Riforma Pensioni 2019 novità, la Uil avverte: ‘Con quota 100 rischi preoccupanti’
Benevento, 4 settembre 2018. – “Quello della previdenza è un tema molto delicato e complesso. È bene ponderare le scelte, dunque, prima di assumere provvedimenti che avranno ripercussioni per la vita di milioni di lavoratori. Il susseguirsi di voci, ipotesi, interpretazioni e contrapposizioni rischia di generare errori le cui conseguenze sociali potrebbero essere davvero preoccupanti. La Uil ha già chiesto al Governo di convocare al più presto le parti sociali: abbiamo delle proposte su cui discutere, nell’interesse dei lavoratori e del Paese”, è quanto ha dichiarato il Segretario generale aggiunto della Uil Avellino/Benevento, Fioravante Bosco.
“L’ipotesi annunciata di voler introdurre quota 100 – ha dichiarato Bosco – per essere davvero utile ed efficace, non deve essere sostitutiva della dell’Ape sociale, misura che tutela i lavoratori in condizioni di grave difficoltà. Con quota 100, infatti, questi lavoratori vedrebbero peggiorata la propria situazione, con un ritardo di accesso alle pensioni che può arrivare fino a 4 anni. Disoccupati e lavoratrici madri dovrebbero attendere la pensione di vecchiaia a 67 anni. Ritardo, poi, che sarebbe ulteriormente aggravato dall’introduzione di requisiti elevati come l’età minima necessaria a 64 anni o un’anzianità contributiva che non tiene pienamente conto di tutti i contributi maturati dai lavoratori, con un’inaccettabile penalizzazione per le donne e per le aree più deboli del Paese. Con gli attuali criteri per accedere all’Ape sociale – ha ricordato Bosco – chi si trova in stato di disoccupazione, chi assiste un familiare disabile e i lavoratori con gravi disabilità possono, dallo scorso anno, accedere a questa misura con quota 93, quindi con un notevole anticipo rispetto a un’ipotetica quota 100, mentre chi svolge mansioni gravose può accedere all’Ape sociale con quota 99, già a partire dall’età di 63 anni. Alla luce di questi dati, quota 100, se non attentamente studiata e precisata, non solo non smonta la Fornero, ma peggiora quanto di buono fatto negli ultimi due anni per reintrodurre un principio di flessibilità nel nostro sistema pensionistico. Per la UIL – ha sottolineato Bosco – la via maestra, se si vuole veramente continuare a cambiare la Fornero, è quella di estendere l’accesso alla pensione intorno ai 63 anni per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici. Per affrontare questi temi, ed evitare grossolani errori, a fine luglio, la UIL insieme alla Cisl e alla Cgil, ha chiesto formalmente un incontro al Ministro del Lavoro che speriamo trovi una risposta positiva al più presto”.
Ufficio stampa Uil Benevento