Nella giornata del 6 febbraio, su disposizione della Procura della Repubblica di S. Maria C.V. sono state eseguite ispezioni presso le abitazioni dei richiedenti e titolari di protezione internazionale, beneficiari del progetto SPRAR del Comune di Caserta, gestito in associazione dal Centro Sociale “Ex Canapificio” (Ass.ne “Comitato per il Centro Sociale”) e dalle Suore Orsoline, sono stati inoltre acquisiti i documenti relativi allo svolgimento del Progetto. L’attività svolta è finalizzata a verificare sia la regolarità dello svolgimento del progetto, sia le condizioni igienico–sanitarie delle singole abitazioni.
Tutta l’operazione si è svolta con la piena, totale e fattiva collaborazione degli operatori del progetto, i quali sono consapevoli della assoluta regolarità di tutte le attività svolte e che neppure un centesimo dei fondi destinati al progetto è stato sprecato o male utilizzato.
L’esperienza di accoglienza e di integrazione dei migranti che da oltre un decennio è in atto a Caserta e di cui il progetto SPRAR è uno sviluppo ulteriore e recente, è nota in tutta Italia, ed è stata indicata ad esempio da tutto il mondo del volontariato, laico e religioso, come una di quelle esperienze virtuose, capaci di coniugare lo slancio umanitario con la pratica concreta dell’integrazione.
Nessun problema, dunque, per gli operatori del progetto, a collaborare con le autorità amministrative e giudiziarie ogni qual volta si renda necessario verificare che il pubblico denaro, impiegato per perseguire obbiettivi di tale rilevanza, sia stato bene e correttamente speso.
Un solo chiarimento per la specifica vicenda di questi giorni. Lo svolgimento degli attuali controlli è stato ritenuto utile dall’Autorità Giudiziaria a seguito di calunniose accuse rivolte nei confronti di alcuni operatori del progetto. Abbiamo utilizzato consapevolmente il termine “calunniose accuse” (contro cui ovviamente ci tuteleremo nelle opportune sedi giudiziarie) non solo perché sappiamo che si tratta di cose del tutto infondate, ma anche perché queste accuse provengono da un soggetto che era inserito nel progetto SPRAR e ne è stato estromesso, con conseguente denuncia all’Autorità Giudiziaria, per appropriazione indebita , per essersi cioè appropriato di beni destinati allo svolgimento del progetto, e che per questa ragione è stato rinviato a giudizio il prossimo 3 luglio davanti al giudice penale del Tribunale di S. Maria C. V. Le calunniose accuse rivolte ad alcuni operatori sono la risposta alla sacrosanta opera di pulizia che quegli stessi operatori hanno dovuto fare, proprio per impedire che fosse inquinata la tradizionale e consolidata correttezza dei responsabili e degli operatori del progetto nel gestire le risorse loro assegnate.
Confidiamo che l’Autorità Giudiziaria chiarisca ogni cosa in tempi brevi e che siano ristabiliti gli effettivi ruoli che a ciascuno competono, in modo che chi ha operato e opera con correttezza ed onestà continui a farlo in piena serenità, mentre chi ha pensato di approfittare a proprio vantaggio dell’aiuto che gli era stato offerto e che oggi pensa di mascherare la realtà con una inqualificabile calunnia, sia effettivamente chiamato a rendere conto delle sue azioni.