Caserta. Piano di Fabbisogno Triennale. Le sigle sindacali di categoria reclamano un confronto con Asl e Azienda Ospedaliera

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CASERTA –  La Cisl territoriale di Caserta ha convocato in questi giorni la Funzione Pubblic, la Felsa (somministrati) e la Cisl Medici per fare un punto di raccordo sulle varie questioni, quelle maggiormente annose che toccano la nostra sanità, in particolare per discutere sul Piano di Fabbisogno Triennale da poco varato. Presenti il segretario Generale Ust Giovanni Letizia, il Segretario provinciale Nicola Cristiani, Franco Della Rocca Segretario Generale Cisl Fp, Angelo Iodice Segretario di Cisl Felsa e Dario Puorto Segretario di Cisl Medici.

Dopo l’accordo regionale in cui la Cisl si è spesa molto, grazie al lavoro della Segretaria Generale Campania Doriana Buonavita e del Segretario Cisl Fp Lorenzo Medici, si è  arrivati finalmente alla fase attuativa: l’accordo di questo luglio, ricordiamo, prevede la stabilizzazione dei precari (di cui il comma 1 è già stato deliberato a Caserta) e la necessità adesso di ottemperare al comma 2, attuando il Fabbisogno Triennale Occupazionale delle due aziende sanitarie.
“Si tratta di circa 1440 posti – precisa la Cisl in una nota – da occupare nei prossimi tre anni. È ovviamente una boccata di ossigeno alle nostre strutture perché in questi anni si è lavorato in condizioni difficilissime, grazie soprattutto ai lavoratori della sanità, anche i somministrati, i lavoratori degli appalti, che sono riusciti ad operare in condizioni caotiche, riorganizzarsi spesso senza strumenti e senza personale, con doppi turni di lavoro, a loro i nostri ringraziamenti.  Questo sindacato si è impegnato a sostenere e vuole ridare dignità e serenità sul luogo di lavoro a lavoratori che hanno impiegato tutte le proprie energie e sono oggi allo stremo delle forze”.
“Vale la pena sottolineare un dato importante – commenta la nota – stiamo perdendo moltissimi validi professionisti, esiste infatti un’altissima incidenza di trasferimenti di medici e infermieri che non vogliono operare più in strutture poco sicure. Operare in una struttura poco sicura significa mettere a repentaglio sia la vita dei cittadini che la propria professione”.
Altro dato sensibile molto grave riguarda la carenza dei medici: “Da anni non esiste un turn over tempestivo all’interno degli ospedali – spiega Dario Puorto –  i medici continuano ad andare in pensione senza essere rimpiazzati. Ciò ovviamente determina sovraccarico di lavoro, il personale medico è sempre più stressato, costretto più che spesso a restare al di fuori dell’orario e ad affrontare un’utenza altresì stressata per ragioni anche non mediche, ma a causa del momento storico che viviamo per esempio. La litigiosità medico paziente ad oggi è diventata un dato importante”.
All’interno delle scelte per questo piano triennale – entro il 31 dicembre 2020 andranno attuate tutte le assunzioni previste – la Cisl insieme alle federazioni, chiede di condividere le decisioni amministrative e riorganizzare il lavoro in attesa del nuovo programma occupazionale, fa appello quindi alle direzioni generali affinché come sindacato venga coinvolto, innanzitutto in qualità di rappresentante dei lavoratori ma anche per offrire attraverso la propria esperienza un valido supporto, in modo che questo nuovo modello di sanità diventi garanzia di sicurezza e serenità per chiunque operi in prima linea, a partire dai lavoratori del 118, di tutta quell’area dell’emergenza che spesso ha i minuti contati anche per salvare una vita.
La prima cosa da fare ora, è far partire subito un confronto con le due aziende affinché si dia una svolta all’efficienza dei servizi che sono davvero ai minimi termini, per passare finalmente da una fase di difficoltà ordinaria ad una fase di normalità. Bisogna inoltre chiarire non poche incongruenze, innanzitutto chi sono i precari, quanti ne sono: all’interno dell’Asl ne contiamo 350 circa, mentre in Azienda Ospedaliera esiste un altro tipo di precarietà del lavoro, vale a dire i lavoratori somministrati. Questi non rientrerebbero nei precari autorizzati, ma costituiscono di fatto una fetta di precariato, hanno esperienza decennale e va assolutamente trovata una soluzione per offrire loro una collocazione definitiva.
Fatto ciò bisogna si potrà davvero passare alla fase attuativa del Piano di Fabbisogno.

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