Il botta e risposta tra le due coalizioni fasciste, all’indomani delle elezioni comunali a Casagiove nel 1924

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Premessa

Fino ad oggi, se non in maniera del tutto marginale, erano stati resi noti episodi “particolari” accaduti durante il ventennio fascista a Casagiove. In modo particolare, oltre agli episodi “turbolenti”[1], in occasione delle elezioni amministrative che ebbero luogo a Casagiove nel gennaio 1924 accaddero cose davvero eclatanti[2] e persino tra le persone della stessa ideologia politica (fascista) non correva talvolta buon sangue. Una parte di quei fascisti casagiovesi si andarono, quindi, a distaccare, creando in questo modo una sezione fascista di giovani “impregiudicati”. A guidare questa nuova lista c’era l’ingegner Salvatore Menditto, il quale cercò di comporre una lista caratterizzata dagli “elementi migliori del paese”. Come è noto questa lista ottenne una schiacciante vittoria su quella formata dai vecchi fascisti e, a divenire sindaco fu Giuseppe Castiello, il quale, rischiò anche di essere linciato da un gruppo di fascisti “scalmanati” proveniente da Caserta. Nuovi documenti, però, danno la possibilità di poter approfondire ulteriormente gli ideali e gli stati d’animo di quegli uomini che ben 99 anni orsono, giocarono una partita politica anche attraverso le offese, le ingiurie e le violenze.

I. Casagiove, la patriottica Casagiove.

Il 5 gennaio 1924, e cioè qualche settimana prima dall’apertura delle urne comunali, l’ingegner Salvatore Menditto “ex segretario politico, fascista sempre” in rappresentanza del gruppo CASAGIOVE TUTTA, diramava tramite un volantino[3], il suo pensiero in merito alla situazione politica che stava coinvolgendo Casagiove. Rivolgendosi quindi ai Concittadini, così si esprimeva:

In nome di un ideale purissimo, che si tenta di profanare, v’invitano a rendervi complici di una scalata al Comune.

Voi, che conoscete uomini e cose, rimarrete fermi al vostro posto, chiusi nella vostra fede, intangibili nei vostri diritti.

Casagiove, la patriottica Casagiove, la fascista Casagiove, non è e non sarà facile preda a chi, con falso manto, vuole, per inconfessabili fini, conquistarla!

Il dott. Riccardo Mesolella, illustre segretario politico provinciale fascista, ha nella più perfetta buona fede acceduto alle mire oblique di chi, già per suo ordine espulso dal Fascismo, ha saputo, con mezzi torbidi, rientrarvi e trionfarvi. Ma vano trionfo e debole preponderanza è quella che non si fonda sul numero dei consensi, sulla bontà della ragione e sulla correttezza dei sistemi e degli intenti.

E però noi, fascisti di fede che non crolla, noi, amanti di questa terra nostra, abbiamo il dovere di non prestarci al giuoco insano e funesto.

Per il Fascismo, per Benito Mussolini, per lo stesso Riccardo Mesolella, per Casagiove nostra, sapremo segnare il passo e batterci per questi nomi, che sono altrettanti simboli per noi.

 

II. L’immediata risposta dell’altra coalizione

Quanto accanita fosse stata la campagna elettorale nel 1924, ne sono prova, appunto, i botta e risposta tra i due schieramenti. Non a caso la risposta a quel volantino redatto dal gruppo CASAGIOVE TUTTA, con particolare riferimento all’ingegner Salvatore Menditto, non si fece attendere, e venne così resa nota appena quattro giorni dopo dal primo, il 9 gennaio 1924. Questo ulteriore volantino[4] venne redatto da Federico Caporaso “Ex – Segretario Amministrativo del Fascio Casagiove e obbediente Fascista”. Lo scritto redatto dal Caporaso criticava aspramente l’ideologia e l’operato della coalizione CASAGIOVE TUTTA e, nella totalità così si esprimeva, rivolgendosi ai cittadini casagiovesi:

Il rappresentante di Casagiove tutta pubblica un manifesto per invitare i Casagiovesi a non entrare nel Fascio, e si dichiara Fascista sempre. Ciò è una volgare e stupida contraddizione, poco degna per un uomo che tiene una laurea e che ha combattuto per la Patria.

Se egli è Fascista oggi, deve sentire l’obbligo di presentarsi al nuovo Triumvirato e mettersi a sua disposizione, e non già limitarsi a segnare il passo. Se, invece, non è Fascista, non deve insultare il  Fascismo, i nostri Capi venerati e Casagiove tutta, nomi che egli non è degno di pronunziare. Specialmente Casagiove tutta non può essere da lui chiamata in soccorso, perché le strade sono ancora in un grande sfacelo per il famoso acquedotto[5] e per la distribuzione delle acque ai privati. Questi ricorderanno sempre il prezzo generoso e modesto a cui egli li ha assoggettati.

Non tarderà molto e il Signor Procuratore sarà chiamato a rendere conto a Casagiove tutta del complesso di tutte le sue malefatte quale individuo, quale ex – Segretario Politico, quale Fascista sempre, quale Direttore responsabile della conduttura dell’acqua e quale Direttore della Cooperativa.

I Soci Cooperatisti vedranno fra poco l’errore nel quale essi ora cadono per seguire la sua linea di condotta politica, la quale non ispira a sentimenti di pura fede Fascista e di verace patriottismo. Il Fascista obbedisce ciecamente alle direttive della gerarchia Provinciale e non amoreggia con altre tendenze politiche che si chiamano filofasciste e che non sono effettivamente altroché Riformiste.

Tornate, caro Rappresentante, su i vostri passi. Non li segnate e non vi battete per il Fascismo, per i nostri sommi Duci, per Casagiove tutta, poiché nessuno in questi nomi vi ha autorizzato a prendere le loro difese.

Se siete un Fascista sempre, tornate al Fascismo: altrimenti i Fascisti non vi permetteranno che voi contaminiate il puro ideale che anima la parte sana e ben pensante di Casagiove.

Non mi mettete in condizione di dire in pubblico tutto ciò che si è verificato durante il tempo nel quale siete stato Segretario Politico del Fascio di Casagiove. Sarebbe un brutto giorno per voi quello nel quale Casagiove tutta sapesse ciò che avete commesso in seno al Fascio in danno specialmente dei vostri stessi compagni!

Note

[1] Antonio Casertano, Episodi “turbolenti” dell’era fascista a Casagiove, ViviCampania 2020.

[2] Antonio Casertano, Le elezioni comunali a Casagiove nel 1924 tra la mobilitazione contro i vecchi fascisti, violenze inaudite, sostituzione e sequestro di persone, ViviCampania 2020.

[3] Biblioteca del Museo Provinciale Campano di Capua.

[4] Biblioteca del Museo Provinciale Campano di Capua.

[5] Archivio di Stato di Caserta, Prefettura – Gabinetto (II inventario), busta 263 – fascicolo 843.

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