È organizzato in maniera congiunta dall’Azienda ospedaliera di Caserta “Sant’Anna e San Sebastiano” e dalla Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Vanvitelli il settimo simposio scientifico “Update in Cardiologia”. L’evento formativo si terrà nei giorni di domani martedì 19 e di mercoledì 20 novembre presso il Grand Hotel Vanvitelli di Caserta. Responsabile scientifico il professore Paolo Calabrò, Direttore del Dipartimento Cardio-Vascolare dell’AORN casertana.
Il cuore, le sue malattie, le novità per la diagnosi precoce e per le cure. La settima edizione del simposio scientifico “Update in Cardiologia” è tutto questo, ma anche di più. Sul banco degli imputati un killer che sembra inarrestabile: l’insufficienza cardiaca, un vero e proprio ‘cancro’ per il cuore. L’insufficienza cardiaca (o scompenso cardiaco) è una delle patologie più diffuse al mondo e uno dei problemi clinici di più difficile risoluzione, la cui incidenza è destinata ad aumentare notevolmente nella prossima decade a causa all’invecchiamento della popolazione, soprattutto nei paesi industrializzati. Lo scompenso cardiaco si contraddistingue per essere una sindrome clinica complessa, in grado di ridurre la capacità funzionale e la qualità della vita dei soggetti che ne sono affetti, con tassi di mortalità elevatissimi, superiori a quelli del cancro.
In Italia, oltre un milione di persone ne è affetto di cui la metà circa muore entro 5 anni dalla diagnosi, con gravi ripercussioni anche per il sistema sanitario nazionale, stante che si stima siano oltre 600 milioni di euro le spese correlate. Questi dati spiegano l’urgenza di introdurre misure volte a contrastare e rallentare quella che va configurandosi come l’epidemia del nuovo millennio.
Nell’Update in Cardiologia i riflettori saranno dunque puntati sui progressi e sulle metodiche innovative di intervento, sempre più all’avanguardia nel trattamento dello scompenso cardiaco patologie cardiologiche, ed in particolare i moderni device per la resincronizzazione cardiaca, i nuovi pacemaker “senza fili” e di poco più grandi di una pillola (Micra), e defibrillatori ad impianto sottocutaneo. Tutti questi sistemi sono stati concepiti per migliorare la prognosi e la qualità di vita del paziente, riducendo il rischio di infezione rispetto ai sistemi tradizionali.