Il 14 gennaio, a Marcianise, è stata inaugurata una sezione distaccata del Conservatorio Martucci di Salerno. “Riteniamo degna di nota l’iniziativa perché offre la possibilità agli studenti del territorio di frequentarne i corsi eliminando le numerose ore di viaggio che fino ad oggi hanno dovuto affrontare” dichiara Gaetanina Ricciardi, Segretaria Generale della FLC CGIL Caserta, il sindacato impegnato da molto tempo nell’evidenziare problematiche e criticità legale alla filiera musicale della Provincia.
“Abbiamo dedicato in questi anni particolare attenzione ai corsi ‘pre-accademici’ che alcuni conservatori volevano attivare in provincia – continua Ricciardi – “ci siamo opposti con fermezza: tali corsi rischiano di compromettere definitivamente lo sviluppo delle scuole musicali ‘regolari’ già presenti e funzionanti sul territorio”.
“Ad oggi in provincia ci sono ben 44 Smim e 7 Licei Musicali; queste due istituzioni scolastiche pubbliche stanno collaborando raggiungendo obiettivi lusinghieri. Orchestre miste, concerti in ogni sede, concorsi a premi, creazioni di reti di scuole. Il numero di alunni che studiano musica e dei docenti che li seguono è significativo, nonostante un sostegno delle amministrazioni pubbliche spesso irrilevante.”
Del successo di queste istituzioni pubbliche ne beneficiano anche e soprattutto i conservatori: il 60% dei diplomati liceali prosegue gli studi verso le accademie musicali superiori.
“È il potenziamento degli Smim e dei Licei Musicali la strada da proseguire – conclude Gaetanina Ricciardi – e non la creazione di corsi pre-accademici dei conservatori, come pure ancora viene talvolta suggerito: questi ultimi, è bene ricordare, non rilasciano alcun titolo di studio legalmente riconosciuto. Anche il Consiglio di Stato, già nel 2010, ha sentenziato che non sono previsti nell’ordinamento. I corsi pre accademici inoltre potrebbero causare una riduzione degli scritti in scuole pubbliche già avviate e ben funzionanti. Benvenuti quindi i Conservatori a Caserta, con i corsi di I e II livello previsti dall’ordinamento, purché non diventino “cavallo di Troia” per il depotenziamento di istituzioni scolastiche già presenti capillarmente sul territorio”.