“Ai caduti per la Patria”: l’erezione di un ricordo marmoreo a Casagiove per commemorare i cittadini morti e dispersi durante la Grande Guerra
In ricordo dei miei bisnonni, Francesco Casertano e Leonardo Perna, entrambi partecipanti alla Grande Guerra, conosciuti grazie alle memorie tramandate dai miei genitori
Introduzione
La storia, purtroppo, non è stata solcata soltanto da eventi gioiosi, ma, soprattutto da eventi infausti che hanno scosso fortemente l’animo e il cuore delle Nazioni. Il Primo Conflitto mondiale (1914 – 1918), definito dal Sommo Pontefice dell’epoca, Benedetto XV come un’ “inutile strage” che disonorò l’Europa intera, vide un massiccio contributo versato col sangue, da parte di numerosi cittadini che per “amor di Patria” si recarono al fronte per difendere in qualche modo quelli venivano definiti “confini” della Nazione. Tantissimi, a tal proposito, furono i giovani che, appoggiarono in pieno la causa italiana nella Grande Guerra. Quest’anno si concluderà il Centenario delle Celebrazioni a ricordo della Guerra in questione, un monito questo per farci riflettere non tanto sulla brutalità delle azioni belliche messe in atto, ma bensì sul sacrificio di molti nostri predecessori, valorosi combattenti per poter rendere a noi oggi, un mondo ed una Nazione migliore.
I. Onore ai caduti casagiovesi nella Grande Guerra
Negli anni successivi alla fine del Primo conflitto mondiale (1914 – 1918), a Casagiove, come nel resto dei Comuni della Penisola, si formò un Comitato spontaneo di cittadini, alcuni dei quali, partecipanti alla Grande Guerra e ritornati a casa illesi dalle brutalità belliche, “per l’erezione di un ricordo marmoreo ai Caduti in Guerra”. I membri del Comitato erano sicuri che “alla patriottica iniziativa” avrebbero aderito quanti avevano “sacro il culto per i Valorosi, che s’immolarono per la grandezza d’Italia”. Il Comitato, il 19 febbraio 1922, aveva così diramato una circolare dove, informava la cittadinanza che presso il Municipio “di questo Comune” si era quindi costituito il citato Comitato “allo scopo di onorare i caduti di Casagiove” mediante una lapide di marmo che ne avesse eternamente scolpiti i nominativi, in segno di un “nobilissimo ed alto sentito civismo”. A ricordo di coloro che versarono il sangue sui campi di battaglia, infatti, andava svolgendosi, in ogni Comune d’Italia, l’opera di riconoscenza verso le milizie italiane, riconoscenza che raggiungeva il suo culmine il 4 novembre a Roma e che poi, trovava “la sua attuazione più intima nelle commemorazioni locali di conterranei non immemori”. Il comunicato diramato dal Comitato promotore della memoriale iniziativa continuava affermando che la popolazione di Casagiove non poteva certamente “demeritare per il tributo di giovani esistenze, date alla Patria” e ancora, non voleva affatto “demeritare per il riconoscimento e l’esaltazione degni a quel tributo da rendersi”. Venne nominato presidente onorario del Comitato il “valoroso” Comandante della Scuola Allievi Ufficiali di Complemento e Allievi Sottufficiali in Casagiove, il quale, fin da subito, incitò i cittadini nel far pervenire le adesioni presso il Municipio di questo Comune, al quale però potevano anche “inviarsi le offerte per il ricordo marmoreo”.
II. Le offerte raccolte per il ricordo marmoreo ai caduti nella Grande Guerra
Il Comitato promotore della lodevole iniziativa in ricordo delle vittime e dei dispersi nel Grande conflitto mondiale, raccolse le offerte in denaro per la costruzione del piccolo monumento marmoreo tramite una sottoscrizione. Si raccolsero 3110, 05 lire, secondo il calcolo effettuato dall’elenco dei donatori. Un nutrito gruppo di cittadini concorse economicamente, in base alle proprie possibilità in denaro, alla realizzazione della lapide sulla quale sarebbero stati scolpiti i nomi degli Eroi casagiovesi. Non solo singoli privati elargirono il loro gentile contributo alla nobile causa, ma pure le scolaresche delle scuole elementari maschili e femminili, sensibilizzate grazie agli insegnamenti dei loro maestri. Il giornale “Terra di Lavoro” dell’11 aprile 1922, rese pubblici, tramite un paragrafo, i nomi di coloro che concorsero generosamente alla creazione della lapide marmorea:
Donò 1,00 Lira: signor Domenico Mingione.
Donarono 2,00 Lire: signor Domenico Perrotta, signor Giuseppe Santoro.
Donò 3,25 Lire: Quarta classe elementare maschile.
Donarono 5,00 Lire (a testa): signor Luigi Santoro, signor Michele Menditto, signor Salvatore D’Ambrosio, signor Guerrino Golinelli, signor Michele Russo, signor Giuseppe Santoro, professor Michele Stefanelli, signor Pietro Santamaria, signor Antonio Paciello, applicato (mansione comunale) Cotugno, applicato Menditto, cavalier Francesco Casertano, tenente Luigi Porzio, tenente avvocato Antonio Nardone.
Donarono 10,00 Lire (a testa): dottor Elpidio Nardulli, signor Antonio Fiano fu Luigi, signor Michele Scialla, signor Luigi Spirito, signor Francesco D’Antuorio, signor Federico Barbato, signor Giovanni Perrotta, signor Francesco Scalamandré, signor Alfonso De Caprio, signor Pasquale Martusciello, signor Pasquale Menditto, signor Girolamo De Angelis, segretario (comunale) Massarotti, signor Antonio Russo, signor Andrea Ferrante.
Donarono 11,70 Lire (a testa): Prima classe elementare maschile, Prima classe elementare femminile.
Donò 12,30 Lire: Seconda classe elementare femminile.
Donò 15,00 Lire: Prima classe elementare maschile.
Donò 18,65 Lire: Terza classe elementare femminile.
Donarono 25,00 Lire (a testa): signor Alfredo Pepe, signor Pasquale Menditto fu Pietro, signor Andrea Centore.
Donarono 50,00 Lire (a testa): colonnello Ernesto Casilini, maggiore Sammartino, commendator Giulio Tescione, avvocato Nicola Galasso, dottor Giovanni Cepparulo, signor Giuseppe Tescione, cavalier Michelangelo Pepe, signor Emiliano Celano, Oleificio dell’Italia Centrale, signor Andrea Tescione, cavalier Gennaro Santonastaso, signor Nicola Palladino, signor Giuseppe Messina, signor Tommaso De Angelis, onorevole Giovanni Persico, conte Di Mauro.
Donò 70,95 lire: cavalier Vincenzo Cotugno.
Donarono 100,00 Lire (a testa): dottor Luigi Fiano, onorevole Giovanni Tescione, Circolo Unione, cavalier Vincenzo D’Albore.
Donò 1342, 50 Lire: Scuola Allievi Ufficiali di Complemento.
III. La cerimonia di scoprimento della targa marmorea
La cerimonia di inaugurazione del ricordo marmoreo con sopra incisi i nomi dei caduti e dei dispersi nella Grande Guerra, si tenne domenica 17 novembre 1922. Questa, a dire dei testimoni oculari, riuscì “Imponentissima, per intervento di autorità ed affluenza di popolo”. Non appena venne scoperta la grande lapide in memoria dei 54 concittadini immolatisi “per la integrazione d’Italia”, al suono dell’Inno reale e “fra entusiastiche ovazioni”, presero parola prima monsignor professor Donato Frese, rettore del Seminario vescovile di Caserta, il quale, a conclusione del suo intervento indirizzava e incitava i cittadini presenti al “saluto della venerazione ora e sempre, sempre, fino a quando sia santo e lacrimato il sangue per la Patria versato!”. Il colonnello cavalier Ernesto Casilini, comandante della Scuola Allievi Ufficiali di Casagiove, nonché presidente onorario del Comitato per la lapide, affermava invece: “[…] I nomi scolpiti su questo marmo ricordano a noi la grandiosa epopea della nostra guerra, ci rappresentano i dolori, i sacrifici, le ansie e ci rammemorano le vittorie del Piave, del Grappa e di Vittorio Veneto: quelle vittorie che fecero realtà ciò che fu il sogno dei più grandi poeti e sognatori, dei martiri delle nostre guerre dell’indipendenza”. Alla solenne cerimonia era presente anche Sua Eccellenza il conte Fulco Tosti di Valminuta, ex sottosegretario agli Affari Esteri che, per l’occasione venne scelto come “oratore ufficiale”, il quale volle ricordare a tutti i presenti “questi figliuoli, che avevano il cuore gonfio di bontà e l’anima vibrante di patriottismo”. Alla cerimonia, rendevano gli onori le rappresentanze di tutte le Armi della Scuola Allievi Ufficiali di Casagiove, mentre, prestava servizio, la Banda Musicale della Legione Allievi della Regia Guardia. Al termine della solenne commemorazione, il Comitato si fece promotore di una lodevole iniziativa solidale a vantaggio degli orfani dei caduti in guerra, ai quali “furono distribuite cartelle del Prestito Nazionale e pacchi vestiario”.
Fonti:
- Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, Emeroteca – Raccolta “Terra di Lavoro” Anno 1922.
- Domenico Squeglia (a cura di), I casagiovesi caduti nei due conflitti modiali, Casagiove 1996.
- Associazione culturale Teatro in Scena (a cura di), Casagiove: i ricordi del tempo, Casagiove 1997.
(La grande lapide marmorea, al momento dell’inaugurazione, venne posizionata sulla facciata del vecchio Palazzo Municipale sito in via Jovara, per anni dimenticata nei sottoscala del Palazzo Mauro, nel 1984 venne nuovamente ricollocata nell’attuale posizione, il cortile del nuovo Palazzo Comunale).