Sostegno allo sviluppo locale di tipo partecipato, il GAL avvia il processo di elaborazione dal basso di una strategia condivisa

Parte domani, venerdì 25, il ciclo di incontri con sindaci, amministratori locali, rappresentanti delle associazioni di categoria, primo confronto con consiglieri e soci del Gruppo di Azione Locale

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Ascolto delle esigenze del territorio, confronto con gli attori istituzionali, analisi dei punti di forza e di debolezza, individuazione delle linee di sviluppo e rilancio dell’area interna del Matese, del Monte Maggiore e del Monte Santa Croce: sono queste le linee d’azione lungo le quali si muoverà, nelle prossime settimane il Gal Alto Casertano per costruire insieme e dal basso la nuova strategia di sviluppo locale.

Una elaborazione secondo il criterio del “bottom up”, come avvenuto con successo anche in passato, per coinvolgere e rendere partecipe il territorio nelle nuove sfide dell’innovazione e della resilienza che attendono le Macroaree rurali C e D, ovvero i 48 comuni ubicati a nord di Terra di Lavoro.

Proprio per tradurre gli obiettivi in azioni concrete, il Gruppo di Azione Locale presieduto da Manuel Lombardi e coordinato da Pietro Andrea Cappella, forte dell’esperienza maturata in 30 anni di attività sul campo e dei tanti risultati conseguiti, promuove un fitto calendario di incontri con sindaci, amministratori locali, rappresentanti delle diverse categorie datoriali e produttive, esponenti del mondo delle associazioni, e stakeholders vari.

Ad aprire la campagna di ascolto e confronto, l’appuntamento in programma per il pomeriggio di domani, venerdì 25 novembre, con inizio alle ore 17,30 presso la nuova sede del Gal a Piedimonte Matese, dove la struttura tecnica, in collaborazione con il DEMM dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi Quantitativi della Università degli Studi del Sannio, illustreranno ai componenti del Consiglio direttivo e ai soci tutti del Gal gli ambiti tematici individuati dagli strumenti di programmazione nazionale così da disegnare percorsi di sviluppo innovativi, integrati e multisettoriali; tra di essi, figurano servizi ecosistemici, biodiversità e risorse ambientali; sistemi locali del cibo, distretti, filiere agricole e agroalimentari; servizi, beni, spazi collettivi e inclusivi; comunità energetiche, bioeconomiche e ad economia circolare, ed infine sistemi di offerta socio-culturali e turistico-ricreativi locali.

“La nuova Politica Agricola della Unione Europea ancora una volta mette il LEADER (a trenta anni dalla sua nascita) al centro dei processi strategici di contrasto allo spopolamento e rivitalizzazione delle zone rurali: il LEADER è sempre più lo strumento di sviluppo endogeno di un territorio, basato sulla progettazione e gestione degli interventi per lo sviluppo da parte di attori locali, associati in una partnership di natura mista (pubblico/privata).
Puntiamo a coniugare, condividere e mettere in sinergia tutte le forze locali: l’approccio, il bottom-up, così tanto promosso dalla Unione Europea, ormai è una consolidata modalità di trasferimento del know-how, di aggiornamento delle competenze, di coinvolgimento degli operatori e degli attori di un’area rurale. Per far ciò, tuttavia, è fondamentale l’apporto che ciascun soggetto (sia esso un ente, una amministrazione, una comunità di cittadini) può mettere a disposizione degli altri.
Cominciamo adesso un nuovo percorso e ripartiamo, come abbiamo fatto già nelle precedenti esperienze, dalla fase ascolto del territorio e delle sue esigenze, delle idee e delle proposte. Siamo sicuri che scriveremo insieme un altro capitolo della storia dell’Alto Casertano!”, dichiarano all’unisono Lombardi e Cappella.

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