Avellino. Al “Gesualdo” domani in scena “Ferdinando” di Annibale Ruccello

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AVELLINO – Sul palcoscenico del Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino la rappresentazione teatrale in chiave ironica dei giorni successivi all’unità d’Italia, visti da una nobile Borbone che fino a quel momento aveva goduto di agi e privilegi. Domani, giovedì 28 marzo, alle ore 21.00, va in scena “Ferdinando”, l’opera forse più famosa di Annibale Ruccello, per la regia di Nadia Baldi, che chiuderà il cartellone del “Teatro civile” al Massimo di Piazza Castello. Sul palco Gea Martire, Chiara Baffi e Fulvio Cauteruccio. L’opera ha vinto due premi IDI: uno nel 1985 come testo teatrale, il secondo nel 1986 come miglior messinscena. In evidenza le follie e gli incroci amorosi che emergono come elementi contemporanei e moderni, insieme ai contrasti fra dramma e comicità.

La trama. Donna Clotilde, baronessa borbonica, si è rifugiata in una villa della zona vesuviana, scegliendo l’isolamento come segno di disprezzo per la nuova cultura piccolo borghese che si va affermando dopo l’unificazione d’Italia. È con lei una cugina povera, Gesualda, che svolge l’ambiguo ruolo di infermiera/carceriera. I giorni trascorrono uguali, tra pasticche, acque termali, farmaci vari e colloqui con il parroco del paese, Don Catellino, un prete coinvolto in intrallazzi politici. Nulla sembra poter cambiare il corso degli eventi, finché non arriva Ferdinando, un giovane nipote di Donna Clotilde, dalla bellezza morbosa e strisciante. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, a mettere a nudo contraddizioni, a disseppellire scomode verità e a spingere un intreccio apparentemente immutabile verso un inarrestabile degrado.

“Ferdinando” si concentra su quello che è forse il più insondabile mistero: la mente umana. Nasce così in me l’esigenza di indagare il possibile e l’impossibile mondo creativo che le donne sanno attuare quando i freni inibitori e culturali non hanno più il loro potere censurante. Tutti i personaggi in una prima fase si presenteranno nel loro quotidiano per poi svelare geniali strategie e stupefacenti mondi interiori. Lo spettacolo si incentrerà un’indagine minuziosa, sul cogliere le sottigliezze dei gesti, degli sguardi, dei corpi in agguato. Oltre a raccontare la singolare dinamica attraverso la quale gli oggetti divengono padroni dei luoghi, mentre le fantasie interiori dei personaggi diventano padroni della loro esistenza fino a spingerla verso una dimensione surreale, comica, drammatica e imprevedibile.

Il prossimo appuntamento al Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino è “Fino a qui live tour 2019”, il concerto de i Tiromancino con la Ensemble Symphony Orchestra, in programma per mercoledì 3 aprile. Uno spettacolo emozionante e imperdibile di musica e immagini. La band presenterà al pubblico il suo ultimo progetto discografico “Fino a qui” e molti altri brani del suo repertorio, diventati ormai dei veri e propri classici della musica italiana. Lo show, che si preannuncia pieno di sorprese, vedrà i Tiromancino, per la prima volta nella loro carriera, esibirsi insieme ad una grande orchestra, dando così alla loro performance un sound inedito e coinvolgente.

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