Nuova PAC, Masiello (Coldiretti) ad Hogan: “Stop a cibo anonimo”

Il Commissario europeo all'agricoltura in visita oggi a Napoli

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NAPOLI – “La nuova PAC affermi un nuovo modello di agricoltura, autentica e sostenibile, che risponda ad una sensibilità diversa da parte della politica, del mondo della ricerca, dei consumatori”. È il messaggio che Gennarino Masiello, vice presidente nazionale di Coldiretti, ha trasferito al commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan durante l’incontro che si è tenuto questa mattina a Napoli presso Villa Doria D’Angri. L’iniziativa dal titolo “Sostenibilità, innovazione e giovani in agricoltura” ha visto il confronto tra le organizzazioni agricole e i rappresentanti istituzionali, tra cui il deputato europeo Nicola Caputo e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Il presidente Masiello ha consegnato al commissario Hogan il documento “Where is the CAP going?”, con le proposte legislative di Coldiretti per rafforzare la nuova politica agricola comune. “Siamo un’agricoltura che è riuscita a rispondere ai bisogni nuovi dei consumatori, sempre più legati al territorio – ha evidenziato Masiello ad Hogan – trasformando la percezione negativa del passato. Se il budget europeo negli ultimi quarant’anni si è dimezzato, contemporaneamente sono aumentati i vincoli per gli agricoltori. Ma noi non siamo contro le regole, anzi il contrario, ma chiediamo di riqualificare la spesa della politica agricola guardando con maggiore attenzione e coerenza agli effetti che l’Ue stessa punta a realizzare. Per fare questo occorre essere rigorosi nei confronti dei prodotti che entrano in Europa attraverso l’introduzione dell’obbligo di origine degli alimenti nelle etichette. Non è protezionismo, ma trasparenza. Abbiamo avviato la petizione europea #EatOriginal per chiedere lo stop al cibo anonimo, su cui è impossibile rintracciare uso di pesticidi, sfruttamento del lavoro minorile, impatti ambientali drammatici. Questo noi chiediamo all’Europa per rendere efficaci gli investimenti in agricoltura. Allo stesso tempo siamo pronti a costruire rapporti chiari tra agricoltura e industria che guardino a dieci anni, fissando parametri economici sulla qualità in grado di garantire la giusta remunerazione agli agricoltori, la competitività dei prodotti sui mercati, la sostenibilità ambientale e sociale delle filiere”.

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