Il cavalier Carlo Dumontet e l’istallazione della filanda serica a Casagiove agli inizi del Novecento

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Premessa

Casagiove, nei primi anni del XX secolo, sarà protagonista di una “fioritura” a livello culturale e sociale che in qualche modo, avrebbe reso un certo prestigio alla cittadina. Come scriveva infatti nel 1993, il compianto Michele Fiano, nel suo lavoro editoriale intitolato “Casagiove: Origini, Sviluppo, Usi e Costumi, Futuro” (confronta pagg. 47 e 48): “L’attività industriale, commerciale ed artigianale di Casagiove, nell’ anteguerra, anche se modesta, date le sue piccole dimensioni e la scarsa popolazione, era varia e redditizia: agricoltura, fornaci di calce e laterizi, pastifici, oleificio, filanda serica”. Fiorente, poi, risultava il commercio e, probabilmente, “addirittura uno dei più importanti di tutta la provincia”. Tra le diverse attività imprenditoriali che si distinsero, va ricordato senz’ altro il pastificio fondato da Antonio Pepe nel 1865. Il pastificio in questione che produceva per lo più “sfarinati e paste alimentari”, raggiunse una certa notorietà quando, nel 1905 venne visitato dal re di Italia, Sua Maestà Vittorio Emanuele III di Savoia.

I. Il cavalier Dumontet chiede di istituire la filanda serica

Agli inizi del XX secolo, Il signor Carlo cavalier Dumontet fu Giulio, il quale risiedeva a Napoli al civico 14 di piazza Agostino Depretis, tramite telegramma inviato all’Intendente delle Finanze della provincia di Caserta, aveva deciso di fare richiesta per poter “impiantare una filanda serica a vapore di 120 bacinelle”, in una località non specificata (certamente Coccagna) che però risultava “confinante con la proprietà Borzacchiello, vicinale Landi Fiorillo e strada comunale”. Il dichiarante, inoltre, chiedeva “la concessione di n. 6 penne decimali di acqua”. Tale impianto, affermava il Dumontet, avrebbe dato lavoro “a non meno di 150 operaie” e, contemporaneamente, avrebbe portato ad un “incremento industriale in questa Provincia”. Il Prefetto di Napoli avvocato Giannetto Casavola allora, il 3 aprile 1900, informava della faccenda il prefetto di Caserta, al quale veniva riferito che il cavalier Carlo Dumontet era un “distinto commerciante ed industriale di nazionalità francese, ma qui stabilito da molti anni” e che appunto, aveva intenzione “di impiantare in codesta Provincia una importante filanda serica di 120 bacinelle”. All’uopo, il richiedente aveva inoltre fatta richiesta all’Intendenza di Finanza, “per ottenere la concessione dell’acqua necessaria all’erigendo opificio”. Si trattava, come si è potuto vedere, scriveva il Prefetto napoletano a quello casertano, “di una iniziativa utilissima e meritevole d’incoraggiamento”, anche perché in quel periodo, il sorgere di un’industria serica, “del tutto mancante in questa regione (dove se ne tolga lo stabilimento di S. Leucio)”, sarebbe venuta “non poco a richiamarsi in onore l’allevamento del baco da seta”  a cui appunto, lo stesso Prefetto di Caserta “ha(veva) voluto dedicare con sue cure speciali, bene apprezzandone l’importanza economica”. Concludeva il Prefetto di Napoli di raccomandare “la intrapresa” del cavalier Dumontet, pregando il Prefetto di Caserta “di voler interporre i suoi autorevoli uffici” presso l’Intendenza di Finanza, “per il più sollecito espletamento dell’istanza sopraccennata”. Così, il 7 aprile 1900, il prefetto di Caserta, scriveva all’Intendenza di Finanza della Provincia di Terra di Lavoro, informando quest’ultima della richiesta fatta dal cavalier Dumontet riguardante l’erezione della filanda serica a vapore e invogliando la stessa Intendenza a far si che il progetto del Dumontet fosse stato completato “nel più breve tempo possibile”.

  1. L’inaugurazione dello stabilimento serico a Casagiove

I tempi burocratici per la edificazione dello stabilimento serico, non dovettero essere lunghi, considerando che esso sia stato edificato nel giro di circa due anni e mezzo. Una notizia del tutto particolare è quella che emerge dai “Verbali delle Adunanze” dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione di Coccagna. Nel 1903, dato che si erano conclusi i lavori di costruzione della chiesa dell’Arciconfraternita e quindi bisognava aprire in maniera solenne la nuova chiesa al culto, il priore dell’epoca Alessandro Santoro insieme con tutti i confratelli del Pio Sodalizio, decisero di celebrare la festa “esterna” in onore dell’Immacolata Concezione nei giorni 30, 31 maggio e 1 giugno 1903. Il Priore allora aveva stabilito di riportare la statua della Vergine nella nuova chiesa, perché prima dei lavori era  stata trasportata nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Vittoria di Coccagna. Sabato 30 maggio 1903 “alle ore sei dopo meridiano” era “sfilata la processione dalla detta chiesa parrocchiale” che aveva visto il trasporto dell’immagine della Vergine Immacolata “solennemente accompagnata con due bande musicali, la banda di Casapulla e la banda di Macerata (Campania)”. Non appena ebbe inizio l’imponente processione, la statua della Madonna, partendo dalla chiesa parrocchiale della Madonna della Vittoria, venne direttamente portata “alla nuova filanda serica per l’inaugurazione del nuovo stabilimento” e, una volta “entrata la processione nello stabilimento […] si è(ra) trovata la macchina fotografica”, con la quale venne “scattata la fotografia a tutta intera la processione con la detta statua e tutto il popolo”. Terminato lo scatto fotografico, il proprietario del nuovo stabilimento, il signor cavalier Carlo Dumontet, aveva offerta un’elemosina alla Vergine Immacolata pari a “un biglietto di lire cento”.

 

Fonti

  • Archivio di Stato di Caserta, Prefettura – Gabinetto, busta 20 – fascicolo 187. Nel fascicolo manca, in base alla voce inventariale, l’allegato del “Roma”, giornale politico quotidiano del 29 settembre 1900.
  • Archivio Storico dell’ Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione di Coccagna, Libro delle Deliberazioni anni 1857 – 1913.

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