Scemi di guerra: i Bisca mettono alla berlina politica e informazione!

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Mai così duri, diretti, espliciti. Dopo il ritorno con il brano Io sono palestinese, che ha sancito la nuova collaborazione con Phonotype Records, i Bisca sfoderano un nuovo singolo che mostra il loro lato più sarcastico e corrosivo. Scemi di guerra è un feroce atto d’accusa verso l’apparato di guerra e di comunicazione, la politica e l’informazione, nominando personalità di governo, giornalisti, opinion leader senza eccezione alcuna, senza fare sconti a nessuno. A quattro anni di distanza da Stato di grazia, l’album numero 12 della storica band napoletana, con una nuova formazione a quartetto i Bisca rilanciano la loro originale e travolgente miscela no wave tra funk, jazz e punk. Insieme ai due membri storici Sergio ‘Serio’ Maglietta (voce e sax) e Elio ‘100gr.’ Manzo (chitarre) ci sono anche Claudio Marino (Clark Kent) alla batteria e Dub Marta al basso.

Scemi di guerra è anche il nuovo singolo pubblicato da Phonotype Records, che ha riavviato la propria attività sostenendo due gruppi militanti come Bisca Train To Roots. Dall’autunno il lavoro della più antica casa discografica italiana (nata a Napoli nel 1901 con il nome Società Fonografica Italiana e con l’attuale denominazione nel 1911) si farà più intenso e sorprendente, con nuove uscite e recupero del vecchio catalogo. E’ la prima casa discografica nata in Italia e tra le prime al mondo ad avere uno stabilimento autonomo per la fabbricazione di dischi. Casa discografica fondamentale nello sviluppo della cultura musicale italiana nel Novecento, Phonotype è ripartita all’insegna della pubblicazione di nuova musica ma anche di recupero di titoli antichi di uno straordinario catalogo, a rischio di oblio. Come dichiarano i nuovi soci, “Il rilancio di Phonotype è una scommessa su Napoli e su quello che questa città oggi rappresenta in una Europa lenta e dissonante. L’etichetta riparte da un patrimonio culturale unico, un catalogo immenso, più di 100 anni di musica in parte ancora da scoprire, senza però perdere il contatto con la realtà. Perché intanto Napoli continua ad evolversi e ad essere avanguardia. Ed eccoci già al futuro”.

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