Fu sparato ad una mano per una lite sula viabilità. Il PM chiede 12 anni di reclusione per l’aggressore ma durante la prima udienza viene ridotta a 8
La vittima: “La giustizia dovrebbe seguire sempre il suo percorso, i criminali devono pagare.”. Borrelli e Simioli: “Vogliamo condanne certe e severe, lo vuole tutta la gente perbene.”
Era il 18 novembre 2020 quando il 32enne Mario Aniello Tufano fu sparato e colpito ad una mano ad Acerra per futili motivi.
Dopo diverso tempo in cui l’aggressore era rimasto impunito a piede libero, nonostante le denunce e come aveva racconta lo stesso Mario al Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli e alla Radiazza, ora arriva da parte del Pm una richiesta di 12 anni di reclusione per l’aggressore.
“Spero tanto che la legge continui a funzionare e che i criminali paghino anche se durante la prima udienza la condanna è stata già ridotta a 8 anni.”- spiega Mario.
Perché fu sparato? Per ricostruire la vicenda:
“Era il 18 novembre del 2020, verso le 18, quando con la mia auto stavo per entrare nel parco Sirena dove si trova la mia abitazione ad Acerra. All’improvviso uno scooter mi taglia la strada. A bordo ci sono un ragazzo sui 15 anni e dietro due ancora più giovani. Essendo stato spaventato dalla situazione rimprovero i tre ragazzi ma quello più grande comincia ad inveire contro di me minacciando di chiamare in causa il fratello maggiore. La discussione termina, io poso l’auto, vado a casa e dopo un po’ riscendo nel parco dove noto agitazione ed una discussione. Mi avvicino ad un gruppo di ragazzini che stavano parlando di ciò che mi era accaduto prima, io chiedo di poter parlare con il fratello del ragazzo che mi aveva tagliato la strada per chiarire la situazione. Arriva il fratello del ragazzino a bordo di un’auto e parliamo, la discussione sembra essere terminata ed arrivata ad una risoluzione quando arriva un secondo fratello del 15enne a bordo di uno scooter che estrae una pistola e mi spara contro colpendomi ad una mano. Vado in ospedale dove vengo medicato e poi sporgo denuncia. Il mio aggressore per 15-20 giorni non si fa vedere, poi una volta calmatesi le acque ritorna in stara e tuttora è a piede libero ed io continuo ricevere minacce. Nonostante le mie denunce, la vicenda si è arenata. Non è giusto. Cosa si aspetta, che mi ammazzino prima?”- aveva raccontato la vittima lo scorso febbraio.
“Condanne certe e dure, è quello che chiediamo e chi aspettiamo ed è quello che la gente, stufa di soprusi abusi e violenze, pretende a giusta ragione. Bisogna cambiare la direzione che ha preso la nostra società dove la violenza sta prendendo il sopravvento. “- le parole del Consigliere Borrelli e quelle del conduttore radiofonico Gianni Simioli.