MADDALONI (Caserta) – Il movimento politico “Riscossa di Maddaloni” torna sulla questione della gestione della sanità pubblica sul territorio e lo fa con il consigliere comunale e medico chirurgo dott. Claudio Marone. Sono due i punti centrali che sono diventati i veri e propri obiettivi della campagna del movimento sul tema: l’Unità di Salute Mentale e il Serd (Servizio per le dipendenze). Anche a causa della pandemia da quasi due anni entrambe le strutture hanno subito un depotenziamento (Salute Mentale) o una chiusura (Sert). La prima, lo ricordiamo giusto per far comprendere l’importanza della struttura, copre un territorio che va dalla Valle di Suessola ai confini con Polvica per un totale di più di 100.000 cittadini. Nonostante questo è stata quella più colpita dai tagli e dai trasferimenti
«L’Unità di Salute Mentale è stata per decenni una vera eccellenza per Maddaloni – ha dichiarato il dott. Claudio Marone – Ha dato supporto ed aiuto a numerosi nuclei familiari e singoli cittadini. Oggi invece, per scelte a dir poco immotivate, è stata ridimensionata in favore di altre strutture. E’ impensabile che questo avvenga in un territorio ampio e popolato come il nostro e soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo dove un aiuto di tipo psicologico è sempre più richiesto. Il nostro obiettivo rimane uno. Quello di portare l’Unità di Salute Mentale di Maddaloni ai risultati di un tempo».
Del Serd a Maddaloni, la cui chiusura è legata sempre alla pandemia, “Riscossa di Maddaloni” aveva discusso già qualche tempo fa. Era una struttura che offriva aiuto a quasi 300 cittadini del territorio che adesso si trovano spaesati e senza sostegno. E’ necessario quindi riattivare il servizio per venire incontro a queste esigenze. Non esiste solo il covid.
«Stiamo parlando di un settore – ha aggiunto Marone – che, come tanti altri, a causa della pandemia è stato ampiamente trascurato. Inoltre questa chiusura è avvenuta nel silenzio più totale delle istituzioni. Questo forse perché si tratta di soggetti fragili (drogati, alcolizzati, ludopatici) e molto spesso i familiari, per un senso di ‘immotivata’ vergogna, sono restii ad esporsi in prima persona per protestare. Sono le cosiddette fasce deboli tanto sbandierate dalla sinistra, ma che evidentemente servono solo a fini elettorali. Secondo alcuni dati, quasi il 30% dei soggetti che frequentavano il Sert si è ormai perso, creando un danno enorme alla comunità. Anche in questo senso è necessario intervenire al più presto e riaprire la sede di Maddaloni. Anche di questo interesseremo il Direttore Generale Russo che dovrà darci risposte concrete e fattive. In un passato incontro, proprio Russo avanzò l’idea di individuare una nuova Casa della Salute sul territorio maddalonese da destinare a sede del Sert. Ricordo che come amministrazione proponemmo anche un terreno compreso tra via Campolongo e via Libertà come luogo idoneo per la nuova struttura. Ma da allora non abbiamo visto nulla. Nessuna comunicazione, nessun progetto, nessuna azione. Poteva essere aperto anche un bando indirizzato all’agenzie immobiliari del territorio, per l’individuazione di uno stabile. Ma dall’Asl nulla. Non ci fermeremo qui. Cercheremo un nuovo confronto con la Direzione Generale e per aprire uno spiraglio in questo muro di silenzio e negazione».