Decreto «Cura Italia», le proposte emendative di ASI a favore dello sport di base

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ROMA – ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, prosegue la sua battaglia a sostegno del comparto sportivo in questo momento di estrema emergenza e crisi.
A seguito delle proposte inascoltate dal Ministro Spadafora, ha presentato ufficialmente, per tramite di Claudio Barbaro nella sua veste di Senatore, ulteriori misure a correzione del Decreto «Cura Italia».
Soluzioni, frutto del costante e quotidiano confronto con gli operatori del settore e la nostra base.

«Dare voce al mondo dello sport non significa parlare solo del Calcio ma di oltre un milione di operatori che rischiano di essere inghiottiti dalla crisi economica: è allora il momento di reclamare a gran voce alcuni provvedimenti che potrebbero risolvere parzialmente il problema. Ci riferiamo al sostegno per il pagamento degli affitti pubblici o privati di tutta la rete dell’impiantistica sportiva italiana, l’accesso a linee di credito agevolate garantite dallo Stato, ma soprattutto l’aiuto concreto all’esercito di collaboratori sportivi privi di tutela per i quali il Decreto “Cura Italia” prevede una copertura insufficiente e dalle procedure incerte», ha spiegato Barbaro.

Seguono le proposte emendative:

Abbiamo richiesto:

– Il posticipo dei termini previsti per «il pagamento delle rate o dei canoni di leasing in scadenza» dal 30 settembre 2020 al 31 dicembre 2020, chiedendo inoltre l’estensione per pari durata dei mutui e degli altri finanziamenti rateali.
2 – L’estensione anche alla categoria C/4, della misura del 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020, dI immobili rientranti nella categoria di locazione C/1.
3 – Estensione delle misure previste per i canoni di locazione a tutti i canoni di locazione (sia agli immobili ad uso sportivo pubblico che privato) sino al 30/06/2020. E che i canoni per le Federazioni Sportive Nazionali, gli Enti di Promozione Sportiva, le Discipline Sportive Associate, le società sportive professionistiche e dilettantistiche, che abbiano il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato, «non sono dovuti».
4 – La riduzione al 50% della base imponibile IMU per fabbricati utilizzati dalle imprese che svolgono le attività interdette dai provvedimenti dell’autorità pubblica (ad esempio, attività sportive, culturali, ristorazione, bar, e quanti altri preclusi).
5 – La deducibilità delle quote di abbonamento per i mesi di blocco delle attività sportive, per i tesserati presso strutture sportive.

6 – L’estensione della garanzia del Fondo di Garanzia per le PMI e MID CAP (fino a 499 dipendenti), per ogni esigenza finanziaria, all’80% gratuitamente e fino a 5 milioni di importo massimo garantito.
7 – L’introduzione in favore delle società e associazioni sportive dilettantistiche, istituito presso la società Sport e Salute S.p.A., di un fondo pari a 20 milioni di euro per la copertura dei costi assicurativi obbligatori per i tesserati (infortuni e rct) delle Fsn, Eps e Dsa. Le modalità di erogazione saranno stabilite mediante apposito regolamento emanato dalla società Sport e Salute S.p.A. entro il 30 aprile.

8 – L’introduzione per le associazioni o società sportive dilettantistiche (iscritte al registro, di cui all’art. 7, comma 2, del decreto legge 28 maggio 2004, n.136, che detengono equidi non D.P.A. regolarmente registrati all’Anagrafe equina destinati all’attività sportiva) di un bonus per il mese di marzo pari a 200 euro per il mantenimento e le cure veterinarie, non già a carico dei legittimi proprietari, al fine di garantire le condizioni minime necessarie alla salute e al benessere degli animali.

Il mondo dello sport, quello di base, è spesso invisibile agli occhi della politica: un mondo dalle infinite valenze, in termini di benessere, aggregazione, socialità, valori. Non legato alla caccia del risultato a ogni costo, bensì alla pratica quotidiana delle migliaia di strutture, diffuse in ogni città, paese, quartiere. Nella penisola sono oltre 20 milioni le persone che fanno sport in modo continuativo. Parliamo di un movimento che incide per quasi 2 punti percentuali – 4 considerando l’indotto – sul prodotto interno lordo in virtù di una filiera che passa per prodotti e servizi erogati ai quasi 12 milioni di tesserati che fanno movimento nelle 95mila associazioni o società sportive organizzate e afferenti ai diversi organismi sportivi riconosciuti dal Coni. Solo per il comparto del fitness, è stimato il dato di oltre 45 milioni di euro di danno economico a settimana.

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