Torna dopo due anni di assenza il torneo internazionale femminile di tennis, organizzato per la prima volta nel 1982 dal Tennis Club Caserta sui campi in terra rossa di via Laviano.
Quello del 2022 sarà il torneo numero trentatrè, l’ultimo si svolse nel 2019 ed aveva un montepremi di 25.000 dollari, quello di quest’anno avrà per la prima volta un montepremi di 60.000 dollari, sicuramente la cifra più alta fra le trentadue edizioni disputate in precedenza.
Quella del montepremi non è l’unica novità, l’edizione del 2022 si sposta in avanti di un paio di settimane rispetto al solito periodo di metà-fine maggio e svolgerà dal 5 al 12 giugno.
La formula del torneo è uguale a quelli che si sono svolti in passato, adesso però cambiando il montepremi c’è la possibilità che possano partecipare anche giocatrici fra le Top 100, del resto basta guardare le partecipanti agli altri tornei da sessantamila per rendersene conto.
Il torneo è più importante come montepremi ed è sicuramente un buon viatico per una ripartenza che lascia il segno, inoltre attualmente in Italia il calendario di competizioni simili non è più folto e nutrito come in precedenza, ci sono quindi tutte le possibilità e le condizioni di vedere giocare dal vivo sui campi di via Laviano tenniste fra le Top 100.
Si parte con le qualificazioni che si giocheranno domenica 5 e lunedì 6 e poi da martedì 7 giugno via al tabellone finale che si concluderà con la finale nella mattinata di domenica 12 giugno, parallelamente si svolgerà il torneo del doppio che si concluderà nella serata di sabato.
“Siamo lieti di riprendere, dopo la pausa dovuta all’emergenza sanitaria, la tradizione del Torneo Internazionale Femminile – commenta il presidente del TC Caserta Fabio Provitera -la Federazione Internazionale ci ha chiesto di effettuare un salto di categoria, organizzando un torneo con un montepremi da 60.000 dollari che potrà contribuire a dare ulteriore risalto internazionale alla città di Caserta. Consapevoli dei difficili e drammatici momenti che stiamo vivendo, abbiamo accettato con entusiasmo la sfida, convinti che almeno lo sport deve creare occasioni di distensione e riappacificazione. Le uniche battaglie cui vogliamo assistere sono quelle sui campi da gioco”.