Un nuovo Sistema Sanitario per le Comunità Montane. L’Ordine dei Medici di Caserta a Piedimonte Matese
L’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Caserta fa tappa giovedì 19 ottobre a Piedimonte Matese per un Consiglio Direttivo itinerante. E sarà la prima volta che l’organo esecutivo dell’Ordine si riunirà fuori dalle mura di via Bramante. Ma la tappa a Piedimonte Matese sarà preceduta il giorno prima, mercoledì 18, dall’incontro al liceo Galilei sulle malattie sessualmente trasmissibili dalle 15,30 alle 17. A introdurre l’appuntamento con “L’Ordine per le scuole” le dottoresse Alessandra Sicignano e Michela Papa della commissione per la prevenzione, per la tutela dell’ambiente e del cittadino dell’Ordine casertano. Il giorno dopo, giovedì 19, sempre a Piedimonte Matese il convegno «Un nuovo Sistema Sanitario per le Comunità Montane. Decreti Ministeriali 70 e 77. Opportunità e criticità», dalle 15,30 alle 20,30 presso l’Auditorium Museo Civico “Raffaele Marrocco”. L’evento è stato promosso dall’Ordine in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Piedimonte Matese.
Sul tema “L’impatto del nuovo modello di assistenza sanitaria sui territori montani” interverranno Vittorio Civitillo sindaco di Piedimonte Matese, Carlo Manzi presidente dell’Ordine dei Medici di Caserta, Amedeo Blasotti direttore generale ASL Caserta, Fernando De Felice sindaco di Alife. E ancora, Pasquale Orsi sindaco di Letino, Michele Caporaso presidente della Comunità Montana del Matese. Moderatore Luigi Ferritto assessore del Comune di Piedimonte Matese. A seguire la tavola rotonda su “Decreti Ministeriali 70 e 77: la voce dei protagonisti”. L’incontro sarà moderato da Vincenzo Cappello segretario AREC Campania e Diego Colaccio medico chirurgo.
Obiettivo del Convegno è mettere in connessione i decisori tecnici e politici con i protagonisti della sanità, per favorire meccanismi di bottom up, alla base delle decisioni su come utilizzare le risorse destinate per la sanità.
Le parole del presidente dell’Ordine dei Medici di Caserta Carlo Manzi: «Dei circa 7000 medici della provincia di Caserta solo il 5% risiede nei Comuni identificati nella comunità montana di Piedimonte, ma abbiamo scelto proattivamente loro per lanciare un segnale ai decisori politici. L’Ordine considera i medici delle comunità montane alla pari dei colleghi residenti nelle grandi città, allo stesso modo i cittadini di queste terre devono poter accedere ai servizi sanitari come gli altri. Solo investendo tempo e risorse per questi territori possiamo garantire una vera universalità delle cure».
Il sindaco di Piedimonte Matese Vittorio Civitillo: «Ottima iniziativa l’organizzazione di un convegno sul sistema sanitario nelle comunità montane. Ringrazio in modo particolare, tra gli altri promotori dell’evento, il dottore Luigi Ferritto, assessore della nostra amministrazione e grande amico. Sono convinto che la sfida per un sistema sanitario di eccellenza si consumi sul territorio, con una vera medicina di prossimità. Come sempre occorre ispirarsi ai migliori sistemi sanitari al mondo per proporre soluzioni per garantire cure e assistenza a tutti i nostri cittadini». E aggiunge: «Il nuovo corso per una sanità efficiente è intrapreso, con gli ospedali di comunità, l’incentivazione della medicina di base e territoriale, l’utilizzo della tecnologia e della telemedicina e, auspico, con l’eliminazione del numero chiuso per i corsi di laurea in medicina».
Luigi Ferritto, assessore e medico spiega: «Siamo molto soddisfatti, come amministrazione, che l’Ordine dei Medici di Caserta abbia voluto effettuare a Piedimonte Matese un consiglio itinerante e un convegno su un tema molto importante, quale la sanità nelle aree interne. È importante che si dia spazio alla discussione su un prossimo sviluppo della sanità pubblica, sia territoriale che ospedaliera, visto che da anni siamo in continuo “duello” per far sì che le strutture già esistenti, e mi riferisco a ospedale e poliambulatori territoriali, vengano potenziale e non chiusi. Soprattutto in questo particolare momento, di anni post pandemia, in cui c’è una grande carenza di operatori sanitari, è importante che l’Ordine ci sia accanto su questo tema a noi molto caro».
La Riforma dell’assistenza territoriale definisce un nuovo modello organizzativo del Servizio Sanitario Nazionale che mira a una sanità più vicina alle persone e al superamento delle disuguaglianze. La concreta connessione tra Ospedale e Territorio a oggi è normata dai Decreti Ministeriali 70 e 77; per il futuro si pensa alla pubblicazione di un decreto ministeriale unico che dia una nuova interconnessione normativa tra i due “silos”.
La medicina di prossimità è favorita dalle nuove tecnologie e richiede anche un forte impegno rivolto al cambiamento da parte dei professionisti della sanità, oltre che l’utilizzo di risorse strutturali e tecnologiche. All’interno delle comunità montane il concetto di prossimità va maggiormente attenzionato se si vuole garantire a queste popolazioni l’uniformità di accesso alle cure. Il diritto alla salute deve essere universale e ubiquitario.
Il Convegno si contestualizza nel momento chiave della pianificazione delle Case di Comunità, degli Ospedali di Comunità, delle COT (le Centrali Operative Territoriali), e della telemedicina. Nella Comunità Montana del Matese questa organizzazione deve comunque rispondere a logiche di appropriatezza e di value che coinvolgono anche il Presidio Ospedaliero di Piedimonte Matese.
La sfida sarà quella di creare servizi sanitari autonomi e sostenibili; per fare ciò l’Ospedale, decongestionato dai ricoveri inappropriati e agevolato da un nuovo sistema per le dimissioni protette, potrà concentrarsi sulle prestazioni proprie della sua mission, ovvero dovrà rispondere alle esigenze di salute in acuzie e in elezione.
Il Territorio dovrà occuparsi della medicina di prossimità e dovrà attivare le cure intermedie, coordinando percorsi assistenziali specifici tramite le COT.
Secondo la letteratura scientifica la qualità delle prestazioni è direttamente proporzionale alla quantità di procedure che vengono erogate, non si può più pensare di avere tutte le specialità sotto casa, ma si debbono strutturare sistemi Hub e Spoke dialoganti tra loro e interconnessi. Tale interconnessione nei trasferimenti per acuti si traduce in elisoccorso.