La città di Napoli è ricca di tradizioni, in particolare legate alla cultura culinaria festiva. Con l’arrivo del Natale non si può quindi che pensare a uno dei dolci della pasticceria napoletana che occupa un ruolo di rilievo, la classica pastiera.
Più di un dessert, un simbolo di un’antica tradizione che si rinnova ogni anno, portando con sé il profumo e il sapore di una cultura che affonda le sue radici nel passato, senza mai dimenticare di guardare al futuro. In molte famiglie, la preparazione della pastiera non è un semplice atto culinario, ma un vero e proprio rituale che celebra la gioia delle festività, con ingredienti che non sono scelti a caso.
Il Natale, con il suo carico di aspettative e di voglia di concludere l’anno con dolcezza, è il momento perfetto per preparare questo capolavoro, arricchito dai ricordi e dalle esperienze di chi, di generazione in generazione, ha cercato di migliorarne la ricetta.
Ogni famiglia custodisce il proprio segreto per rendere la pastiera speciale, eppure, anno dopo anno, si tenta sempre di perfezionarla, aggiungendo un tocco personale o innovando laddove la tradizione sembra poter cedere il passo all’evoluzione del gusto. Un esempio di questo equilibrio tra tradizione e innovazione è rappresentato da Annamaria Chirico, proprietaria dell’omonima azienda di grano cotto, la quale, attraverso anni di esperienza e sperimentazione, ha perfezionato la sua personale versione di questo dolce iconico. “La mia ricetta è il risultato di un’eredità familiare che si è arricchita nel tempo grazie all’innovazione. Ogni elemento è stato affinato, ogni dettaglio è stato pensato per conservare l’anima del dolce, ma anche per rispondere alle esigenze dei palati moderni, per questo ho desiderato condividerla sulle nostre confezioni”, racconta Chirico.
I segreti per una pastiera perfetta: i consigli di Annamaria Chirico
Preparare una pastiera impeccabile non è un’impresa impossibile, ma richiede attenzione ai dettagli e una cura quasi artigianale per ogni passaggio. La tradizione vuole che la pastiera venga preparata in anticipo rispetto alla festività, affinché gli aromi possano fondersi perfettamente tra loro. Tuttavia, il rischio è che anticipare troppo i tempi renda il dolce eccessivamente umido. Un consiglio pratico è quello di realizzare la frolla anche un giorno prima, lasciandola riposare in frigorifero, ma di preparare il ripieno solo qualche ora prima della cottura. In questo modo, si evita che la pastiera risulti bagnata e si preserva la friabilità della base.
Per quanto riguarda l’utilizzo degli aromi, è importante non esagerare: la cannella e l’acqua di fiori d’arancio devono essere dosati con equilibrio, affinché nessun sapore sovrasti l’altro, ma si ottenga quella combinazione armoniosa che rende unica ogni fetta. Durante la preparazione del ripieno, un accorgimento essenziale è accendere il forno con largo anticipo: un forno già caldo garantirà una cottura uniforme e impedirà alle strisce di frolla che decorano la superficie del dolce di spezzarsi. Annamaria Chirico consiglia, inoltre, di utilizzare esclusivamente prodotti di alta qualità, a partire dal grano cotto fino alla ricotta di pecora, che conferisce alla pastiera quella consistenza cremosa tanto apprezzata.
Un altro segreto fondamentale riguarda la lavorazione della pasta frolla: è essenziale non manipolarla eccessivamente, per evitare che il calore delle mani la riscaldi eccessivamente, rendendola difficile da stendere e meno croccante una volta cotta. La pastiera, in fondo, non è solo una ricetta, ma una piccola opera d’arte che richiede pazienza, dedizione e, soprattutto, amore. Come sottolinea Annamaria Chirico: “Fare la pastiera è un atto d’amore che si tramanda di generazione in generazione. Ogni volta che la preparo, penso a mia madre e a mia nonna, che mi hanno insegnato il valore di prendersi cura delle persone attraverso il cibo, e ai miei nipoti che un giorno mi supereranno in bravura”.