Studio Uil: Effetti blocco Indicizzazione delle pensioni Disegno di legge Bilancio 2019
Con la proposta contenuta nel disegno di Legge di Bilancio 2019, similmente a quanto avvenuto con il blocco previsto dalla Legge di Bilancio 2014 e, precedentemente, con la legge Fornero, si interviene per limitare gli effetti perequativi del meccanismo dell’indicizzazione sugli assegni previdenziali. Così, vengono introdotti criteri che riconoscono un minore aumento dell’assegno previdenziale sia con la rimodulazione delle percentuali di rivalutazione, poiché i coefficienti non vengono applicati per fasce, sia con riferimento all’importo complessivo del trattamento. Ciò significa che una pensione pari a 6 volte il minimo sarà aumentata per l’intero importo lordo del 52%, mentre a regime ordinario l’importo sarebbe stato rivalutato del 100% per la parte fino a tre volte il minimo, poi in misura ridotta per le quote di assegno superiori.
Di seguito, si riporta sinteticamente il meccanismo di indicizzazione ordinaria:
- a) Indicizzazione al 100% del costo vita sulla quota di pensione fino a 3 volte il trattamento minimo INPS.
- b) 90% sulla quota di pensione compresa tra 3 e 5 volte il trattamento minimo INPS.
- c) 75% sulla quota di pensione superiore a 5 volte il trattamento minimo INPS.
Nel Disegno di Legge di Bilancio 2019 il Governo prospetta di intervenire, per il triennio 2019-2021, rimodulando i criteri di indicizzazione nel seguente modo:
- a) nella misura del 100% per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a tre volte il trattamento minimo INPS;
- b) nella misura del 97% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a tre volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS, con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi;
- c) nella misura del 77% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a cinque volte il trattamento minimo INPS con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi;
- d) nella misura del 52% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a sei volte il trattamento minimo INPS con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi;
- e) nella misura del 47% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a otto volte il trattamento minimo INPS con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi;
- f) nella misura del 45% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a otto volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a nove volte il trattamento minimo INPS con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi;
- g) nella misura del 40% per i trattamenti oltre a nove volte il minimo.
“Anche il Governo del cambiamento, dopo Monti, Letta e Renzi – dichiara Fioravante Bosco (Uil Avellino/Benevento)-, non ha trovato nulla di meglio che continuare a fare cassa sulle spalle dei pensionati italiani, con un prelievo di oltre 17 miliardi di euro in 10 anni. Una scelta ingiusta che sottrae reddito e potere di acquisto a milioni di cittadini, i quali, in questo periodo di crisi, sono stati i più penalizzati. Dopo oltre 6 anni di blocchi, la rivalutazione delle pensioni è una questione di equità, che il governo Conte deve garantire. Dallo studio UIL si evince che, per una pensione lorda pari a 6 volte il minimo, la mancata ripresa dell’indicizzazione si traduce in una perdita di 167 euro annui, dal 2019 e per il resto della vita del pensionato! Si tratta di un provvedimento inaccettabile – conclude il sindacalista– rispetto a cui la Uil si batterà in tutte le sedi, affinché sia posta fine a questa vera e propria persecuzione nei confronti dei pensionati, che peraltro viene reiterata nel tempo”.
Ufficio stampa Uil Benevento