MADDALONI (CASERTA) – Grande impressione sulla stampa e sull’opinione pubblica ha avuto l’aggressione a cose e persone ad opera di un pregiudicato nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Maddaloni, avvenuto il 13 luglio scorso. Nella giornata di ieri, le sigle sindacali casertane (Cgil, Cisl, Uil) hanno emanato un documento condiviso in cui richiedono la presenza di volanti e pattuglie nei pressi dei nosocomi casertani.
I sindacati, se da un lato lanciano un segnale d’allarme, dall’altro perdono il senso più concreto della realtà che viviamo nel nostro territorio: l’aggressione o le aggressioni che vi sono o vi possono essere negli ospedali non sono altro che episodi di un fenomeno molto più critico e complicato: la sicurezza.
A Maddaloni, nell’ultimo periodo, il tema della sicurezza è stato al centro di un dibattito politico e sociale che, almeno in questa fase preliminare, si è fermato alla mera comunicazione elettorale: molti sono stati i partiti o i movimenti che nella appena trascorsa campagna elettorale hanno inneggiato a questo termine che vuol dire tutto e niente. Daremo sicuramente tempo al sindaco De Filippo di trovare soluzioni, ma nel frattempo noi giornalisti possiamo permetterci il lusso di proporre osservazioni e idee che sono frutto di un nostro pensiero personale.
Sappiamo tutti che, almeno per quanto riguarda il territorio maddalonese, le risorse, umane e di mezzi, delle forze di polizia sono abbastanza limitate: pensate solo che le volanti del territorio maddalonese (due) sono chiamate ad intervenire anche in alcuni comuni della valle di Suessola. Stessa cosa per l’Arma dei Carabinieri che, anche se non sono a chiamati a coprire un territorio extra comunale, non possiedono mezzi bastevoli ed adeguati. Alle criticità delle forze dell’ordine si contrappone un territorio dove la sicurezza può essere messa a rischio sotto ogni aspetto: furti ripetuti (gli ultimi nella zona di via Feudo), spaccio, reati vari, sono ormai all’ordine del giorno. Oltre alla consapevolezza di questi reati, si conoscono anche le aree che più delle altre sono sottoposte, nella maggior parte dei casi, ad uno stile di vita molto lontano dal rispetto delle leggi, degli uomini e dell’ambiente, che crescerà inevitabilmente se nessuno gli porrà un freno.
La situazione attuale è questa. La popolazione sana di Maddaloni reclama il suo diritto a vivere in sicurezza, con uno Stato che li protegga e tutela. Forse il succo è proprio questo. Se Maddaloni è abbandonata in balia dei delinquenti e degli spacciatori, è perchè è mancata la presenza dello Stato, delle Istituzioni, prima fra tutti il Comune. Bisogna tornare ad avvertire in città il delicato e dolce odore della presenza statale. Deve essere fatto in ogni modo e con qualsiasi mezzo. Naturalmente la prima soluzione, visto il caso straordinario nostrano, sarebbe richiedere al Ministero dell’Interno e della Difesa, tramite il Prefetto di Caserta, un notevole aumento di uomini e mezzi sia per la Polizia di Stato che per l’Arma dei Carabinieri. Non bisogna però aver paura o reticenze nell’usare soluzioni più rapide e più convenienti: abbiamo ancora due caserme sul territorio comunale, di cui una a pieno regime. Perchè non potremmo usare i nostri soldati in operazioni di polizia? “Strade sicure” in fondo non è proprio questo? Mettere i nostri soldati a sorvegliare le aree critiche del nostro territorio rappresenterebbe una soluzione veloce, d’impatto, e che fa finalmente farebbe risentire forte la presenza dello Stato sul nostro territorio comunale.
Se da un lato devono intervenire gli uomini dello Stato, dall’altro dobbiamo intervenire noi cittadini facendoci esempio di un progresso civile e sociale, non disdegnando di segnalare comportamenti scorretti o offensivi. Maddaloni è la nostra e la vogliamo gestire noi, cittadini di “buona volontà”. Non vogliamo offrirla a lupi bramosi di sangue e denaro.
Sia i rappresentanti dello Stato sul territorio, sia i cittadini, non devono aver paura di usare modi e maniere decise e forti. Maddaloni è la nostra casa. Difendiamola.