BENEVENTO. Si è svolta stamani, presso la Sala Consiliare della Rocca dei Rettori, l’annunciata Conferenza Stampa sul tema: “Restituzione dei manufatti di pertinenza della Cattedrale esposti al Museo del Sannio dalla fine della II guerra mondiale”, cui hanno preso parte il mons. Felice Accrocca, Arcivescovo Metropolita di Benevento; l’arch. Salvatore Buonomo, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Caserta e Benevento; il Colonnello Alessandro Puel, Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri; ed il dott. Claudio Ricci, Presidente della Provincia di Benevento.
La Conferenza Stampa ha riguardato quanto segue:
Nel 1943, tra agosto e ottobre, quindi prima e dopo l’Armistizio firmato a Cassibile con la resa dell’Italia agli Alleati, la Città di Benevento venne ripetutamente bombardata dagli aerei anglo-americani, causando la morte di migliaia di civili, la distruzione di fabbriche, della Stazione ferroviaria, di una buona parte del centro storico e la perdita di un immenso patrimonio artistico e storico, compreso quello di pertinenza della Chiesa Cattedrale “Santa Maria Assunta”, del resto essa stessa rasa al suolo. Una piccola parte dei beni artistici scampati alla furia delle bombe sulla Cattedrale fu ricoverata, al termine del conflitto, all’interno del vicino Museo del Sannio, Istituto della Provincia di Benevento, adiacente alla Chiesa longobarda di Santa Sofia in quello che fu definito “deposito provvisorio”. I beni, tutti inventariati, sono stati esposti al pubblico per decenni. L’Autorità ecclesiastica, dopo la ricostruzione della Cattedrale nel giugno del 1965, e a conclusione, con il 2012, di una successiva campagna di scavi archeologici, restauri e ristrutturazioni, reclamò dalla Provincia la restituzione “delle testimonianza storiche e artistiche spesso frammentate di pertinenza del sacro Tempio”, come scrisse, nel 2015, l’allora Arcivescovo mons. Mugione, il quale fece osservare anche che “gli Inglesi hanno restituito nel 2010 alla Biblioteca Capitolare il Messale n. 29 trafugato durante gli anni 1943 – 1945”. E’ cominciata così una trattativa tra l’Autorità ecclesiastica e la Provincia con il coinvolgimento anche della competente Soprintendenza di Caserta e Benevento. Una svolta si ebbe con la concessione, nel 2017, da parte del Presidente della Provincia Claudio Ricci ad una trasferta a Roma nelle Sale Terrene dei Musei Capitolini di opere scultoree di Nicola da Monteforte di pertinenza della Cattedrale, custodite dal primissimo dopoguerra nel Museo del Sannio, per l’evento: “L’arte negata in mostra. Recuperi, Ritrovamenti e Confronti”, promosso dalle Soprintendenze Capitoline (a cura di Vega de Martini). Conclusa quella Mostra, riprese il dialogo tra le parti con la partecipazione diretta del nuovo Arcivescovo metropolita mons. Accrocca, del Soprintendente Buonomo e dello stesso Presidente Ricci. Intervenne infine, il 16 aprile u.s., anche la Conferenza Episcopale della Campania in visita per la prima volta alla Rocca dei Rettori, sede della Provincia, a sollecitare la restituzione dei beni di pertinenza della Cattedrale beneventana. Infine, il Presidente della Provincia decise dapprima di restituire alla Cattedrale gli Amboni di Nicola da Monteforte e, successivamente, dopo un ulteriore incontro con l’Arcivescovo mons. Accrocca del 26 settembre, alla presenza del Col. Puel Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, anche di tutti gli altri frammenti.
Questo il resoconto sommario della Conferenza Stampa odierna.
Claudio Ricci, introducendo i lavori ha detto: “Senza voler enfatizzare l’avvenimento odierno, tuttavia stiamo ponendo in essere un’iniziativa molto importante. Ringrazio per i consigli che mi sono stati offerti sulla vicenda dal Soprintendente e dall’Arma dei Carabinieri. Siamo al termine di una interlocuzione molto forte con l’Arcidiocesi di Benevento circa il possesso da parte del Museo del Sannio di alcuni decenni alcuni frammenti indiscutibilmente di pertinenza della Cattedrale di Benevento. Si tratta ora di trarre le conclusioni di un dialogo avviato con l’allora Arcivescovo mons. Mugione e con il mons. Iadanza, Vicario dei Beni Culturali, in merito alla restituzione dei frammenti. Inizialmente ero perplesso, ne ho discusso a lungo con il Soprintendente e quei miei dubbi sono stati fugati da lui. Ma la stessa Conferenza Episcopale campana, in visita alla Rocca dei Rettori ha sottolineato la giustezza delle argomentazioni presentate anche mons. Accrocca. Siamo dunque oggi la fine del percorso e annunciamo la restituzione dei beni alla Cattedrale con tutte le garanzie di legge”.
Il Soprintendente Salvatore Buonomo: “ Noi dobbiamo avere sempre in mente quale rotta della nostra azione l’interesse della collettività : e in tale contesto deve inserirsi anche questa vicenda. Io fui investito dall’allora Sottosegretario Cesàro di questo problema. Occorre ricordare che il Museo del Sannio ed un ente pubblico territoriale riuscirono, in tempi assolutamente difficili e tragici, a ricoverare i frammenti evitando la dispersione del materiale di interesse storico ed artistico ed offrendolo anche alla pubblica fruizione. Dopo tanti anni era giusto interrogarsi sulla destinazione e localizzazione finale dei beni: io ho potuto visitare il Duomo, ho colloquiato a lungo e Sua Eccellenza l’Arcivescovo e ho potuto constatare il lavoro svolto presso il Museo Diocesano per la fruizione dei beni archeologici, artistici e storici. Mi sono allora chiesto cosa si potesse aspettare la collettività del Sannio per la fruizione pubblica dei beni. Io non sono d’accordo su un concetto rigido della proprietà del bene culturale: il bene culturale è di tutti e l’accesso al godimento del bene deve essere garantito a tutti. La Provincia non deve vedere la restituzione come una spoliazione del Museo; la Curia non deve vedere la restituzione come una riconquista. Tutti devono invece occuparsi della questione della fruibilità dei beni; ma la Soprintendenza deve anche occuparsi di un problema di grande rilievo: questi beni come potranno essere valorizzati, custoditi e protetti? Il ritorno alla unità del patrimonio culturale deve rispettare anche il criterio di dare un significato a questa restituzione: il programma ci impone di assumere una nuova responsabilità che è quella di farlo pienamente godere dalla cittadinanza. Il Presidente Ricci non deve porsi il problema di aver spogliato il Museo, quanto piuttosto egli si deve interrogare sulla capacità di tutti di poter godere di questi beni. Penso che il Presidente Ricci possa dunque ritenersi orgoglioso di questa sua decisione”.
Il Comandante Provinciale della Arma dei Carabinieri Alessandro Puel: “Il bene culturale appartiene alla identità di un popolo e dunque deve tornare al patrimonio del popolo che non può perdere questo suo cordone ombelicale. Io ho una lunga esperienza personale professionale in materia di tutela dei beni culturali e, peraltro, l’Arma dei Carabinieri ha un Reparto dedicato proprio alla tutela dei beni culturali che devono essere restituiti alle proprie origini. Se così non fosse ad esempio il “Ratto d’Europa” non sarebbe mai tornato a Montesarchio”.
L’Arcivescovo mons. Accrocca ha dichiarato: “In questa partita non ci sono vincitori o vinti; si tratta invece di un giusto passo da parte di diversi Soggetti nella giusta direzione; tutti sono stati protagonisti di un intervento che ha sanato una ferita antica, che consente di ricostruire una unitarietà di un patrimonio culturale che era stato in origine concepito diversamente da come oggi è conservato. Io ringrazio il Presidente ed il Soprintendente per il lavoro che hanno consentito alla collettività di trarre vantaggio dalla nuova disponibilità e dalla nuova fruibilità di questo patrimonio. Noi dobbiamo incentivare anche la collaborazione tra i Soggetti pubblici: propongo un biglietto integrato per un percorso artistico integrato in Città per accedere a tutte le realtà culturali, artistiche e storiche che oggi sono di proprietà di diversi Soggetti. Si tratterebbe di una iniziativa importante per far restare di più in Città i turisti ed invogliarli a visitare tutti i luoghi di interesse ”.
Mons. Mario Iadanza, Vicario per i Beni Culturali, ha detto: “Oggi finalmente a noi è toccata di poter concludere una interlocuzione ed un rapporto di collaborazione che con la Provincia di Benevento è andato avanti a lungo anche con alcune iniziative di valorizzazione della Benevento longobarda. Era tuttavia restato in piedi la vicenda della restituzione dei frammenti della Cattedrale. Il ritorno nel contesto che ha generato l’opera d’arte e la fruibilità in sicurezza dei beni restituiti sono i temi in discussione oggi. Il Museo Diocesano funziona da cinque anni circa, è visitato da 8.000 persone ogni anno; abbiamo Sale ancora da allestire e abbiamo progetti per ulteriori ampliamento. Sono attivi i sistemi di allarme, vi lavorano due archeologi professionisti ed il Museo è aperto cinque giorni della Settimana. Gli amboni andranno nella Sala degli Amboni, altri frammenti andranno nelle Sale a ciascuna ad essa dedicata, secondo un criterio di armonizzazione dei beni già recuperati”.
Provincia e Arcidiocesi hanno infine concordato che il prossimo 29 ottobre 2018 sarà promosso un pubblico incontro sui beni restituiti presso la Biblioteca Capitolare a 75 anni dai bombardamenti alleati.