Jabil, la denuncia: “Già arrivate lettere per spingerli a licenziarsi”

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La JABIL Circuit, (che già da anni ha avviato una procedura di licenziamento volontario, premio: “un interessante incentivo all’esodo” oppure una ricollocazione presso altre aziende) a Giugno 2016 annuncia che sarà pronta a licenziare 350 esuberi, poiché è interessata ad andare altrove, dove si realizzano condizioni di lavoro più convenienti.

A settembre 2019 l’incontro con al ministero del lavoro <>, lo scrive in una nota l’assessore regionale al Lavoro della Campania, Sonia Palmeri, per poi continuare: <>.
Dopo lo sventato pericolo di licenziamento di Settembre 2019, a Novembre arriva la sentenza: entro il 23 Marzo 2020 partiranno le lettere di mobilità, ma intanto in questi giorni a casa dei 350 dipendenti stanno arrivando le lettere “quasi intimidatorie” che invitano a licenziarsi volontariamente dietro incentivo, in quanto sfortunatamente, a loro detta, a causa dei conteggi da loro effettuati i destinatari sono stati inseriti nella lista dei possibili licenziati.
Molto si è fatto in questi anni per manifestare il proprio dissenso e la propria indignazione; ieri mattina a Caserta per l’ennesima volta i dipendenti sono scesi in strada a manifestare in nome della loro dignità lavorativa ma soprattutto personale; non dimentichiamo che per la maggior parte si tratta di madri, che continuano a resistere e a manifestano anche e soprattutto per le loro famiglie.
A nulla sono valsi neanche gli interventi sulla vicenda di autorità politiche, che hanno portato la questione all’attenzione nazionale.
A commentare la vicenda , il giovane casertano Gianmichele Castello, dirigente regionale di Gioventù Nazionale, organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, che dopo aver preso parte alla manifestazione di ieri al fianco dei lavoratori, dichiara:
” queste sono le vittime della globalizzazione, della liberalizzazione dei mercati, dell’incapacità di amministrare.
Questi sono i figli del sud, quelli costretti a lasciare le proprie famiglie per dare a queste dignità di esistere.
Questi sono i figli italiani abbandonati dalle istituzioni, dati in pasto alle multinazionali che hanno come unico scopo quello di fare macelleria aziendale, determinando così l’impoverimento della società civile.
Questi sono i figli di chi invece di creare indotto e lavoro, come Maria Antonietta dava briosce al popolo affamato, così hanno dato il reddito di cittadinanza al sud Italia, che così è condannato ad arrancare dietro un Nord sempre più produttivo e in crescita, diventando sempre più un luogo in cui si consuma e non si produce, un luogo in cui si chiudono aziende e si pensa che con un sussidio assistenziale sia tutto risolto”.

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