Cisl Fp, in provincia di Caserta oltre 80 comuni non potranno più garantire i servizi

L'8 giugno manifestazione unitaria a Roma

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La Cisl Fp di Caserta si sta preparando per scendere in piazza al fianco delle altre federazioni, Cgil e Uil per una manifestazione nazionale, “Il Futuro E’: Servi Pubblici”, sabato 8 giugno per chiedere innanzitutto lo sblocco immediato del turn over, la stabilizzazione dei precari e infine ma non per ultimo il piano straordinario di assunzioni: la Pubblica Amministrazione in molti casi è al collasso, avere meno personale significa non solo carichi di lavoro insostenibili, ma anche una erogazione dei servizi insufficiente.

“Se vogliamo solo guardare a Caserta – spiega Franco Della Rocca, Segretario Generale Cisl Fp provinciale –  il comune capoluogo, tra la legge “Prefornero”, Quota 100 e il pensionamento dei dipendenti ex legge 285 si realizzeranno forti criticità, questo esodo porterà di sicuro alla chiusura di uffici i cui servizi vengono attualmente sostenuti da una sola unità, come ad esempio anche il comune di Santa Maria Capua Vetere. Questo accadrà soprattutto nei piccoli comuni al di sotto dei 5000 abitanti che in provincia di Caserta sono più di 80 e che non sono in grado di intervenire autonomamente con i restanti dipendenti nel garantire i servizi e le procedure che devo essere portati a termine istituzionalmente.

Inoltre, cosa altrettanto grave, questa situazione sta comportando una trasformazione di alcuni comuni, da ente pubblico a ente privato, in virtù di questo esodo infatti i comuni sono costretti ad appaltare a società private servizi che lo stato dovrebbe erogare attraverso gli enti pubblici”.

Si scende in piazza infatti anche per chiedere un taglio alle consulenze esterne che sono onerose e in moltissime occasioni asciugano le casse delle amministrazioni. Scendiamo in piazza per rivendicare più investimenti nei servizi pubblici, per il rinnovo di tutti i contratti pubblici per i quali ad oggi non ci sono adeguate risorse e per quei contratti privati che non vengono rinnovati da oltre 12 anni, come nel caso della sanità privata.

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