La domanda me la pongo ogni volta e, tutte le volte, non trovo mai una risposta sensata.
Sempreché ce ne fosse una, sia chiaro.
Ma come si fa, mi chiedo, a scaricare ancora la “munnezza” lungo la strada?
Si deve essere talmente stupidi oppure dei criminali senza cervello e, in tutti e due i casi, non ci può essere alcuna comprensione, perché costoro non hanno neanche messo a fuoco che questo modo di fare danneggia anche loro, i loro figli e il loro futuro.
Molto spesso, come amministratori locali non facciamo in tempo a far ripulire un tratto di strada che dopo qualche settimana ce lo ritroviamo nuovamente popolato da ogni sorta di rifiuto, da quelli domestici a quelli industriali: si trova oramai di tutto, dagli “innocenti” sacchetti della spazzatura, al bustone in plastica che può contenere gli scarti di lavorazione, dal divano in similpelle al materasso smollato.
Siamo di fronte a una nuova e contemporanea forma di arredo urbano, che però non abbellisce ma deturpa e peggiora l’ambiente.
Basta.
Ho deciso di scrivere il mio elogio al sacchetto per rompere il diaframma dell’abitudine, del senso comune verso le strade – discarica, degli abbandoni che diventano “normali”, del così fan tutti, delle piazzole di sosta trasformate in “isole” dell’idiozia ecologica.
In questi mesi da presidente, nel viaggiare in lungo e in largo per la provincia di Caserta, da Piedimonte Matese a Mondragone non c’è stata una volta che una strada di città, di campagna, interpoderale, provinciale o statale non fosse stata presa di mira dall’inciviltà e dalla pigrizia del buon senso civico.
Abbiamo ereditato una terra bellissima, uno spettacolo della natura e della storia che tutti, in Italia e nel mondo, ci invidiano ma che noi quotidianamente invece offendiamo, deprediamo e deturpiamo invece di proteggere e tramandare.
Basta. Lo ripeto, senza esitare, basta!
Per anni abbiamo combattuto una battaglia, per molto tempo impari, per evitare che i poteri e le organizzazioni criminali uccidessero il territorio e il nostro futuro seppellendo vigliaccamente rifiuti industriali, speciali e tossici. Adesso, però, senza far venire meno quell’attenzione è giunto il tempo di biasimare e sconfiggere anche la sciatteria del quotidiano, il menefreghismo delle buone maniere, e mettere alla berlina chiunque impunemente pensa di esser più furbo, svelto e intelligente di chi rispetta la regola del buon vivere civile.
Abbiamo il dovere di indignarci, di denunciare e di puntare il dito contro coloro che stanno inquinando e rovinando le nostre comunità.
Il sacchetto non ha colpe, è innocente, le uniche responsabilità sono nostre, prima di chi offende e inquina, poi anche di chi non si scandalizza e denuncia!