In restauro gli arredi delle Sale di Astrea e di Marte della Reggia di Caserta
Gli sgabelli realizzati per il Grand Cabinet dell’imperatore Napoleone I e voluti da Gioacchino Murat alla Reggia di Caserta oggetto delle cure degli specialisti. Un Museo attivo e vivace proiettato alle importanti sfide del 2022
Gli Appartamenti Reali della Reggia di Caserta sono al centro di importanti interventi di restauro. Mentre stanno per volgere al termine le opere su altri ambienti dell’ala dell’Ottocento, è iniziato l’intervento sugli arredi delle Sale di Marte e di Astrea: i 21 sgabelli dei magnifici spazi che introducono alla Sala del Trono sono ora oggetto delle amorevoli e specializzate cure dei conservatori.
Gli specialisti hanno preso in consegna le sedute delle anticamere, storicamente destinate l’una ai” Titolati e i Baroni del Regno, Uffiziali Maggiori ed Intendenti Esteri”, l’altra ai “Gentiluomini di Carriera, Ambasciatori, Segretari di Stato e di altre persone privilegiate”.
Gli interventi rientrano nell’ambito dei lavori di completamento del consolidamento e restauro degli arredi di Gioacchino Murat negli Appartamenti Reali. Gli sgabelli, di manifattura francese (sec-XIX), sono costituiti da struttura in legno dorato finemente intagliato, cuscini imbottiti ricoperti dalla tappezzeria Gobelins (fondata a Parigi nel 1662 da Luigi XIV), di colore rosso scuro con ghirlande verdi ricamata a piccolo punto. Sulla seduta il monogramma borbonico “F.B.”, probabilmente posizionato in un secondo momento al di sopra del tessuto originale. Il tessuto è creato con telaio Jacquard, con diversi subbi di ordito e diverse navette per la trama, i filati usati sono di lana avorio, lana policroma e seta. L’imbottitura è costituita da lana e da crine di cavallo sostenuta da tela di canapa.
La prima fase del restauro prevede il trattamento in camera anossica per la disinfestazione necessaria a garantire l’eliminazione dell’attacco di tarli nelle parti lignee. Il Museo si è infatti dotato lo scorso anno di un macchinario specifico per l’applicazione sui beni culturali che opera attraverso un generatore d’azoto. Lo strumento consente la conservazione di manufatti e oggetti di alto pregio in perfette condizioni di stabilità atmosferica e igrometrica, anche per lunghi periodi, senza ulteriori manutenzioni. Permette all’Istituto di preservare i suoi beni nel tempo senza ricorrere per questa procedura, tra l’altro, ad affidamenti esterni e all’utilizzo di sostanze tossiche. Ultimato il ciclo in camera anossica si proseguirà, quindi, con le attività necessarie a ripristinare sia l’aspetto conservativo sia quello estetico degli sgabelli, in accordo anche al precedente intervento di restauro (2019) che coinvolse gli arredi della stessa serie esposti nella Sala di Alessandro (trono, sgabelli, sedie, poltrone).
Il gruppo di ventuno sgabelli fa parte di un insieme di arredi composto, tra l’altro, da una coppia di troni, sei poltrone, sei sedie, due poggiapiedi, un parafuoco e un paravento (disperso) tutti originariamente eseguiti per il Grand Cabinet dell’imperatore Napoleone I nel palazzo delle Tuileries da Francois Honoré Georges Jacob-Desmalter su disegni di Percier e Fontaine, che, a loro volta, per la particolare sagoma dei troni, si ispirarono ad una poltrona ideata da David. I fusti intagliati furono dorati da Chatard e rivestiti dal tappezziere Jean-René Flamand con arazzi intessuti dai Gobelins. I modelli degli arazzi furono dipinti dal pittore Jacques Dubois che tradusse i progetti elaborati da Jacques Louis de la Hamayade de Saint-Ange nel corso del 1809.
L’insieme del mobilio, terminato entro il 1810, non incontrò il favore di Napoleone I e fu pertanto depositato, sino al 1812, nei Magazzini delle Tuileries, quando fu deciso di inviarli a Roma per arredare le Stanze di rappresentanza dell’Imperatore nel Palazzo del Quirinale. Nel 1814 gli arredi vennero trasferiti alla Reggia di Caserta per volontà di Gioacchino Murat.