LA TRAGEDIA. Ciao Davide. Un’altra vita spezzata dal destino beffardo di un pomeriggio d’autunno
Ieri abbiamo nuovamente assistito alla furia di una natura che, senza sapere a quali esigenze risponde, si scatena in pochi istanti con una violenza a cui nessuno di noi è abituato. In giornate del genere si registrano danni, disagi e purtroppo anche morti. In un susseguirsi affannato di eventi, sballottati da una notizia all’altra, si corre il rischio anche per noi cronisti di tralasciare qualcosa; anche narrare ed elencare le morti, diventa un passaggio meccanico, un’operazione da ragioniere più che da giornalista.
Noi però non siamo di questa tempra. Se nell’immediatezza della notizia abbiamo la necessità di essere veloci e rapidi, non vogliamo dimenticare il giusto tributo che ogni giornalista deve a delle vite spezzate dal caso, da un beffardo destino che in un pomeriggio d’autunno arriva a rubare una vita.
Già un furto. La fine di Davide Natale, lo studente universitario di San Nicola la Strada che ha perso la vita ieri alla facoltà di ingegneria della Federico II a causa della caduta di un albero, non si può non considerare come un vero e proprio furto. La tempesta non ha portato via solo la vita di Davide, ma anche i suoi sogni, le sue speranze, il contributo che da ingegnere, ma anche da qualsiasi altra posizione, avrebbe potuto dare a questa nostra complicata società. Con la fine di un ragazzo di 21 anni si perde per sempre un ramo di quell’albero dell’umanità di cui tutti noi rappresentiamo una propaggine. Per chi crede c’è la speranza di saperlo in paradiso che, anche se non cancella quello che è successo, almeno allevia il dolore per una tragedia imprevedibile; per chi non ha nemmeno questo, resta il ricordo di tutto quello che questo ragazzo ha rappresentato nella sua ricca, ma breve esistenza.
Noi di Vivicampania, di poco più grandi di Davide, non possiamo che celebrarlo in questo modo, con le parole amare di chi si è trovato a scrivere e a parlare di lui. Tutta la nostra redazione si stringe al cordoglio della famiglia mentre con la mano protesa al cielo bisbigliamo anche noi “Ciao Davide”.