«È vero che Forza Italia ha mancato l’obiettivo della percentuale a doppia cifra, ma è altrettanto vero che resta intatta la sua possibilità di risalire la china. A patto, però, che assuma impegni chiari su temi decisivi che non possono essere affrontati con baldanzosa superficialità né – peggio – trovare in noi supina acquiescenza. A cominciare dall’autonomia del Nord, alla quale chi è del Sud e di Forza Italia non può che opporre un chiaro e deciso “no”. Non dimentichiamo che tale riforma è figlia della sinistra, prima quella di D’Alema e poi quella di Gentiloni. L’approvino quindi gli onorevoli del Pd o dei CinqueStelle, che l’hanno accolta nel contratto di governo, o gli apprendisti leghisti meridionali, che non sanno quello che fanno. Ma noi non possiamo avallare un obiettivo che renderà l’Italia ancor più divisa, i suoi cittadini ancor più discriminati, i ricchi più ricchi e i poveri più poveri. Difendere il Sud e l’unità nazionale è una responsabilità che non possiamo disattendere né delegare, tanto più dopo il voto di domenica che ha certificato che solo nel Mezzogiorno la percentuale elettorale di Forza Italia è a doppia cifra. Altrove, i voti “azzurri” sono stati in gran parte assorbiti da Salvini. A conferma che in politica conquista consenso solo chi ha senso e che di contiguità, invece, si muore».