
Gender Pay Gap, la proposta dell’Unione Giovani Commercialisti: “Sospendere adempimenti a donne in maternità”
“Sospendere gli adempimenti dichiarativi per le commercialiste dai due mesi precedenti la data prevista del parto fino ai tre mesi successivi, potrebbe essere un primo passo per ridurre il Gender Pay Gap. Analizzando i dati della categoria, il gap reddituale di genere, insieme a quello generazionale, è ancora evidente e in questo senso l’Unione è da tempo impegnata per portare alle istituzioni le proprie proposte. Il genere, come l’età, non può essere discriminante”. Lo ha affermato Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, nel corso del webinar “Dal Gender Pay Gap al Generational Pay Gap”, organizzato con Fondazione Centro Studi Ungdcec e Iuya.
“Le donne rappresentano il 33,8 % della platea dei commercialisti, gli under 40 sono invece il 14,7% con un reddito professionale netto in crescita. Eppure – evidenzia Cataldi – i giovani professionisti hanno un reddito pari al 51% rispetto ai colleghi over 40, un dato che ci fa comprendere quanto sia lunga la strada del Generational Pay Gap. Il Gender Pay Gap, invece, è presente in tutte le fasce d’età e cresce costantemente fino a raggiungere il 45% nella fascia di età 51-65 anni”.
Alessandro Bonandini, presidente dei Probiviri Ungdcec, e Francesca Tomada, componente di Giunta con delega Pari opportunità, affermano: “Porre l’attenzione su due tematiche di grande attualità e sensibilizzare la platea su questi aspetti è stato l’obiettivo dell’evento. La richiesta è quella di un riconoscimento di diritti imprescindibili che ad oggi sono garantiti soltanto alle lavoratrici dipendenti: riteniamo che la proposta dell’Unione possa contribuire ad aumentare la quota di professioniste occupate a tempo pieno, con la conseguenza di una riduzione del gap retributivo che si inizia a creare proprio nella fascia di età in cui generalmente una professionista pensa ad avere dei figli”.
Al webinar è intervenuta l’onorevole Letizia Giorgianni, membro della V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera: “Gender Pay Gap e Generational Pay Gap sono due facce della stessa medaglia: disuguaglianze radicate, a cui il governo Meloni sta lavorando già fin dalla prima legge di Bilancio e che richiedono ancora nuove risposte”, ha dichiarato Giorgianni, ricordando le principali azioni messe in campo: dalla Strategia Nazionale per la Parità di Genere, alla certificazione per le imprese, fino agli investimenti del PNRR sull’occupazione femminile, gli asili nido, la formazione STEM e l’imprenditoria femminile. Ma – ha aggiunto – servono anche proposte che nascano dal basso, come quelle dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti”.
Anche la senatrice Elena Murelli, componente della 10ª Commissione (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), ha sottolineato quanto il Gender Pay Gap sia un problema persistente su cui l’esecutivo ha già adottato numerose iniziative concrete con l’obiettivo di “creare ambienti lavorativi più accoglienti per la genitorialità e la promozione dell’imprenditoria femminile”. Murelli ha ricordato di aver depositato in questa legislatura “un DDL che va ad abbassare dal 60% attuale al 51% la percentuale di proprietà delle donne affinché venga riconosciuta l’impresa femminile e quindi consentito l’accesso ai relativi fondi”. Ha aggiunto che “anche il Generational Pay Gap rappresenta una grave problematica che rischia di minare la fiducia dei giovani nel sistema economico e sociale: oltre alla questione salariale, è infatti fondamentale garantire in questo senso anche la prospettiva di crescita professionale”.