Al Teatro Civico 14 di Caserta, Mario Gelardi dirige il racconto di Conrad “I duellanti”
L’autore e regista Mario Gelardi, sabato 6 aprile ore 20.00 porta in scena al Teatro Civico 14 di Caserta I duellanti, tratto dal racconto di Joseph Conrad, scritto da Francesco Niccolini, interpretato da Carlo Di Maro e Antonio Turco. Il lavoro teatrale racconta il conflitto lungo una vita, tra due militari, Gabriel Féraud e Armand d’Hubert, che sfidatisi inizialmente per un futile motivo, continuano a farlo in tutte le occasioni in cui la vita li pone l’uno di fronte all’altro. Replica domenica 7 aprile ore 18.00. Costo del biglietto 12 euro (intero); 10 euro (ridotto) per under 30 e over 65 acquistabili anche sul sito www.teatrocivico14.it
L’opera è incentrata interamente sul conflitto tra le due figure, l’una l’opposto dell’altra. D’Hubert è un uomo sostanzialmente razionale, “privo di immaginazione che aiuta al ragionamento”, pacato, serio e ligio al dovere; Feraud è descritto come una bestia sanguigna, che ama la violenza in tutte le sue forme e che comprende esclusivamente la forza come ragion d’essere, come istituzione stessa della vita. Una figura rappresenta la violenza mentre l’altra il buon senso. La tenacia ossessiva con cui Feraud costringe D’Hubert a battersi sembra trascendere la ragionevolezza per meglio rimarcare, appunto, il fatto che gli eventi drammatici della vita siano dolorosi e privi di alcun senso, di alcuna giustificazione. Ogni qual volta che D’Hubert sembra al sicuro, ecco che Feraud lo insegue, proponendogli l’eterna sfida mortale. Il fatto stesso che D’Hubert viva con Feraud alle costole è il sintomo stesso della vita che si sforza per essere indipendente dalla sfortuna e che, proprio per questo, finisce ancora più legata ai rivolgimenti della sorte. In questo adattamento di Francesco Niccolini, i due attori che interpretano i duellanti, danno voce a tutte le figure del racconto di Conrad, disegnando un mondo passato che è il riflesso dell’eterno conflitto tra gli uomini.
«Il duello – titolo con cui viene spesso tradotto il racconto di Conrad -, ma anche la contesa, il contrasto, l’opposizione e “le ragioni” che si perdono nel tempo, il diniego di noi stessi che ci travolge: sono questi i nuclei universali de I duellanti. Gabriel Féraud e Armand d’Hubert potremmo essere tutti: in essi si scorge la micro e la macro Storia dell’umanità, in cui ciascuno di noi può trovarsi invischiato nel corso della vita. Ho deciso di portare in scena uno dei più enigmatici e riusciti scritti dell’autore inglese per raccontare la pulsione verso la guerra, che è pulsione di morte e distruzione, non solo verso il nemico, ma prima di tutto verso noi stessi. C’è ancora bisogno di parlarne, perché l’odio è uno dei sentimenti fondamentali dell’umano e non sparirà mai. Non è una questione di civiltà. E il legame profondo, unico, che unisce Féraud e d’Hubert ci insegna che per sopravvivere all’istinto di morte bisogna appellarsi all’unico altro sentimento fondamentale della vita: l’amore. Nessuno dei due desidera davvero la morte dell’altro, ma restano impigliati in questa dicotomia, senza potersi più sganciare l’uno dall’altro, insensatamente e inseparabilmente».