Ventennale Unisannio: con il Polo Linceo una riflessione sulle nuove esigenze della formazione

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Nell’ambito delle manifestazioni previste in occasione del Ventennale dell’Università del Sannio,si è svolta a Palazzo San Domenico la giornata inaugurale del quarto anno del Polo Linceo di Benevento. All’evento dal titolo “L’intreccio tra didattica, ricerca e sperimentazione come risposta vincente alle sfide delle nuove esigenze della formazione”, sono intervenuti il rettore dell’ateneo sannita Filippo de Rossie il coordinatore del Polo didattico dei Lincei di Benevento Massimo Squillante, Maurizio Bettini, direttore del Centro di Antropologia del Mondo Antico dell’Università degli Studi di Siena; il rettore dell’Università di Sassari, nonché fisico e originario di Benevento Massimo Carpinelli. Ha concluso i lavori il presidente dell’Accademia Pontaniana Fulvio Tessitore. Hanno partecipato all’incontro numerosi i docenti delle scuole.

L’Università degli Studi del Sannio è diventata polo dell’Accademia dei Lincei nel 2016. Come centro specializzato nell’aggiornamento dei docenti delle scuole, l’ateneo ha infatti aderito alla rete nazionale della più antica accademia scientifica del mondo con l’obiettivo di favorire il miglioramento dei sistemi d’istruzione e di formazione nazionali sia nell’ambito scientifico che umanistico.

Concordi i relatori nel ribadire l’importanza dell’insediamento di una università in un territorio. “Quando nasce un ateneo in una città – ha affermato il prof. Bettini – per i giovani si spalancano le porte della cultura e si creano le basi democratiche del Paese”. Sul significato del termine cultura e sulla funzione dell’insegnamento, sia il fisico Carpinelli che l’antropologo Bettini e il filosofo Tessitore, sono giunti alla stessa conclusione. È fondamentale insegnare ai ragazzi a sviluppare un sapere critico e una curiosità non generica ma sempre verificata. Soprattutto nella fase attuale di trasformazione culturale attraverso i nuovi media si sente sempre più la necessità di esercitare lo spirito critico. “Gli studiosi – ha spiegato Bettini – hanno il compito fondamentale di guidare questa trasformazione verso forme evolute di sapere. Proprio come avvenne 2500 anni fa quando si passò – non senza diffidenze – dalla memoria intellettuale alla cultura scritta”. Ai tempi questo processo fu governato con fatica dagli studiosi e nello stesso modo dovrebbe accadere oggi nel contrastare le logiche economicistiche che regolano la rete e tutte le sue espressioni per attuare, anche attraverso gli strumenti tecnologici, una vera rivoluzione culturale.

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