Sei anni fa l’alluvione che devastò il Sannio. Il ricordo della Provincia

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Nella ricorrenza dei sei anni dall’alluvione che arrecò lutti e danni gravissimi alle infrastrutture, alle Imprese agricole, artigianali ed industriali, alle abitazioni, alle Scuole in numerosi Comuni del Sannio, il Presidente della Provincia Antonio Di Maria ha rivolto, innanzitutto, un pensiero per chi perse la vita a causa di quella calamità, ma anche per quegli uomini e per quelle donne dello Stato, per i Volontari, per le Organizzazioni caritatevoli e per le Associazioni, anche di Italiani residenti all’estero, e per i tanti ragazzi e ragazze extracomunitari, ospiti del Sannio, che si dedicarono al soccorso e all’assistenza alle popolazioni colpite ed alle opere di ricostruzione.
«Quelle giornate di ottobre», ha dichiarato Di Maria, «restano scolpite nella memoria per la voglia di riscatto e di ripresa che tutti i sanniti vollero e seppero dimostrare nei fatti, spalando il fango e rimuovendo i detriti. La sciagura del 2015 dimostra che il sistema della Protezione Civile, che è un’espressione di solidarietà ovvero del fondamento stesso della società civile, comporta la cooperazione tra Istituzioni ed Associazioni. La Provincia di Benevento ha fatto tutto il possibile nello stare vicino ai tanti cittadini ed alle attività economiche colpite gravemente nell’ottobre 2015, provvedendo alle opere di ricostruzione materiale e, proprio in questi, completando l’iter burocratico-amministrativo per l’appalto dei lavori di salvaguardia dell’area di Pantano dalle esondazioni del fiume Calore. Le risorse destinate al Sannio non sono però state bastevoli rispetto ai danni subiti. D’altra parte, il nostro un territorio è molto fragile e necessita di grandi attenzioni e senso di responsabilità da parte di tutti: pertanto chiediamo sia alla Regione Campania che al Governo centrale, in questo momento di avvio di una importante stagione di programmazione delle risorse finanziarie europee, di prevedere nei budget di spesa risorse finanziarie adeguate per la salvaguardia idrogeologica. E’ necessario investire in prevenzione: infatti, al posto della procedura della “somma urgenza” dopo il disastro, come è accaduto nel 2015, l’attenta opera e pratica di prevenzione dei rischi garantiscono maggiore efficienza negli interventi pubblici, lavori adeguati alle necessità del risanamento idro-geologico e risparmio di soldi. Proprio in questi giorni il terribile incendio che ha coinvolto l’hub della Sapa di Airola, suscitando fortissima preoccupazione tra i cittadini della Vallata caudina e delle aree casertane e napoletane limitrofe, ha ancora una volta dimostrato che occorre fare molta strada per sviluppare in concreto una forte coscienza della Protezione Civile. “Ex ante” l’emergenza la Protezione Civile sollecita, infatti, la cultura e la pratica della prevenzione dei rischi con la mappatura, sempre aggiornata, delle criticità potenzialmente presenti nelle città, nelle aree industriali, nelle campagne (come quelle indotte dai cambiamenti climatici in atto)».

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