Aiip – Assoprovider: “il vero 5g è la rete fissa”
In tempi di Covid-19, le associazioni dei provider sottolineano il valore della rete fissa e chiedono alle forze politiche di diminuire gli adempimenti burocratici che danneggiano gli operatori
Roma, 20 marzo 2020 – In piena emergenza sanitaria, in un’Italia stretta dalle misure di contenimento pienamente condivisibili imposte dal Governo, dopo una settimana che ha visto un improvviso aumento del traffico internet, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con il comunicato stampa del 18 marzo, annuncia che richiederà agli operatori di “Raccomandare ai consumatori finali di utilizzare in casa prevalentemente gli accessi fissi (anche wi-fi) per non sovraccaricare la rete mobile”.
Gli accessi ad internet su rete fissa (in fibra ottica, in fwa, in rame) forniti dalle centinaia di operatori indipendenti italiani, insieme agli access point wi-fi domestici presenti ormai in ogni abitazione, costituiscono in questi giorni la vera rete 5G che permette agli italiani di svolgere il telelavoro, ai ragazzi di seguire le lezioni a distanza, ai cittadini di informarsi e di comunicare, a prestazioni eccellenti e costanti.
I bit lungo il Paese, i grandi flussi di traffico degli over the top (sistemi di videochiamate, telelavoro, etc.), i milioni di accessi ai siti, viaggiano su una moltitudine di reti in fibra ottica, gestite da tanti di operatori diversi che si interconnettono fra loro, anche presso i punti di interscambio, per poi giungere, via accessi fissi, fino alle abitazioni dei “consumatori finali”.
Molte delle difficoltà che le aziende riscontrano oggi nell’organizzare il telelavoro sono purtroppo dovute anche alla scelta improvvida di non dotarsi di un accesso di rete fissa, pensando che “tanto basta lo smartphone”. Ma, come raccomandato da AGCOM, per garantire la continuità del servizio, anche di accesso ad Internet, è preferibile che lo smartphone sia collegato ad Internet con il Wi-Fi fornito dal proprio ISP.
Paradossale, e cartina di tornasole di una policy miope che ha privilegiato le reti mobili, perché da anni si ripete che l’Italia è in prima fila per il 5G in UE, ai primi posti in Europa, l’apripista della sfida 5G, e invece la buona ed affidabile rete telefonica italiana, che nel tempo è cresciuta anche grazie agli investimenti di tanti operatori grandi e piccoli è qui a ricordarci il valore dell’accesso fisso, con capacità infinitamente scalabile grazie alla fibra ottica. Tra l’altro la rete 5G radio, senza quella fissa, non può esistere, è bene ricordarlo.
L’insieme delle reti fisse italiane, diversificate, è un valore per il Paese, come lo sono gli operatori che con i loro investimenti privati hanno portato la banda ultralarga anche in aree disagiate del paese, e tutte le centinaia di operatori che, collaborando ogni giorno fra loro estendendo le proprie reti e scambiando traffico contribuiscono a creare quel valore che è l’internet italiana.
Da anni questi operatori chiedono di facilitare il loro lavoro diminuendo gli adempimenti burocratici cui sono sottoposti, aumentando l’ampiezza delle frequenze libere ad uso pubblico disponibili per realizzare collegamenti wireless di rete fissa adeguatamente dimensionati, eliminando distorsioni sulle tariffe per la concessione dei ponti radio dedicati, sbloccando i voucher per la banda ultralarga. È ora di intervenire e di riconsiderare e migliorare la policy finora seguita.
Alla base dello sviluppo di tutti i servizi internet che si conoscono e si utilizzano oggi c’è il carattere aperto, cooperativo e decentralizzato della rete, costituita da una moltitudine di reti fisse indipendenti. La nascita di servizi digitali Italiani può influire sulla competitività del Paese ed è quindi necessario gettare le basi perché ciò possa avvenire.