Inquinamento e donne in gravidanza, Colao dal Forum Polieco: “Danni fino alla terza generazione”

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“Ci sono dati ormai molto convincenti di una relazione strettissima tra gli inquinanti e la salute. Quanto più si vive vicino ad una fonte di inquinamento, che sia industriale, che sia una discarica, che sia di altra natura, vi è un aumento sia della mortalità (circa il 30% negli uomini e il 20% nelle donne) sia di alcune patologie cardiovascolari e neoplastiche”. E’ quanto riferito da Anna Maria Colao, professore ordinario di Endocrinologia del Dipartimento di Medicina dell’Università “Federico II” di Napoli, ospite ieri al Forum Internazionale sull’Economia dei Rifiuti promosso nel capoluogo campano dal consorzio Polieco, presieduto da Enrico Bobbio e diretto da Claudia Salvestrini, che ha visto riuniti esponenti del mondo delle istituzioni, dell’impresa, della ricerca scientifica e della magistratura.

Preoccupanti i risultati emersi sulle donne in gravidanza: “Se si ammala una donna in gravidanza – ha detto Colao, che è anche titolare di cattedra Unesco per l’Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile – quel danno viene portato fino alla terza generazione poiché la bambina che porta in grembo modifica anche il suo patrimonio germinale”.

Oltre alle patologie “classiche” – cardiovascolari e oncologiche – vi è anche un aumento di quelle allergiche e infettive. Ma cosa c’entrano le infezioni con l’inquinamento? “E’ mediato – spiega la professoressa Colao – dal sistema immunitario. Se noi facciamo lottare i nostri ‘soldati’ sempre verso qualcosa da cui ci devono difendere, quando arriva un virus, un batterio, sono troppo ‘distratti’ per poterci proteggere. Ecco perché dobbiamo proteggere noi stessi e il nostro sistema immunitario riducendo gli inquinanti”.

“La gran parte degli inquinanti – ha spiegato la docente della Federico II – si comporta come interferenti endocrini, quindi entra direttamente nel nostro sistema. Altri, come i metalli pesanti, possono creare un avvelenamento a lungo termine. Ad esempio, piccole quantità di arsenico ingerite non uccidono ma trasformano il Dna nel tempo”.

Per Colao “non c’è dubbio che dobbiamo avere un sistema di controllo delle emissioni e della filiera dei rifiuti il più attento e scrupoloso possibile, cercando di rispettare la sostenibilità del sistema e ricordandoci sempre che tutto ciò che viene in contatto con noi – aria, acqua, alimentazione – si trasforma in noi stessi”.

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