Reggia di Caserta, via ai restauri in sale “napoleoniche”

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La Reggia di Caserta è un cantiere in continua evoluzione, in cui la cura, la conservazione e lo studio rivestono un ruolo di grande rilevanza. Sono terminate di recente le opere che hanno riguardato la Sala del Consiglio, le retrostanze dell’800, la Sala delle culle, l’anticamera e la Cappellina di Pio IX, la Camera da letto e le anticamere di Gioacchino Murat, la Camera da letto e le anticamere di Francesco II. In questi spazi sono stati effettuati interventi di consolidamento e recupero di porte e portelloni​, restauro dei pavimenti in cotto dipinto a finto marmo e degli arredi. Gli ambienti, riconsegnati dalle ditte al Museo, saranno inaugurati proprio nelle prossime settimane.

Nella costante e non più procrastinabile attività di cura degli Appartamenti Reali, sono quindi iniziati ieri i lavori di conservazione e ripristino estetico della veste decorativa della parte dell’ala dell’800 degli Appartamenti Reali (non inclusi nell’intervento appena concluso e relativi appunto alle Sale di Marte, Astrea e Trono). In particolare, l’intervento riguarderà il consolidamento e il restauro degli apparati decorativi delle volte, oggetto nel tempo di puntali e preoccupanti localizzati distacchi, e del pregevole pavimento dipinto della Sala del Trono.

La Sala di Marte e la Sala di Astrea furono decorate all’epoca del breve regno napoletano di Gioacchino Murat e di Maria Carolina Bonaparte. Caratterizzate da una veste decorativa di puro stile neoclassico, rappresentano un’importante testimonianza della cultura artistica in Italia negli anni dell’impero napoleonico. I lavori furono commissionati nel 1809 all’architetto Antonio De Simone, cui nel 1812 vennero affiancati Etienne Cherubin Leconte, Antonio Niccolini, Enrico Schweickle, Filippo Rega e Valerio Villareale, stretto seguace di Antonio Canova, autore dei rilievi in stucco in bianco e oro alle pareti. Il programma decorativo scelto per la sala di Marte riguardava il dio della guerra e alludeva alla figura di Gioacchino Murat: alla volta Antonio Calliano dipinge Il trionfo di Marte. Sulla Sala di Astrea, Giacomo Berger dipinse un Trionfo della Giustizia (o Astrea) dove le fattezze della dea riprendono quelle di Carolina Murat. Dalla sala di Astrea si accede a quella del Trono, la cui sistemazione viene iniziata nel 1811 sotto la direzione dell’architetto Antonio De Simone, il cui operato fu assai criticato dai consulenti di Gioacchino e Maria Carolina. I lavori vennero infatti interrotti e ripresi solo dopo la restaurazione borbonica e affidati, prima, all’architetto Pietro Bianchi, poi al napoletano Gaetano Genovese che portò a compimento l’opera nel 1845. Il salone, lungo più di 40 metri e illuminato da ben sei finestroni, presenta nella volta un affresco di Gennaro Maldarelli raffigurante la posa della prima pietra del Palazzo Reale.

Al fine di garantire l’accesso al pubblico alle sale dell’800 già restaurate e la più ampia fruizione degli ambienti oggetto d’intervento, il cantiere procederà per step con una particolare conformazione dei ponteggi che non impedisca il transito delle persone e la visibilità delle pareti. Sarà inoltre allestita lungo il percorso una postazione digitale per conoscere il dietro le quinte della complessa attività che vede il coinvolgimento di numerose professionalità altamente qualificate. Una lunga tradizione culturale che vede ancora oggi primeggiare la formazione italiana nel panorama internazionale.

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