Emozione a Napoli, si ripete il miracolo di San Gennaro

Liquefatto il sangue del patrono, il cardinale Sepe: «Fermiamo la cultura della violenza»

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Napoli, 5 mag. (Adnkronos) – Si è ripetuto il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. Quella del sabato che precede la prima domenica di maggio è la prima delle tre date in cui è atteso il miracolo di San Gennaro, insieme al 19 settembre, giorno del Santo Patrono, e il 16 dicembre. All’uscita dal Duomo e durante la processione che ha portato il busto e l’ampolla nella basilica di Santa Chiara, il sangue all’interno dell’ampolla appariva già sciolto ed è stato riconosciuto tale anche dai fedeli.”Il sangue della malavita, quella comune o quella organizzata, resta un vero cancro di questa nostra meravigliosa terra che non riesce a liberarsene del tutto, nonostante la reazione e la lotta della gente sana, nonostante una diffusa cultura antimalavitosa, nonostante l’impegno e i successi delle forze dell’ordine”. E’ quanto ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, nella sua omelia in occasione della processione di San Gennaro all’interno della basilica di Santa Chiara. “Nessuna città può togliere dalla vista le cicatrici di cui è segnata – ha aggiunto il cardinale Sepe – ma Napoli, per l’aberrante via della violenza, rischia di vedere sfigurato per sempre il suo volto”.Il cardinal Sepe lancia un “grido d’allarme” per “contrastare la cultura della violenza e chiamare alla propria responsabilità tutti”. “Troppe strade di Napoli, anche quando non sono bagnate dal sangue, sono diventate teatro di violenza. Una violenza – ha detto il cardinale Sepe – spesso gratuita. Ho il dovere, come cittadino responsabile e come pastore di questa terra di lanciare un grido d’allarme, per contrastare la cultura della violenza e richiamare alla propria responsabilità tutti e ciascuno di noi, perché la società non è una entità astratta ma è fatta da tutte le persone, dalle categorie sociali, dagli enti, dalle associazioni, dalle istituzioni. Tutti, ciascuno per la propria parte, siamo chiamati a sporcarci le mani, a lavorare concretamente, a non perdere tempo, a trovare soluzioni e sinergie, a valorizzare  le eccellenze che abbiamo, le risorse immense che ci sono, la ricchezza culturale di questa terra, a credere nelle due grandi potenzialità e risorse rappresentate dai giovani e dal territorio. E lo dobbiamo fare cercando e trovando le necessarie sinergie tra chiesa, istituzioni, scuola, forze sociali, operatori economici”. Il cardinale Sepe ha, infine, ribadito che “non possiamo fallire in questa impresa, in questo nostro dovere. Per questo vogliamo affidarci ancora e sempre a San Gennaro perché non faccia mai venire meno la sua protezione, la sua vicinanza, il suo amore. A San Gennaro, però, non possiamo chiedere senza dare – conclude -. Come figli devoti, gli assicuriamo la nostra fedeltà, la nostra sincera devozione, le nostre preghiere, ma anche il nostro impegno a cambiare in noi stessi per cambiare la società, per far prevalere il bene comune, per avere una società più giusta e migliore”.

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