Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 si rinnova l’appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”

Torna il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, con l’apertura eccezionale di oltre 750 luoghi inaccessibili o poco noti

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Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 si rinnova l’appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Anche in questa 31ª edizione, la manifestazione di punta del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS offrirà l’opportunità di scoprire e riscoprire, insieme ai volontari della Fondazione, tesori di storia, arte e natura in tutta Italia con visite a contributo libero in oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it).

Le Giornate FAI di Primavera sono ormai il simbolo di una vocazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Questa manifestazione, ormai nota e consolidata, capace di coinvolgere ogni anno centinaia di migliaia di cittadini alla scoperta dei loro territori, si deve all’impegno e alla creatività di migliaia di volontari del FAI, affiancati da altrettanti studenti delle scuole italiane – gli Apprendisti Ciceroni – formati per l’occasione, ma si fonda anche sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore, di anno in anno, vi collaborano, mettendo a disposizione luoghi, risorse e competenze, perché riconoscono in essa un’occasione unica e imperdibile di promozione e di rilancio, e una buona azione per “il Paese più bello del mondo”, che va a beneficio di tutti. Grazie alle Giornate del FAI luoghi sconosciuti e abbandonati sono tornati all’attenzione del pubblico, e ciò ha cambiato talvolta il loro destino, e luoghi chiusi al pubblico, tradizionalmente non considerati beni culturali, hanno scoperto invece di avere un valore culturale da promuovere e soprattutto condividere. Questa partecipazione larga e trasversale, guidata da un sentimento civile di orgoglio, appartenenza e responsabilità, fa il successo delle Giornate FAI di Primavera.

Altrettanto largo e trasversale è il ventaglio di luoghi e storie da scoprire o approfondire, nascosti e inediti, curiosi e sorprendenti, originali e affascinanti, magari proprio dietro casa: ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, edifici di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani, e poi parchi, aree naturalistiche, giardini e borghi. «In questi 31 anni di esistenza – sostiene il Presidente del FAI, Marco Magnificole Giornate FAI hanno scritto una sorta di Enciclopedia spontanea che a tutti gli effetti si è aggiunta a quella ufficiale per narrare lo smisurato Patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano».

Tra le numerose aperture previste in CAMPANIA in occasione delle Giornate FAI di Primavera 2023:

 

NAPOLI

Vigna di San Martino

Ingresso riservato agli iscritti FAI

Durante le Giornate di Primavera 2023 si potrà effettuare un percorso trekking nel verde della Vigna di San Martino, costruita in terrazzamenti che declinano lungo la collina del Vomero e con vista sul mare e sul Vesuvio, visitabile soltanto in caso di rari eventi e su prenotazione. La vigna si estende ai piedi della maestosa Certosa di San Martino – costruita a partire dal 1325 per volere di Carlo d’Angiò ad opera degli architetti Tino di Camaino e Francesco di Vito e poi di Attanasio Primario e Giovanni de Bozza – e cominciò a essere coltivata dai monaci dal 1337. Confiscato all’ordine dei Certosini all’indomani dell’unità d’Italia, l’antico vigneto venne poi venduto e dopo vari passaggi è giunto nelle mani del gallerista d’arte napoletano Giuseppe Morra che lo acquistò nel 1988. Attualmente la Vigna San Martino condivide le attività con la Fondazione Morra, perseguendo il proposito del proprietario di far coesistere arte e natura, e con l’associazione “Piedi per la Terra”, dal 2008 impegnata nella diffusione dell’educazione ecologica dei bambini.

Palazzo Salerno

Sede del Comando Forze Operative Sud, Palazzo Salerno, in piazza del Plebiscito, fu costruito nel 1775 su un convento dei Frati riformati per volere di Ferdinando IV. Destinato ai corpi scelti dell’Esercito Napoletano (inizialmente caserma per il Battaglione Cadetti), nel 1791 divenne sede del ministro John Acton – segretario di stato di Napoli – e poi dei Ministeri di Stato fino al 1825. Nel 1798 la facciata fu rifatta dall’architetto Francesco Securo, per renderla uguale a quella del dirimpettaio Palazzo della Foresteria, oggi sede della Prefettura. La piccola chiesa di San Luigi, parte del preesistente monastero, venne lasciata intatta. Il palazzo fu acquisito tra i beni del figlio di Ferdinando IV, Leopoldo Giovanni Giuseppe di Borbone, Principe di Salerno, che vi abitò per 25 anni. All’interno si trovano ambienti storici come la Sala del Camino e la Sala da Pranzo, oltre a ciò che rimane della pinacoteca del Principe di Salerno, con dipinti di battaglie e scene mitologiche di Salvator Rosa (1615-1673), alcuni artisti napoletani e arredi storici ottocenteschi. Durante le Giornate di Primavera si visiteranno il cortile d’ingresso, le sale con una piccola esposizione di armi, la sala con i ritratti dei comandanti, la sala conferenze, la chiesa e i due giardini: quello con le fontane e un secondo giardino panoramico pensile, dal quale è possibile avere una vista spettacolare sul Golfo.

Accademia di Belle Arti

L’Accademia di Belle arti di Napoli è una delle più antiche e prestigiose d’Italia. Venne fondata da Carlo di Borbone nel 1752, in linea con quanto stava accadendo a Madrid e in altre grandi capitali europee, come Real Accademia del Disegno, con l’obiettivo di “educare” i giovani aspiranti artisti e, fino a qualche decennio fa, era l’unica Accademia dell’Italia meridionale peninsulare. La visita, a cura degli studenti dell’istituto, ci porterà alla scoperta del lavoro che avviene nei laboratori di scultura, pittura, scenotecnica, incisione e nuove tecnologie dell’arte (NTA). Si visiteranno la Sala Palizzi, con 120 opere donate dall’artista nel 1898, e la Pinacoteca. Le opere presenti nel museo riguardano diversi periodi storici; risulta prevalere il numero di quelle eseguite dagli stessi allievi dell’accademia nel corso dell’Ottocento. Si prosegue alla scoperta delle Biblioteca dedicata alla memoria di Anna Caputi, sua storica curatrice. Attualmente la Biblioteca possiede circa 30.000 volumi di cui circa 1.000 antichi. Il fondo antico è costituito da pubblicazioni a carattere generale, ma anche manuali tecnici (soprattutto francesi e tedeschi) riguardanti la storia dell’arte, l’arte decorativa, l’arte industriale, l’anatomia artistica, il disegno, la chimica e la geometria.

Istituto Colosimo

L’area sulla quale sorge il Colosimo è stata edificata a partire dalla fine del XVI secolo ed era occupata da orti e giardini. C’era una chiesa, la Chiesa di Santa Maria della Stella, e un convento con un chiostro. I terreni appartenevano al duca di Nocera Francesco Maria Carafa; nel 1602 vendette una casa e il giardino ai padri carmelitani che edificarono un convento nuovo dotato di due chiostri e la Chiesa di Santa Teresa degli Scalzi. Il convento fu soppresso la prima volta nel 1810, sotto il regno di G. Murat, e poi con l’avvento di Garibaldi e la conseguente annessione del Regno di Napoli a Casa Savoia. Nel 1892 nacque come ricovero per non vedenti la “Società Nazionale Regina Margherita pro ciechi”. L’edificio fu dapprima adibito a Educandato femminile e, più recentemente, trasformato nell’Istituto Paolo Colosimo per i Ciechi. Quando nel 1884 i religiosi ottennero di ritornare dovettero costruire un altro convento molto angusto dalla parte opposta all’edificio antico. Vennero poi costruiti nuovi locali più spaziosi e con a fianco un piccolo giardino. In occasione delle Giornate FAI si visiterà l’antico convento, il teatro perfettamente conservato e gli ambienti utilizzati per le attività dell’Istituto Colosimo.

Hotel San Francesco al Monte

L’Hotel San Francesco al Monte è il risultato del progetto di risanamento e conversione dell’ala sinistra dell’antico Convento di Santa Lucia al Monte, curato dell’architetto Luciano Raffin. Il monastero risale al XVI secolo ed ebbe origine da una prima unica cella che Frate Agostino da Miglionico, dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, scavò nel fianco della collina di San Martino. Con il tempo, la prima cella divenne la Chiesa di Santa Lucia Vergine e Martire e un complesso religioso più ampio e organizzato si sviluppò lungo la collina. Il progetto di recupero del monastero ne ha sapientemente conservato aree affascinanti e importanti, come la Cappella di San Giovan Giuseppe della Croce, la Sala del Forno e il Refettorio affrescato. Si possono vedere frammenti di affreschi, antiche maioliche e decorazioni in ogni angolo della struttura. Il terzo piano ospita anche la cella in cui Giovan Giuseppe della Croce, beatificato nel 1789, trascorse gli ultimi 12 anni della sua vita. La sua cella, trasformata in una cappella votiva, è oggi una delle zone più incantevoli di tutta la struttura. Di grande effetto sono le splendide terrazze fiorite che si affacciano sull’incredibile panorama del golfo di Napoli.

 

ERCOLANO (NA)

Real Osservatorio Vesuviano POSTI ESAURITI

Ingresso su prenotazione POSTI ESAURITI

Di proprietà del Comune di Ercolano e posto in una posizione sopraelevata, a pochi chilometri dal cratere, il Real Osservatorio Vesuviano – riaperto recentemente al pubblico dopo molti anni di chiusura – si trova in uno straordinario contesto paesaggistico e geografico, ricco di fascino e di storia: dalle sue terrazze è possibile vedere tutto il territorio vesuviano – per arrivare a scorgere i Campi Flegrei, la Penisola sorrentina e le isole del Golfo – e conoscere gli effetti delle diverse fasi eruttive del Vesuvio. Fondato per volontà di Ferdinando II e costruito tra il 1841 e il 1848 su progetto dell’architetto Gaetano Fazzini, il Real Osservatorio è il primo e più antico istituto vulcanologico. Posto sulla collina del Salvatore – accanto a una chiesetta e un eremo, che già nel ‘600 offrivano riparo a coloro che si avventuravano sul vulcano – rappresenta ancora oggi un centro d’avanguardia per lo studio e il monitoraggio del Vesuvio. La sede storica conserva un importantissimo Museo, al cui interno si trovano numerose strumentazioni scientifiche, cui si affianca una sede moderna, dotata di installazioni multimediali. Durante le Giornate di Primavera 2023 sarà possibile comprendere il panorama scientifico tra Ottocento e Novecento, conoscere le biografie delle personalità più illustri che hanno lavorato presso l’Osservatorio, scoprire strumenti scientifici originali e ammirare una magnifica collezione di minerali e medaglie di lava. Infine, vi saranno interventi di esperti, pronti a soddisfare le curiosità dei visitatori.

ANACAPRI (NA)

Il Rosaio

Ingresso su prenotazione

La casa Il Rosaio di Anacapri è un’importante dimora storica dell’isola di Capri. All’inizio degli anni Venti, Edwin Cerio (1875-1960) trovò qui quello che nel suo libro Le case di Capri definì “un piccolo eremo”. Ben presto lo ampliò con “due o tre stanzette con un allegro soffitto a volta e un giardinetto tutt’intorno, circondato da antiche mura nascoste da fitti cespugli di rose, quattro colonne e un’abbondanza di viti, rose e campanule: è l’eremo delle rose”. Cerio, ex ingegnere navale ed ex sindaco, storico, scrittore e instancabile mentore di Capri, ebbe successo sull’isola anche come architetto: progettò la Casa Solitaria, la Casa Romita e Lo Studio, l’atelier della cognata americana, la pittrice Mabel Norman. Il Rosaio è una villetta con tetto a cupola in perfetto stile caprese, circondata da spazi verdi, dove nel 1926 Edwin si ritirò per dedicarsi alla scrittura di Aria di Capri, uno dei suoi libri più famosi. A partire dagli anni Venti, la villa fu un luogo di incontro e ispirazione culturale: Cerio ospitò scrittori, artisti, intellettuali e musicisti, come Mackenzie, la poetessa Ada Negri, Claude Debussy e il futurista Tommaso Marinetti. Per oltre 30 anni, dal 1948, Graham Greene venne ogni estate. Oggi la casa è di proprietà privata della famiglia Riccio, che nel 2012 ha dato vita a un’associazione culturale che porta il nome della dimora, nata per sostenere e promuovere la cultura artistica sull’isola.

 

BENEVENTO

Vanvitelli visita il Palazzo De Simone

Il Palazzo De Simone è collocato nel centro storico di Benevento. È stato progettato nella seconda metà del XVIII secolo dal noto architetto Filippo Raguzzini, attivo a Roma e Benevento. Dopo aver ospitato la famiglia De Simone, in tempi recenti è divenuto sede del Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala” e dell’Università degli Studi del Sannio. Inoltre, contiene anche un pregevole teatro, per l’appunto il Teatro De Simone. Il palazzo si presenta come un edificio sobrio ed elegante, che rispetta il periodo settecentesco. Oltre al sopracitato teatro, interessanti sono gli ambienti interni, con l’elegante scalone e le vedute che permettono una magnifica vista su Piazza Arechi e sul centro storico.

SALERNO

Convento di San Nicola della Palma, Sede della Fondazione E.B.R.I.S.

Ingresso su prenotazione

L’ex Convento di San Nicola della Palma sorge nella parte alta del centro storico di Salerno, il Plaium montis, un ampio terrazzamento che si apre sul ripido pendio della collina in cima alla quale sorge il Castello di Arechi. Nell’area vi erano innumerevoli sorgenti e ancora oggi l’intera area è caratterizzata dalla presenza di fonti naturali e orti. La chiesa, presto affiancata da un complesso monastico, fu fondata intorno al 1061 per volontà congiunta di Leone, secondo abate del monastero benedettino della SS. Trinità di Cava dei Tirreni, e del gastaldo Vivo, un ufficiale al servizio dell’ultimo principe longobardo di Salerno, Gisulfo II. Alla fonte della Palma va ricollegata la presenza di un balneum che in epoca medievale ereditò la funzione delle terme. L’ex Convento oggi ospita i Laboratori della Fondazione E.B.R.I.S. in collaborazione con l’Università di Harvard. Nei suoi laboratori attrezzati con macchinari all’avanguardia e strumentazioni sofisticate, si svolge attività di ricerca di eccellenza sull’analisi tra nutrizione e stato di salute, per celiachia, diabete, autismo, oncoterapie e neuroscienze.

Palazzo della Prefettura

Ingresso su prenotazione e previa presentazione di un documento d’identità in corso di validità

La zona in cui insiste il Palazzo dell’Ufficio Territoriale del Governo ha avuto un’importante espansione nell’ambito degli interventi urbanistici realizzati a partire da inizio Novecento. Si tratta di un edificio dalle linee moderne ed essenziali, ultimato nel 1941, che esprime le linee architettoniche dell’ideologia fascista. Nel 1941 venne realizzata sul lato orientale dell’immobile, opposto al Lungomare cittadino, una pregevole opera in ceramica del Maestro Renato Rossi, di ispirazione mitologica, raffigurante il Sogno di Bellerofonte. Le operazioni belliche dello sbarco alleato provocarono ingenti danni al palazzo, poi ricostruito nel corso degli anni Cinquanta con un intervento strutturale destinato a modificarne l’aspetto esterno. Il Sacrario, invece, è inteso come sobrio spazio raccolto dedicato alla memoria dei caduti, con un bassorilievo dello scultore romano Francesco Saverio Palozzi. Oltre al Sacrario, durante le Giornate FAI sarà possibile visitare l’appartamento del Presidente della Repubblica al terzo piano che ha visto come “inquilino” il Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Allo stesso piano si trova il grande Salone di Rappresentanza, con opere di pittori locali del Novecento.

FONTANAROSA (AV)

Borgo di Fontanarosa

Il Comune di Fontanarosa si trova nella Valle del Calore. L’etimologia del nome di questo piccolo borgo, che conta meno di 3.000 abitanti, sembrerebbe derivare dai suoi feudatari, la famiglia Fontanarosa, anche se una leggenda popolare narra che un tempo esistesse una vecchia fontana all’interno di un roseto, che ne rendeva le acque ferruginose e rossastre. L’architettura del paese rappresenta una delle ricchezze più grandi di questo territorio, essendo realizzata con la celebre pietra di Fontanarosa, una calcarea conosciuta anche come la Breccia Irpina, nel tempo largamente usata per la realizzazione degli edifici non solo di questo Comune. Le Giornate FAI di Primavera daranno la possibilità ai visitatori di “perdersi” tra le caratteristiche stradine del piccolo borgo, ammirare gli splendidi portali in pietra e apprezzarne l’antica e radicata tradizione. Potranno inoltre conoscere la spiritualità del luogo, attraverso la visita delle chiese, partendo dal Santuario e passando per la particolarissima Scala Santa. Non mancherà anche l’antica tradizione della tirata del carro, raccontata nel Museo delle 3P.

MONDRAGONE (CE)

Palazzo Tarcagnota

Costruito nel XVIII secolo per volere della famiglia Tarcagnota, il maestoso Palazzo, di grande interesse culturale, sorge non troppo distante dal Santuario di Maria Santissima Incaldana. Durante la Prima e Seconda Guerra Mondiale, la facciata dell’edificio venne danneggiata, perciò nel dopoguerra si procedette con il rifacimento delle decorazioni originali, di parte della muratura e di alcuni solai. Articolato su tre livelli con sovrapposto sottotetto, presenta una pianta pressoché quadrangolare ed è provvisto di due corti interne che conducono a una serie di ambienti posti ai vari piani e a un giardino retrostante. La facciata principale mostra, in corrispondenza dei livelli superiori, balconi con eleganti balaustre in ferro battuto, scanditi da decorazioni in stucco raffiguranti volti umani. In occasione delle Giornate FAI si potranno eccezionalmente visitare parti del palazzo ancora in fase di restauro. Durante le visite, oltre a soffermarsi sulle peculiarità architettoniche dell’edificio e sulle sue decorazioni, verrà raccontato l’importante ruolo dei Tarcagnota nella storia cittadina.

RIARDO (CE)

Parco Sorgenti Ferrarelle POSTI ESAURITI

Ingresso su prenotazione POSTI ESAURITI

All’interno del Parco Sorgenti di Riardo, vasta area naturale di circa 145 ettari, Ferrarelle ha fondato la società Masseria delle Sorgenti, azienda agricola che coltiva in regime di agricoltura biologica e che ha la sua dimora all’interno della Masseria Mozzi, le cui origini si perdono nella storia fin dal Medioevo. Le terre, a quel tempo possedimenti agricoli dei Monaci benedettini dell’Abbazia della Ferrara, erano meta del soggiorno estivo dei monaci, che qui vi trovavano frescura nei mesi più caldi e un terreno particolarmente fertile e ricco di sali minerali per l’agricoltura. Sono stati proprio i monaci a dare il nome “Le Ferrarelle” a quei luoghi disseminati di fonti d’acqua di origine vulcanica. La Masseria vuole continuare a svolgere il proprio ruolo nel territorio, migliorando continuamente i propri standard produttivi e la sostenibilità delle proprie attività. Il Parco Sorgenti Ferrarelle di Riardo è patrocinato dal FAI, che ne tutela lo straordinario contesto paesaggistico e architettonico. Un paradiso tutto naturale per custodire le fonti delle acque minerali Ferrarelle, Natìa, Santagata e Roccafina.

Anche i Beni del FAI, dal Piemonte alla Sicilia, dal Trentino alla Sardegna, partecipano alla grande festa delle Giornate di Primavera e saranno aperti eccezionalmente a contributo libero. In Campania si potrà visitare la Baia di Ieranto a Massa Lubrense (NA).

Le Giornate FAI di Primavera chiudono la Settimana Rai dedicata ai Beni Culturali in collaborazione con il FAI. Dal 20 al 26 marzo la Rai sarà nuovamente in prima linea a sostegno del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. Come dichiara la Presidente RaiMarinella Soldi: “La Rai da oltre dieci anni è al fianco del Fondo per l’Ambiente Italiano per valorizzare e tutelare la bellezza del nostro patrimonio culturale e paesaggistico. Anche quest’anno – attraverso radio, televisione e RaiPlay – vogliamo sensibilizzare il pubblico supportando la campagna di raccolta fondi per i Beni del FAI, tra ville, castelli, boschi, abbazie e torri. Crediamo in un servizio pubblico che sappia raccontare l’arte e la storia del nostro Paese con passione e competenza”.

Rai è Main Media Partner del FAI per sensibilizzare tutti gli italiani alla cura e valorizzazione del nostro Paese e supporta in particolare le Giornate FAI di Primavera 2023, anche attraverso la raccolta fondi solidale autorizzata da Rai per la Sostenibilità – ESG e promossa sulle reti del servizio pubblico.

Le Giornate FAI di Primavera 2023 hanno ricevuto la Targa del Presidente della Repubblica e si svolgono con il Patrocinio della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della cultura, di Regione Campania, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane.

Si ringrazia per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che durante le Giornate FAI di Primavera concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo.

Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla sicurezza dell’evento e un grazie particolare alla Croce Rossa Italiana per la partnership consolidata e per aver concesso in questa occasione l’apertura di suoi beni.

Grazie alla Direzione centrale degli Affari dei Culti e l’amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno per aver concesso l’apertura della Chiesa e Chiostro di Sant’Agostino a Palermo.

Le Giornate FAI di Primavera 2023 sono possibili grazie al prezioso contributo di importanti aziende illuminate:

Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, da dodici anni preziosa sostenitrice dell’iniziativa, presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili – esempio virtuoso di gestione responsabile delle risorse custodite e di valorizzazione del patrimonio agricolo-paesaggistico – e impegnata insieme alla Fondazione in importanti attività di tutela della cultura, della natura e del territorio italiani.

Fineco, una delle più importanti realtà FinTech in Europa e fra le principali reti di consulenza in Italia, crede fermamente che la cura e il valore del patrimonio artistico e culturale siano un asset strategico per lo sviluppo del Paese e per questo è il prestigioso Main Sponsor dell’evento dal 2020.

Edison, azienda energetica da sempre vicina al FAI e impegnata per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse culturale e sociale presenti nel nostro Paese, Sponsor dell’evento, accompagna il FAI nel suo percorso di transizione ecologica ed energetica. Per questa edizione aprirà al pubblico la Centrale Idroelettrica di Meduno (PN), l’Impianto Eolico a Santa Luce (PI) e lo storico Palazzo Edison a Milano.

Grazie anche a Poste Italiane, realtà unica in Italia per storia, dimensioni e presenza capillare sul territorio. L’Azienda, che svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale del Paese, è stata vicina al FAI in diverse occasioni e quest’anno, per la prima volta, è Sponsor dell’iniziativa.

Grazie di cuore alla Rete dei Volontari del FAI: 131 Delegazioni, 107 Gruppi FAI, 93 Gruppi FAI Giovani e 8 Gruppi FAI Ponte tra culture, e a tutti i volontari attivi in Italia. Un ringraziamento anche ai 15.000 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità.

Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

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