Approda nella Corte di Appello partenopea il processo a carico del maresciallo Alberto Russo, 49 anni, sammaritano, sottufficiale dell’Aeronautica Militare, processato e condannato in primo grado alla pena di 8 mesi di carcere. Ad infliggergli la pena, poco tempo fa, il Giudice Monocratico del Tribunale della Citta’ del Foro. Singolare l’accusa per la quale e’ stato condannato: interferenza illecita nella vita di altri previsto dall’art. 615 bis c.p.; normativa, questa, di recente introduzione che punisce coloro che usano strumenti di ripresa visiva o sonora e che si procurano indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata.
Il Pubblico Ministero aveva contestato al maresciallo Alberto Russo, con la sua richiesta di rinvio a giudizio, un comportamento illecito da stigmatizzare in sede penale. E’ stato l’uso della macchina fotografica che lui tanto ama a farlo condannare. Scatto di foto inopportune nei confronti del proprio fratello che svolge il mestiere di coltivatore diretto e che e’ proprietario terriero, con il quale egli e’ in conflittuale rapporti di vicinato; ambedue dimorano con le rispettive famiglie nello stesso stabile ubicato in un antico palazzo rurale situato nel centro sub urbano della citta’ sammaritana, periferia sud. Nel processo la parte civile era assistita dall’avv. Raffaele Crisileo che ha ottenuto il riconoscimento delle proprie ragioni, mentre l’imputato Russo Alberto e’ assistito dagli avvocati Guglielmo Ventrone e Vincenzo Alesci. Ora la parola passa alla Corte di Appello napoletana che nei prossimi giorni dovra’ stabilire se il verdetto di primo grado vada confermato o riformato. Sicuramente questa vicenda arrivera’ anche dagli ermellini perche’ le parti in causa sicuramente non si fermeranno dinanzi al giudizio di secondo grado.