Un popolo in festa a Casanova (Casagiove) nel 1860: la festa di San Michele Arcangelo e la corsa dei cavalli per festeggiare San Vincenzo dé Paoli

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Premessa

In passato, seppur non troppo remoto, chi era preposta ad organizzare le feste popolari in onore di San Michele Arcangelo, patrono della città, e del compatrono San Vincenzo dé Paoli, era l’Arciconfraternita di San Michele Arcangelo, fondata con Regio Decreto del 29 aprile 1749. Il Consiglio dell’Arciconfraternita, infatti, provvedeva a “sorteggiare” i nominativi di uomini di fiducia e di consolidata Fede cristiana che appunto, avrebbero composto il Comitato per l’organizzazione dei due eventi popolari: San Michele Arcangelo a maggio e San Vincenzo dé Paoli a luglio. La cosa davvero particolare e che, benché San Michele Arcangelo sia il patrono principale di Casagiove, veniva festeggiato in maniera davvero “semplice”, mentre il suo “compagno”, San Vincenzo dé Paoli, in maniera si “semplice”, ma con un tocco di folclore in più. Appare del tutto chiaro che, anche all’epoca per poter svolgere le cosiddette “feste di piazza”, c’era bisogno dei dovuti permessi da parte delle Autorità competenti. Particolare è il fatto che le processioni si svolgessero durante l’arco delle ore mattutine, questo perché l’abitato di Casanova era molto più piccolo rispetto a quello odierno e con molta probabilità perché l’illuminazione pubblica così come oggi la intendiamo, non esisteva ancora del tutto, quindi svolgere un corteo nelle ore buie sarebbe risultato sconveniente. Come risulta dalle carte d’archivio, infatti, in occasione dei festeggiamenti in onore del Santo francese, si teneva una corsa di cavalli che si svolgeva certamente in una zona in aperta campagna e non, come si potrebbe essere portati a pensare, nel centro abitato. Questi ulteriori tasselli di “microstoria” ci aiutano in qualche modo a riflettere su quanto fossero antiche alcune delle tradizioni popolari che ancora oggi, con amore, fede e devozione, portiamo avanti, aiutati dai parroci nel purificarle. La festa in onore di San Vincenzo dé Paoli rientra, appunto, in questa ottica di rinnovamento, senza tuttavia perdere quelle caratteristiche antropologiche tramandateci dai nostri avi.

I. La festa di San Michele Arcangelo nel 1860

Il 24 aprile 1860, L’Intendente di Terra di Lavoro (Prefetto), veniva avvisato, tramite lettera, affinché avesse autorizzato il compimento della festività in onore di San Michele Arcangelo. All’Intendente, infatti, veniva presentato un tal Raffaele di Stasio, in qualità di Priore dell’Arciconfraternita di San Michele Arcangelo, il quale chiedeva di potergli accordare il permesso “per la processione alla mattina ed un poco di fuoco artificiale alla sera”. Il giorno seguente, invece, 25 aprile 1860, lo stesso Priore Raffaele di Stasio “del Comune di Casanova”, tramite nota inviata all’Ispettore di Polizia di istanza a Santa Maria, metteva al corrente dello svolgersi della “Festività in Casanova”. Il Priore di Stasio aveva, infatti, inoltrata la “supplica” con la quale chiedeva “il permesso onde solennizzarsi colà nel dì 8 p. v. mese (maggio) la festività del S. Protettore con processione la mattina e lo sparo del fuoco artificiale”. In passato, la festa di San Michele Arcangelo ricorreva l’8 maggio, a ricordo della apparizione dell’Arcangelo “Principe delle Milizie Celesti” che portò alla vittoria dei Longobardi sui Bizantini, nel corso della battaglia che si tenne nel territorio garganico (Puglia) tra il 662 e il 663 d. C. Ritornando all’esecuzione della festa,  nel caso che vi fosse stata “l’assenza” dell’Ordinario diocesano (dell’arcivescovo di Capua), l’Ispettore di Polizia rimaneva autorizzato “a secondare la domanda” e doveva inoltre provvedere “al mantenimento della pubblica tranquillità”.

Fonte: Archivio di Stato di Caserta, Alta Polizia – II Inventario, busta 25 – fascicolo 1503

 

II. Una corsa di cavalli per festeggiare San Vincenzo dé Paoli nel 1860

Il mese di luglio del 1860 era ormai alle porte e i preparativi per la festa “esterna” in onore di San Vincenzo dé Paoli, fervevano. Pertanto, Raffaele di Stasio, Priore della Congrega di San Michele Arcangelo, si apprestava a chiedere alle Autorità competenti, il permesso per poter appunto eseguire la festa in onore del Santo francese. Una prima “supplica” veniva inviata alla fine del mese di giugno all’Intendente di Terra di Lavoro (Prefetto) e dove il Priore di Stasio rendeva noto che “il giorno ventidue dell’entrante mese di luglio”, si sarebbe celebrata la festa del glorioso San Vincenzo dé Paoli, ed era consuetudine per l’occasione, “farsi la processione alla mattina, la corsa delle giumente al giorno e il giuoco della così detta Cappella e il fuoco artificiale alla sera”. Il Priore allora, sperava che l’Intendente gli avesse accordato il permesso, convinto che anche in quell’anno “l’avrà”. Per far si che la festa popolare fosse riuscita nel migliore dei modi, venivano avvertiti anche i responsabili della pubblica sicurezza. Per questo motivo, il 28 giugno 1860, lo stesso Priore di Stasio informava la “Polizia Generale” specialmente sulla “Corsa di cavalli in Casanova”. Come già detto, la corsa degli equini doveva svolgersi “nel dì 22” luglio e non avendo avute osservazioni “a farsi in contrario”, il di Stasio chiedeva, “potendosi preservare”, che tale corsa “abbia (avuto) luogo in campagna anziché nell’abitato”, ove si sarebbe potuto “dar luogo ad inconvenienti”. L’autorizzazione da parte dei responsabili della pubblica sicurezza non si fece attendere e da Napoli, il 3 luglio 1860, il Ministero e Real Segreteria di Stato dell’Interno “Ramo Polizia” scriveva all’Intendente di Terra di Lavoro, informandolo che poteva “eseguirsi la corsa dei cavalli” che ivi doveva celebrarsi “nel dì 22 corrente mese”. Inoltre, l’Intendente doveva attenersi alle “unalunghe disposizioni pel mantenimento dell’ordine pubblico”. Tutta questa fase burocratica si concluse finalmente quando, il 10 luglio 1860, l’Intendente informava l’Ispettore di Polizia in Santa Maria e invitandolo “in pari tempo di dare  le analoghe disposizioni pel mantenimento dell’ordine pubblico”.

Fonte: Archivio di Stato di Caserta, Alta Polizia – II Inventario, busta 33 – fascicolo 2445.

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