Mercato immobiliare, Romano: “Governo sta trascurando indotto di un settore che copre 5% PIL nazionale”
CASERTA. L’inevitabile crisi derivante dalle restrizioni dovute al COVID-19, sta già avendo delle ripercussioni nei più svariati settori.
Tra questi, il settore immobiliare, inglobato in quelle che sono state definite “attività secondarie”, potrebbe rischiare un crollo vertiginoso. Una controtendenza in Italiaper il Real Estate, che aveva lasciato intravedere, specie nei mesi direttamente precedenti all’arrivo del Coronavirus, dei nuovi spiragli di ripresa, con una maggiore disponibilità delle banche ad erogare mutui. Dal 10 marzo, per effetto del DPCM pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.62 del 9 marzo, la categoria è praticamente impossibilitata a svolgere le attività funzionali alla finalizzazione delle trattative, poiché non è consentito utilizzare gli uffici di competenza, né risulta facile fissare appuntamenti per i rogiti con i notai. A ciò si aggiunge la paura crescente, in una buona fetta di mercato, ad investire in immobili, data la totale incertezza sul futuro che tormenta, tra gli altri, non solo gli operai, ma anche gli imprenditori.
Abbiamo chiesto un parere ad Agostino Romano, broker dell’agenzia immobiliare “Re/Max Active” di Aversa e consigliere Confcommercio Camp
In relazione agli investimenti immobiliari, Romano ritiene sia ancora il momento giusto per valutare un acquisto: “A spingere in questo senso sono i trends discendenti dei prezzi delle case e il ritorno dei tassi di interesse attorno ai minimi storici. Col tempo crescerà la richiesta di immobili di qualità ed ambienti di lavoro che permettano il distanziamento sociale e che garantiscano salubrità”. Il broker si pone un interrogativo importante: “Mi domando perché il Governo non reputi degne di attenzione mediazioni immobiliari ed edilizia, che valgono quasi un quinto del PIL nazionale. L’acquisto e la vendita di un immobile è un bene essenziale per l’umanità e lo dimostra quanto sta avvenendo in America, dove nessun esercizio è stato chiuso. Inoltre, credo sia importante consentire ai clienti di concludere tutte quelle operazioni già avviate prima del virus, oltre che permettere a nuove persone di risolvere problemi di grande spessore. Se si considera lo smart working, risulta ancora meno chiaro il blocco. Vengono giustamente riaperte le librerie, ma perché continuare a tenere a casa i consulenti, non dando loro l’opportunità di operare adeguandosi alle misure emanate? Far ripartire il settore immobiliare, vuol dire dare uno sprono anche a tutti gli altri; sarebbe un passo decisivo per la ripresa dell’economia in Italia. Dietro al mattone, c’è un grande indotto da non trascurare”.