«Valorizzare le agenzie ambientali nel Mezzogiorno è un passo importante per costruire la fiducia nelle caratteristiche del territorio», così il dg Ispra Alessandro Bratti, intervenuto alla presentazione della Carta della natura della Campania.
«Una delle missioni del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente è garantire a tutti i cittadini italiani lo stesso livello di sicurezza ambientale e quindi di tutela della salute». Lo ha ricordato Alessandro Bratti, intervenuto lo scorso 20 aprile a Napoli alla presentazione della Carta della natura della Campania: un prodotto realizzato in sinergia da Arpa Campania e da Ispra. «È innegabile», ha detto il direttore generale dell’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale, «che nel Snpa, così come in altri settori della pubblica amministrazione, esiste una questione meridionale, nel senso che le Agenzie del Sud sono mediamente più deboli, soprattutto dal punto di vista numerico». Bratti ha risposto alle domande di AmbienteInforma a margine dell’evento di presentazione della Carta della natura, che ha visto partecipare, tra gli altri, il vicepresidente della Giunta regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola, il commissario straordinario Arpac Stefano Sorvino e il direttore tecnico dell’Agenzia, Marinella Vito.
Probabilmente nella riforma della legge sulle aree protette, all’esame del Parlamento, verrà confermata l’utilità della Carta della natura. Qual è il suo valore?
«La sua utilità consiste, fondamentalmente, nel fornire una base conoscitiva molto sintetica e immediata. Carta della natura nasce come uno strumento per la valorizzazione dei beni naturali, però nell’applicazione concreta si dimostra essenziale sia per le valutazioni ambientali (valutazione di impatto ambientale, valutazione ambientale strategica, valutazione di incidenza) che per la pianificazione urbanistica e paesaggistica. Oggi, grazie anche alle tecnologie satellitari, la Carta della natura consente ai decisori politici di avere a disposizione strumenti molto potenti per definire alcune scelte. D’altra parte, si tratta di open data, perciò qualsiasi cittadino può fruire della Carta della natura attraverso il sito Ispra ».
La Carta della natura è un esempio di sinergia tra enti del Snpa. Nel corso del convegno si è discusso di carenze strutturali nelle Agenzie del Mezzogiorno. C’è una “questione meridionale” all’interno del Sistema nazionale?
«Sì, in questo come in altri settori della pubblica amministrazione. Per quanto nelle agenzie del Sud siano presenti punte di eccellenza e notevoli professionalità, mediamente si registra una debolezza sia in termini numerici che di specificità professionali. Forse in passato a questi enti non è stata data la giusta importanza. Oggi, in una fase in cui i conflitti sociali sono particolarmente acuti, è più evidente la necessità di avere agenzie autonome, autorevoli, in grado di dare garanzie ai cittadini. Del resto, di certezze hanno bisogno le imprese (parlo di quelle sane), che aspirano a un sistema di autorizzazioni e controlli uniforme in tutto il Paese. È vero che le regole sono a volte astruse, ma più spesso è la loro applicazione a confondere. Ad esempio, costruire linee guida tecniche, valide a livello nazionale, è prioritario per rendere più omogenei i comportamenti delle istituzioni in tutte le regioni e dare più certezze a cittadini e imprese. Ne guadagnano le prospettive di sviluppo del Paese».
In sintesi, possiamo dire che l’attuazione del Snpa è un’opportunità, in particolare se vista dalle regioni del Mezzogiorno?
«Avere una struttura a rete più forte, autonoma e dotata di risorse sufficienti, significa rafforzare la sicurezza ambientale e quindi la tutela della salute in tutto il Paese. Tra gli altri obiettivi, forse qui ancora più significativi che altrove, metterei la ricostruzione di un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni».
Nel corso del convegno si è discusso anche di una narrazione mediatica pregiudizialmente negativa, per le questioni ambientali in Campania, da correggere con un’operazione-verità. È d’accordo con questa lettura?
«C’è, oggettivamente, un’eredità del passato che deve essere rapidamente risolta. Forse c’è stato un periodo in cui la crisi dei rifiuti, anche per via dei collegamenti con il malaffare, ha dettato totalmente l’agenda mediatica delle questioni ambientali in Campania, schiacciando tutto il resto, tra cui le situazioni di pregio, le tante peculiarità campane che sono eccellenze del nostro Paese. Ripeto: mettere in risalto le strutture tecniche, soprattutto in un ambito tematico caratterizzato da una narrazione negativa, significa fare tanto. Valorizzare l’agenzia ambientale, le sue capacità, le sue professionalità, è un passo importante per costruire la fiducia nelle caratteristiche del territorio».
Luigi Mosca
Arpa Campania, [email protected]
foto di Fabiana Liguori