L’arte è donna. A Castelvenere nella collettiva Everything is possible quattro artiste protagoniste

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La collettiva “Everything is possible” presso Mondoromulo arte contemporanea a Castelvenere celebra il talento e la creatività di quattro artiste donne che utilizzano la carta come mezzo espressivo. Attraverso varie tecniche, tra cui stampa, disegno e calcografia, le artiste Alessia Canelli, Cecilia Damiani, Fiorita Ragozzino e Marta Perroni offrono una visione unica e personale della loro arte, esplorando temi che vanno dalla poesia visiva alla botanica. La mostra invita il pubblico a esplorare spazi interiori e ad immergersi in un linguaggio artistico alternativo che dialoga tra uomo e natura.

Marco Amore, curatore della mostra ci racconta i loro lavori assieme alle artiste: “Alessia Canelli porta con sé un bagaglio di esperienze che oltrepassa i confini convenzionali delle rispettive discipline, evidenziando un crescente apprezzamento per l’interconnessione dell’arte con altri ambiti del sapere e della pratica umana.” Aggiunge Alessia “Il mio è un tentativo di trasporre suoni, parole e numeri in immagini e segni. Lavoro per sottrazione, simultaneità, per analogie e ambivalenze, ponendo l’accento su ciò che sta attorno, che definisce dall’esterno e diventa necessariamente spazio di propagazione, partendo della pagina: testi asemantici per una lettura tabulare che propone di unire diverse prospettive di senso derivate dal rapporto tra le indicazioni rilevate e quelle esplicitamente offerte.”

Marco ci presenta anche le stampe calcografiche di Fiorita Ragozzino: “La narrazione qui si esprime attraverso una gestualità spontanea, tanto naturale quanto la luce e l’ombra che plasmano i volumi delle opere, tra pennellata e incisione.” “La ricerca – ci dice, inoltre, Fiorita – è continua sperimentazione di materie e tecniche, del gesto e del segno: attraverso la pittura, il gesto spontaneo e il segno inciso, nella stampa che imprime le profondità create dalla materia, rivelando il movimento, le direzioni possibili, la trascrizione dell’esperienza vissuta”.

Passiamo a due approcci che trovano le radici nella botanica. Parliamo prima di Cecilia Damiani: “esplora un territorio che si situa tra la poesia visiva e la calcografia” – dice Marco – “evocando suggestioni orientali o elementi corsivi attraverso un simbolismo di matrice vegetale.” Cecilia continua così “Tutto il lavoro si regge su esili steli e instabili trame. Nella terra di mezzo dove stampe calcografiche di fiori distanti e malinconici, così come quelle dove parole senza verso raccontano una storia smarrita, si trova la sana inquietudine che sorregge il mio portato artistico.”; ed per concludere ecco Marta Perroni con i suoi disegni “Il mio lavoro è una lente d’ingrandimento sui miei spazi interiori. Esploro me stessa e l’ambiente attraverso metafore botaniche e biologiche. Necessità, assenza, quotidianità, relazioni, ricerca, archivio, scoperta e protezione. Risultato è il racconto di un’indagine, processo interno e viscerale in continuo movimento attraverso il quale mi scopro scavando e mostrandomi strato per strato.” Aggiunge il curatore: “con la sua profonda indagine sui temi dell’esperienza umana attraverso metafore botaniche, invita lo spettatore a esplorare spazi interiori di necessità, assenza e scoperta. La sua opera trasmette una sorta di linguaggio alternativo, dove ogni segno, sospeso tra pittura e incisione, diviene la morfologia di un codice nel dialogo tra uomo e natura.” I lavori saranno in mostra in galleria fino al 7 aprile.

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