I fratelli De Rege da una testimonianza giornalistica di Cesare Zavattini

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Nel 1940, il giornalista e sceneggiatore Cesare Zavattini dedicava ai fratelli attori nativi di Casagiove, Guido e Giorgio De Rege, un articolo sulla rivista “Tempo”. L’articolo, seppur breve, evidenzia efficacemente il “varietà” dei comici fratelli di nobili origini piemontesi.

Ovviamente, Zavattini conobbe personalmente i due comici, tanto da rimanerne “parallizato dallo stupore”. Il loro successo ebbe inizio nel 1935 e, in particolare, quello che interpretava la parte del meridionale, “senza la truccatura era un ometto di mezza età con il volto più normale del mondo, anzi troppo normale, e la testa da saltatore alla sbarra: pochi capelli all’umberto fronte bassa denti cariati”. Colui che interpretava la parte, per così dire, del “Cretino imbecille stupido idiota asino”, veniva descritto da Zavattini come “un infelice esilarante, e irritante”, un uomo dalla paersonalità ridicola, verso il quale ci si poteva sfogare con epiteti assai forti. L’altro attore, invece, “in apparenza trascurabile, monotono”, si presentava al pubblico, certamente più rude e sicuro di se, specialemente “con il suo gridare offensivo”, tanto che, anche dalla platea, durante gli spettacoli dei fratelli De Rege, il pubblico incitava, in qualche modo, il personaggio a rimarcare ancor di più le offese: “stupido cretino imbecille”.

Cesare Zavattini, però, metteva in guardia i due comici, specialmente dalla pigrizia e dall’ignoranza, due fattori che, a suo dire, avevano caratterizzato il loro primo repertorio e che, inoltre, “trenta battutte, sia pure aggiornatissime” non esaurivano l’ambizione di un attore. Zavattini terminava il suo articolo incitando i due fratelli De Rege, evidenziando che il talento avrebbe risolto, certamente, “i più grossi problemi con un gesto, con una pausa, sempre nell’ordine della parola insomma”. I due comici, per avere lunga vita nel mondo teatrale, dovevano quindi cercare “dentro di se un regista, in parole povere un soccorso all’immaginazione secondo il teatro”.

(Il giornalista Cesare Zavattini, foto tratta da Wikipedia)

 

Fonte:

  • Archivio Privato di Antonio Casertano, rivista TEMPO, Roma 4 aprile 1940.

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