostante l’assenza di precipitazioni meteoriche da oltre 24 ore; per quanto stimabile a vista, circa la metà dei reflui bypassano l’impianto dallo sfioratore di piena, immettendosi direttamente nel ricettore, Canale Agnena, senza alcun trattamento di depurazione e in assenza di autorizzazione In tale occasione l’ARPAC procedeva a prelevare nel canale Agnena un campione di acque superficiali in un punto a monte dell’immissione della condotta fognaria in cui convoglia anche il predetto by-pass ed un analogo prelievo a valle, al fine di accertare le caratteristiche qualitative delle acque e l’impatto dell’immissione fognaria sul corpo idrico. Già la prima valutazione visiva ha permesso di documentare una vistosa anomala variazione di colore che le acque del canale Agnena subivano tra la zona a monte e quella a valle per effetto dello scarico del depuratore e dello sfioratore di piena. Anche gli esiti dei risultati analitici restituivano un analogo responso rispetto a quanto già verificato visivamente, ovvero nelle acque del canale Agnena a monte dello scarico del collettore del depuratore si registrava la presenza di soli 600 UFC di E. Coli mentre immediatamente a valle dello scarico del depuratore (che convoglia sia le acque trattate che quelle del by-pass) si registrava una elevatissima presenza di E. Coli pari a 800.000 UFC con una evidente compromissione del corpo idrico a causa della immissione del collettore direttamente nel Canale.
Il predetto depuratore intercomunale di Vitulazio (CE), serve una popolazione complessiva di 18.700 abitanti circa e si pone come fonte inquinante principale rispetto a tutte le altre che pure sono state individuate, di abitati e delle frazioni molto meno popolose che convogliano i reflui urbani, non depurati, nel canale Agnena (oggetto anche essi di approfondimenti di questo Ufficio) ma che si pongono solo come concause del fenomeno di inquinamento ambientale dell’Agnena in quanto riferiti a popolazione molto meno numerosa nel complesso rispetto a quella servita dal depuratore intercomunale di Vitulazio.
Incolpazioni provvisorie sono state ascritte a carico di tutti i Sindaci dei quattro Comuni interessati (Vitulazio, Pastorano, Camigliano e Bellona) che si sono succeduti dal maggio 2015 all’attualità, con condotta perdurante, nonché a carico del legale rappresentante della società che gestisce l’impianto di depurazione. La Procura, al fine di impedire il protrarsi delle cerniate condotte illecite, ha disposto l’odierno sequestro preventivo del predetto depuratore intercomunale mantenendone, ovviamente, la facoltà d’uso in capo ai Comuni consorziati, dal momento che l’interruzione tout-court del servizio essenziale determinerebbe danni alla salute pubblica, immettendo però contestualmente nel possesso dell’impianto un Amministratore Giudiziario, individuato e nominato da questa Procura, al solo fine di assicurare la corretta gestione dei reflui urbani del Consorzio dei Comuni, secondo le prescrizioni di immediato adeguamento individuate preventivante dall’ARPAC di Caserta. Solo in questo modo è possibile assicurare la effettività della tutela penale dell’ecosistema fluviale e marino del litorale domitio e porre fine ad una criticità ultraventennale sempre denunciata ma mai risolta.