Per il coronavirus i fiorai restano chiusi mentre supermercati, fruttivendoli e pescivendoli vendono fiori e piante

Borrelli: “Bisogna consentire la vendita solo dei beni di prima necessità altrimenti non si rispettano le misure di sicurezza e si fa un affronto a chi deve restare chiuso.”

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I decreti restrittivi per contrastare l’epidemia da Coronavirus hanno stoppato la quasi totalità delle attività commerciali mentre si è consentito l’apertura delle attività essenziali che vendono beni di prima necessità.

Tra le categorie degli esercizi commerciali costrette alla chiusura rientra quella dei fiorai, mentre è consentita la vendita di fiori e piante nei vivai e on-line.

Le attività ancora aperte sembrano non limitarsi alla vendita di beni di prima necessità, come denunciato da Salvatore Urbino, referente Confcommercio imprese per l’Italia Regione Campania settore fioristi: “Abbiamo ricevuto più di 50 segnalazioni di market, supermercati, negozi ortofrutticoli, ed anche pescivendoli, che vendono fiori e piante mentre la nostra categoria è costretta a tenere le serrande abbassate. Questa situazione ci sembra davvero assurda, se fiori e piante non sono considerati beni di prima necessità, e per tale motivo noi fiorirai dobbiamo restare chiusi, come mai le attività come i supermercati vendono anche questo tipo di prodotto? Noi facciamo la fame mentre gli altri si arricchiscono in tutti modi.”

“È una questione che già abbiamo affrontato e ci teniamo a ribadirla: le attività che restano aperte devono limitarsi alla vendita di beni assolutamente necessari, vendere articoli che non rientrano nella categoria di beni di prima necessità è un affronto ed un insulto alle piccole attività commerciali che sono costrette a rimanere chiuse. Inoltre la vendita di tante tipologie di merci è un invito alla popolazione ad affollare supermercati e negozi mentre bisogna andare a fare la spesa solo quando è strettamente necessario e rispettando tutti i protocolli di sicurezza. Chiediamo allora che sia consentita la vendita soltanto di beni di prima necessità, per chi trasgredisce a questa regola ci dovranno essere sanzioni pesanti e la chiusura dell’attività.” – ha dichiarato il Consigliere Regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.

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